Grazie alla Scuola Internazionale di Comics di Torino abbiamo avuto la possibilità di incontrare virtualmente Daniele Di Nicuolo. Durante la round table sono emerse diverse considerazioni interessanti su Seven Secrets, sul suo stile e sulla sua visione del mercato fumettistico attuale.
Per chi non lo conoscesse, Daniele Di Nicuolo si forma in Italia come disegnatore, collaborando con varie case editrici come Sergio Bonelli Editore (Orfani) e Star Comics (Nick Banana). Di lì a poco, inizia a lavorare per il mercato americano facendosi notare dal grande pubblico come disegnatore della serie dei Boom! Studios Mighty Morphin Power Rangers. Al momento, è in corso di pubblicazione la sua prima serie creator-owned, Seven Secrets, con i testi di Tom Taylor, tradotta in Italia da Edizioni BD.
Cercherò di ripercorrervi qui sotto i punti più interessanti di questa bella chiacchierata.
Quali sono le tue maggiori fonti d’ispirazione?
Nasco prima di tutto come lettore di Manga e sono cresciuto con quel genere fumettistico. Il fumetto americano è arrivato solo dopo quando ho iniziato a studiare alla Scuola di Fumetto di Milano. Ho capito che, per diventare un disegnatore migliore, avevo bisogno di ampliare la mia cultura fumettistica. Tra gli autori che seguo maggiormente ci sono sicuramente Immonen, Ottley, ma anche Warren Johnson e Harren, che studio per i giochi di inquadrature e per cercare di ispessire il tratto. Le ispirazioni dal mondo dei manga si vedono soprattutto nella scansione delle vignette e in alcuni tagli particolari. Sono cresciuto con One Piece e Naruto, ma sicuramente anche Yusuke Murata è una grande ispirazione.
Come nasce Seven Secrets? Come ti trovi a lavorare con Tom Taylor?
C’è sempre un grande confronto con Tom. L’idea iniziale della storia viene da lui, ma alcuni elementi sono cambiati o si sono evoluti molto rispetto all’inizio. Sicuramente, già dal primo numero avevamo ben chiaro il finale e la durata precisa della serie. Inizialmente di 15 numeri, visto il grande successo, ci hanno dato a disposizione 18 issues. Lui mi manda degli script nei quali mi lascia grande libertà su come impostare le tavole.
Per quanto riguarda i personaggi, i design sono quasi tutti miei, nati dopo diverse discussioni con Tom. Ad esempio, il personaggio di Canto non doveva avere quel ruolo all’inizio e non indossava una maschera. Tom aveva paura che non si riuscisse a farlo ”recitare” bene così. Ci ho lavorato molto e ho fatto in modo che emergesse grazie alla sua gestualità e ai movimenti del corpo e Tom è rimasto davvero colpito dal risultato.
Ti sentivi meno libero quando lavoravi sulle serie legate ai Power Rangers?
Anche in quel caso c’è sempre stato un grande scambio di opinioni e idee tra me e gli autori, in particolare con Kyle Higgins. Tuttavia, la costruzione della storia era sempre stabilita anche con la supervisione di Hasbro.
Comunque, nel design di molti personaggi inediti ho ricevuto grande libertà di manovra e mi sono trovato a studiare per bene tutta la mitologia passata dei personaggi per inventare i nuovi costumi.
Come ti sei trovato a lavorare sui personaggi di Seven Secrets, ognuno di una nazionalità diversa?
Ho studiato molto per caratterizzarli in maniera evidente, in modo che anche solo vedendoli parlassero, ma facendo sì che non fossero macchiette estremizzate. Il mio compito era prendere elementi caratterizzanti di un paese e di una cultura, per renderli riconoscibili senza esagerare. Vi sarete accorti che sono presenti tantissime nazionalità, ma non c’è nessun americano!
Secondo te, perché Boom! Studios ha scelto un disegnatore italiano?
La scelta iniziale è della mia editor storica, che lavora con me dalle storie sui Power Rangers. Voleva, infatti, un disegnatore che avesse una sensibilità diversa rispetto al tipico autore americano. Inoltre, un disegnatore estero era perfetto per una storia con così tante nazioni coinvolte. È stata lei ad accostarmi a Tom, un autore che si è dimostrato sempre molto sensibile al tema della multiculturalità e non solo.
La parte iniziale ambientata in Italia è presente proprio perché ero io a doverla disegnare e abbiamo deciso con Tom di ambientarla a Venezia.
Progetti futuri in ambito creator-owned o con altre case editrici?
Al momento sono al lavoro su alcune storie brevi per un’antologia della Image Comics, su testi di Kyle Higgins. Inoltre, ho accettato una proposta top secret dalla Marvel e ho in cantiere un’idea come scrittore stavolta, che spero piaccia a qualche editore.
Ovviamente il mio cuore batte sempre nell’indie, dove mi sento più a casa, mentre mi sento meno legato ai supereroi. Comunque, anche quando tornerò a lavorare per una major, mi sono autoimposto di cercare di dare sempre voce alla mia idea di narrazione, anche se non corrisponde perfettamente alle classiche storie supereroistiche.
Ti piacerebbe tornare a lavorare in Italia o ti vedi sempre più nel mercato USA?
Non vedo grandi motivi per tornare a lavorare maggiormente nel mercato italiano. Non ho ricevuto nessuna proposta da editori nostrani e il mercato, in generale, offre molte meno possibilità lavorative rispetto a quello estero, dove mi sto trovando molto bene.
Daniele Di Nicuolo ha concluso poi dicendo che vedrebbe molto bene la sua opera trasposta in un Anime e spera che questo avvenga presto. In effetti, concordo nel pensare che una trasposizione animata sarebbe azzeccatissima per una storia come Seven Secrets! Intanto, la serie si sta per concludere in America e presto arriverà il terzo volume anche in Italia.
Se non l’avete ancora iniziata, vi invito a recuperare i due volumi usciti per Edizioni BD!
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