Se oggi siamo qui a parlare di NieR Replicant ver. 1.22 è per merito dell’incredibile successo ottenuto da NieR: Automata. Ciononostante, quella del suddetto è una storia di rinascita e di rivalsa. È la dimostrazione che, con un budget adeguato, un team di sviluppo capace e un reparto marketing meno inopportuno, l’opera di Yoko Taro sarebbe stata un successo. Ma come saprete, le cose sono andate diversamente. Nel 2010 le attenzioni del mondo intero erano rivolte a giochi del calibro di Red Dead Redemption, Fallout: New Vegas, Mass Effect 2 o God of War III, per citarne alcuni. Stiamo parlando di un’annata d’oro, che mostrava il mercato occidentale più in forma che mai. Al contrario, l’industria giapponese stava attraversando un periodo di profonda crisi dovuta all’incremento dei costi di sviluppo. La release di NieR – frutto di una gestazione discutibile – si pose proprio in mezzo a questi pesi massimi.
Aggiungeteci un’accoglienza piuttosto fredda da parte della critica ed ecco che l’insuccesso fu inevitabile. Molto probabilmente il mondo non era ancora pronto ad abbracciare la visione dell’eccentrico designer ma – come spesso accade in questi casi – una nicchia di giocatori ne ha riconosciuto le qualità. E finalmente, a distanza di undici anni dal suo lancio abbiamo potuto mettere le mani sulla versione Replicant del titolo, rimasta confinata al Giappone.
Una storia toccante
NieR Replicant ver. 1.22 racconta la storia di un fratello disposto a tutto pur di trovare una cura per la sorella afflitta dalla Necrografia. Dopo un intrigante prologo ambientato parecchi anni dopo il quinto finale (E) di Drakengard, l’azione si sposta misteriosamente in un futuro retrogrado. L’ambientazione urbana post-apocalittica cede il posto a un mondo più naturale, pur condividendone la minaccia costituita dalle Ombre. Nella prima parte dell’avventura Nier è solo un ragazzino e il gioco si svolge con ritmo estremamente lento. Veniamo introdotti alla pacifica vita del villaggio, fatta di commissioni e lavoretti utili a fare qualche soldo. La ricerca di una cura per Yonah e i vari incarichi ci spingono ad esplorare le varie zone del mondo, e così, veniamo introdotti ai personaggi principali. Tra questi figurano il leggendario Grimoire Weiss, la scurrile Kainé e il simpatico Emil, che ci accompagneranno durante il nostro viaggio.
Dopo un certo avvenimento il tempo avanza di qualche anno, con Nier diventato ormai adulto. L’accesso al fast travel rende il ritmo più veloce, riducendone i tempi morti, mentre gli eventi diventano sempre più oscuri. Proprio come in NieR: Automata, per arrivare al vero finale del gioco sono necessarie più run, pertanto dovrete giocarvi più volte la seconda parte del titolo. A differenza dell’acclamato sequel, NieR non vanta fasi di gameplay alternative proprio a causa di quel budget ridotto di cui sopra. Ciò denota una certa ridondanza di fondo che potrebbe non essere apprezzata da tutti. Detto ciò, ogni nuova run porta con sé un valore aggiunto all’esperienza, dato che vengono aggiunti filmati o linee di dialogo inedite volte a caratterizzare meglio i personaggi.
Contesto, cultura, percezione
Un aspetto su cui teniamo a soffermarci è l’importanza della visione originale di Yoko Taro, e quindi del giovane Nier. Nel caso non lo sapeste, il protagonista in versione padre presente nell’edizione del 2010 è stata desiderata esclusivamente dal reparto marketing di Square Enix. Stando a questi, Nier fratello sarebbe stato poco accattivante per l’occidente, pertanto chiesero a Taro di sostituirlo con l’omaccione nerboruto che abbiamo avuto modo di conoscere. Il problema è che quest’ultimo perde il significato attribuitogli dal suo autore. È una cosa di cui eravamo già a conoscenza, ma che ci è diventata chiara non appena abbiamo messo le mani su NieR Replicant ver. 1.22.
In questo “nuovo” contesto, molte linee di dialogo pronunciate dal protagonista assumono uno spessore più significativo. La gratitudine nei confronti di Devola e Popola (le gemelle a capo del villaggio) che si sono prese cura dei due, così come la voglia di rendersi utile a tutti i costi. O ancora, l’estrema gentilezza del giovane nei confronti delle persone, che si contrappone alla crescente furia omicida verso le Ombre. Questo fattore in particolare delinea ad esempio la perdita di quell’innocenza fanciullesca delle prime ore di gioco, in favore di una maggiore età che tuttavia pecca ancora in maturità. Elementi del genere non si notano affatto nella versione del 2010 e perfino i dialoghi di certe missioni secondarie assumono un sapore diverso, più riuscito. Se giocherete a NieR per la prima volta probabilmente non ci farete nemmeno caso, ma noi abbiamo percepito queste differenze e le abbiamo apprezzate tantissimo.
Un’esperienza unica
NieR Replicant ver. 1.22 è un’esperienza unica ma resta tutt’ora imperfetta a causa di alcuni limiti strutturali. Come vi abbiamo anticipato sopra, dover ripetere certe sezioni senza grosse differenze di gameplay può rivelarsi monotono. Inoltre, il completamento di parecchie fetch quest metterà alla prova la vostra pazienza in più di un’occasione. Purtroppo, le percentuali di drop di diversi oggetti sono estremamente basse, e ci ha deluso constatare che sono rimaste invariate rispetto alla versione originale. Basti pensare che per ottenere le leghe di titanio – indispensabili per il potenziamento di diverse armi – sarete costretti a completare tantissime volte lo stesso dungeon. Si tratta di un difetto che Taro e Toylogic avrebbero potuto correggere e che invece hanno ignorato. Ciò comporta un quantitativo smisurato di grinding nel caso voleste portare al 100% determinati elementi.
Malgrado questi problemi, NieR è un gioco dotato di una personalità incredibile. In termini di gameplay fonde bullet hell a fasi top down o a scorrimento laterale. Sono tutti elementi visti in una forma più rifinita in Automata, e che qui reggono ancora bene il peso degli anni. Addirittura sono presenti delle fasi da avventura testuale scritte così bene da trasmettere un tripudio di emozioni. Il resto della produzione è sorretto da personaggi indimenticabili – come l’altezzoso ma affabile Grimoire Weiss – e location ricche di personalità.
Combattimenti rinnovati
Tra le migliorie apportate in NieR Replicant ver. 1.22 è presente un sistema di combattimento rinnovato, supervisionato dal combat designer di Automata, Takahisa Taura. Il cuore pulsante dell’esperienza resta invariato rispetto al titolo originale, ma ora l’azione risulta più coreografica e divertente. Gli attacchi all’arma bianca sono eseguibili con due tasti differenti, uno per gli attacchi leggeri e uno per quelli pesanti. Entrambe le tipologie di colpo possono essere reiterate premendo continuamente i tasti dedicati, oppure caricate premendo i suddetti a fondo. A differenza di Automata – in cui ogni arma aveva un set di mosse combo differenti – in Replicant il moveset dell’arma è determinato dalla tipologia. Sono presenti spade a una mano, spadoni e lance. Quest’ultime categorie però si sbloccano soltanto dopo che Nier ha raggiunto l’età adulta.
Rispetto alla versione originale del titolo è inoltre possibile passare da un’arma all’altra premendo per qualche istante il tasto del D-pad associato. La pressione rapida dei suddetti invece apre il menu delle armi selezionate. È stata posta grande attenzione anche alle meccaniche difensive per mezzo di una portentosa parata ad impatto che permette di effettuare potentissimi counter ai nemici. Interessante anche la possibilità di sguizzare velocemente alle spalle dell’avversario premendo il tasto della schivata con il giusto tempismo.
Il potere delle parole
Il tutto è infine affiancato da due degli elementi più intriganti del gioco, ovvero il Grimoire Weiss e il sistema di parole. Nel corso dell’avventura si ottengono dei potenti versi che consentono di utilizzare tecniche via via più devastanti. Si va dalla classica raffica di colpi fino a falci rotanti o lance magiche. Per di più, tenendo premuto il tasto associato alla magia è possibile scagliarne una versione alternativa potenziata. Dobbiamo dire che, rispetto alla versione originale del titolo, l’esecuzione della magia è stata resa più lenta. Questo fattore ci ha portati ad utilizzare meno gli attacchi caricati, che in passato erano molto più convenienti. È un cambiamento che non abbiamo apprezzato del tutto e che forse punta un po’ troppo l’attenzione sulle tecniche corpo a corpo.
Malgrado queste novità, una buona parte del combattimento ruota ancora attorno all’aggiunta di parole alle armi, armature, incantesimi o tecniche difensive. Difatti, eliminando i nemici si possono droppare in maniera randomica delle parole che concedono gli effetti più disparati. Alcune di esse sono focalizzate sulla mera potenza, mentre altre sono utili al fine di spezzare la guardia o rompere le armature dei nemici. Le opzioni offerte da NieR Replicant ver. 1.22 sono molteplici, e complice la velocità con cui è possibile cambiare armi e incantesimi (ma anche la totale personalizzazione del layout dei tasti), si può dare vita a sequenze di gioco straordinarie. Il rovescio della medaglia è dato da un livello di difficoltà che dopo la prima parte tende a calare vertiginosamente. Questo fattore è dovuto in parte all’intelligenza artificiale dei nemici e ai loro pattern: sebbene siano stati revisionati continuano a risultare piuttosto semplicistici.
Tra remaster e remake
Dal punto di vista tecnico, il lavoro svolto per NieR Replicant ver. 1.22 è stupefacente. Come hanno più volte sottolineato gli sviluppatori, non si tratta di un remake vero e proprio, ma di una versione aggiornata. Insomma, è una di quelle produzioni che si pongono a metà tra la rimasterizzazione e il remake. Il mondo di gioco risulta ora più vivo e privo di quell’alone monocromatico che contraddistingueva i giochi della settima generazione, con colori più vivi. Le texture sono più rifinite, benché ci sia capitato più volte di notarne alcune con una risoluzione non proprio elevatissima. Le animazioni dei personaggi in combattimento sono più convincenti che in passato e su PS5 l’azione scorre fluida a 60 fotogrammi. Buoni anche i caricamenti che si attestano su una decina di secondi.
Quanto alla componente artistica, Toylogic ha svolto un lavoro eccellente, mentre la – già splendida – colonna sonora ha ricevuto un nuovo arrangiamento, oltre a nuove interessanti tracce. Ancora una volta il doppiaggio in inglese si conferma maestoso e segna il ritorno degli storici doppiatori, tra cui Liam O’brien e Laura Bailey. Buono ma non impeccabile l’adattamento dei testi in italiano, introdotto in questa versione. Talvolta abbiamo notato termini tradotti in modo letterale poco affini al contesto dei discorsi; siamo invece rimasti sconcertati dalla traduzione dei nomi di città. Anche in questo caso il team di traduttori ha optato per delle traduzioni letterali con risultati tutt’altro che convincenti. Crediamo che forse sarebbe stato più appropriato attingere ai testi giapponesi.
Contenuti aggiuntivi
NieR Replicant ver. 1.22 include anche dei contenuti aggiuntivi, come il DLC rilasciato nel 2010 con focus sul combattimento. Nei panni di Nier padre (un contentino per i fan del personaggio) dovrete superare vari stage eliminando nemici e boss. Completando le varie sfide sbloccherete nuove armi e costumi aggiuntivi. Ad ogni modo, il pezzo forte di questa edizione sono due contenuti inediti che aggiungono un po’ di carne al fuoco. Il primo di questi è accessibile nelle fasi avanzate della seconda parte dell’avventura ed è stato integrato in modo molto intelligente. Non vi diciamo altro, se non che si focalizza su una grossa nave naufragata – sulla spiaggia di Frontemare – sul quale dovrete investigare. Questa nuova storyline viene in realtà introdotta in modo molto subdolo, ma l’episodio si conclude circa in 20/30 minuti di gioco.
Il vero piatto forte di questa nuova edizione è comunque determinato da un nuovo finale. Rispetto agli altri è meno intuitivo da conseguire, ma vi assicuriamo che ne vale la pena. Senza aggiungere altro, possiamo solo dirvi che è un concentrato di Yoko Taro allo stato puro.
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