Forse il film più iconico e conosciuto tra quelli più vecchi del regista, con uno dei cast migliore di sempre e un Tarantino più in forma che mai.
Pulp Fiction è sicuramente uno dei capitoli più interessanti del regista.
Al film, uscito ormai nel lontano 1994, è riconosciuto il merito di aver rilanciato John Travolta, caduto da qualche anno nell’ombra, ed ha definitivamente consacrato, l’allora, giovanissima Uma Thurman.
Entrambi gli attori sono stati nominati all’oscar come miglior attore e attrice, nell’edizione 1995. Il film nominato in 7 categorie ne ha ricevuto il premio come miglior sceneggiatura originale. Tarantino ebbe la nomination per la miglior regia, e l’intera pellicola era in lizza per l’Oscar come miglior film (vinto poi a mani basse da Forrest Gump).
È stato inoltre inserito al 91° posto come miglior film di tutti i tempi.
Niente male per un regista alla sua seconda pellicola.
Trama
In Pulp Fiction possiamo avere la conferma della coppia tarantiniana. Nella maggior parte dei suoi film, il regista non lascia mai un personaggio da solo nella scena, ma gli affianca sempre una seconda figura. Questa sua caratteristica è riscontrabile anche nelle sceneggiature scritte dal regista. Basti pensare, infatti, a Natural Born Killers, che nonostante i maneggiamenti di Oliver Stone ha mantenuto questo concetto di coppia.
Pulp Fiction si apre con il dialogo tra Coniglietta (Amanda Plummer) e Zucchino (Tim Roth) in un tipico diner americano. I due discutono su dove effettuare l’ultimo colpo prima di ritirarsi e optano proprio per quel diner.
La telecamera si sposta sulla coppia più emblematica del film, quella composta da Vincent Vega e Jules Winnfield, interpretati rispettivamente da John Travolta e Samuel L. Jackson. I due, impegnati in un lavoro per Marsellus Wallace, rivoltano un appartamento per cercare la valigetta del loro capo. È qui che troviamo una delle scene che è diventata un cult del cinema mondiale.
Ezechiele, 25:17. Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che, nel nome della carità e della buona volontà , conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è, in verità , il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare, e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te.
Arriviamo quindi alla terza coppia del film, quella di Marsellus Wallace (Ving Rhames) e Butch Coolidge (Bruce Willis). Quest’ultimo è un pugile professionista che sta venendo istruito da Marsellus perché perda il suo ultimo match.
Da qui le carte iniziano a mischiarsi. Vincent dovrà quindi intrattenere Mia Wallace, moglie del suo capo , perché questo sarà fuori città per qualche giorno.
I due decidono di andare in un locale anni ’50 molto di moda negli States durante gli anni ’70-’80, qui iniziano a fare conoscenza. Ed abbiamo la seconda scena cult del film: il ballo tra Uma Thurman e John Travolta.
Una delle scene di ballo più conosciute nella storia del cinema.
Tra i due scatta qualcosa che potrebbe mettere Vincent nei guai, vista la gelosia del marito di Mia. Mentre il primo è in bagno, la seconda esagera con la cocaina, entrando in overdose.
Butch nel frattempo non ha seguito le istruzioni di Marsellus, vincendo il match ed uccidendo il suo avversario. Cercando di scappare per evitare le ripercussioni, incontra il capo della malavita, mentre gli attraversa la strada. Il pugile non perde tempo e lo investe. Scappando dai colpi della pistola di Marsellus, i due si ritrovano in un negozio. Catturati dal proprietario, vengono poi legati e imbavagliati.
Il film ora ritorna alla scena dell’appartamento, dove Vincent e Jules si salvano da una raffica di colpi. Il secondo quindi ha una specie di crisi mistica e, durante la colazione con il collega, decide di abbandonare quell’ambiente.
Le curiosità su Pulp Fiction
La famosissima scena di ballo tra Vincent e Mia, nonostante sia una delle scene più famose del cinema, non ha nulla di originale. La scena, infatti, è “copiata” di sana pianta dal film 8 e Mezzo, il capolavoro di Fellini.
Se avete letto il capitolo zero di questo viaggio nella filmografia di Tarantino, sapete che Fellini è uno dei registi a cui Quentin si è ispirato maggiormente.
Nella scena in cui Butch riceve l’orologio dal commilitone di suo padre, il bambino che ha interpretato il pugile da giovane, Chandler Lindauer, vista la sua giovane età , non capisce assolutamente nulla della parole di Christopher Walken.
Il ruolo di Vincent Vega scritto per essere interpretato da Michael Madsen, andò a John Travola, poichè l’attore di Mr Blonde fu costretto a rinunciare per altri impegni lavorativi, successivamente si mangiò le mani per non aver potuto recitare in Pulp Fiction.
Fuck è usata nel film per un totale di 265 volte.
Bruce Willis era un grande fan de Le Iene, ma dovette essere convinto da Harvey Keitela prendere parte a Pulp Fiction, che lo impegnò per solo 18 giorni.
Nemmeno Uma Thurman voleva interpretare il ruolo di Mia Wallace. Per convincerla Tarantino le lesse la sceneggiatura per telefono.
Il ruolo di Jules Winnfield era stato scritto appositamente perchè fosse Samuel L. Jackson a interpretarlo. Inizialmente il ruolo era stato assegnato a Paul Calderon visto l’ottimo provino fatto, che superò anche quello di Jackson. L’attore, appresa la notizia, chiese al regista un secondo provino e si precipitò a Los Angeles. Qui l’attore si presentò senza sonno, affamato e senza essersi fatto la doccia. Nel tragitto prese un hamburger e una sprite ed entrò nella sala del provino, mangiando e bevendo con un tale ardore negli occhi che non ci fu bisogno che Jackson recitasse per ottenere la parte.
Diciamoci la verità  Pulp Fiction non sarebbe stato Pulp Fiction senza il mitico Samuel L. Jackson.
Per tutta la durata del film non ci viene mai fatto vedere cosa contenesse la valigetta. Durante un’intervista radiofonica, alla domanda su cosa ci fosse dentro, Tarantino rispose:
“C’è qualunque cosa lo spettatore vuole che ci sia”
Conclusione
Come per Le Iene anche per Pulp Fiction, ci siamo diveriti ad esplorare uno dei film più amati di Tarantino.
Credo che l’articolo sia già abbastanza lungo, dunque non vedo il bisogno di allungarlo ulteriormente. Vi auguro dunque una buona lettura e vi aspetto per il terzo film del regista.
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