Dopo l’annuncio avvenuto nell’ormai lontano 2019 alla conferenza BlizzCon, Blizzard si è rimboccata le maniche per poterci offrire una nuova esperienza di gioco. I titoli di punti della software house statunitense li conosciamo, quindi, stiamo parlando del nuovo Diablo 4. Preferendo, infatti, la qualità alla quantità , sono passati ben undici anni dal precedente Diablo e, con esso, la tecnologia di sviluppo ma soprattutto l’avanzamento delle console e dei supporti con cui spremere la nuova creazione di casa Blizzard.
Vediamo, quindi, tramite questa recensione, cosa ci aspetta in Diablo 4.
Alle prese con un nemico mai visto prima
Il punto forte di Blizzard è la cura ed il dettaglio con cui vengono scritti e creati i filmati in cinematic, sia proposti al pubblico che in-game. Basti vedere il trailer di Diablo IV qui sopra, girato e trasmesso tre anni fa; ci troviamo davanti allo stesso tipo di contenuto anche nel prodotto finale con una quantità di dettagli immenso, oltre che ad una qualità dell’immagine ben studiata ed eccelsa.
Diablo 4 inizia, quindi, con la scoperta di un antico rituale in cui, tramite il sacrificio di tre individui e la donazione (non proprio volontaria) del loro sangue può tornare in carne Lilith. Attraverso il negromante Rathma a fare da guida al ritorno di Lilith vediamo, attraverso il filmato iniziale, la reincarnazione di una delle creature più potenti all’interno dell’universo di Diablo.
In cerca di un rifugio dall’Eterno Conflitto tra il Paradiso Celeste e gli Inferi Fiammeggianti, Inarius e Lilith hanno creato Sanctuarium e i Nefilim con la Pietra del Mondo rubata. Temendo la distruzione della sua prole ibrida, Lilith ha protetto con la violenza i Nefilim; questo ha portato Inarius a voltarle le spalle e a bandirla nell’abisso e i due sono diventati nemici. Il ritorno di Lilith preannuncia un’era di oscurità e dolore, toccherà , dunque, a noi ad equilibrare di nuovo le cose a Sanctuarium.
Il gioco si svolgerà , dunque, trent’anni dopo le vicende viste nel terzo capitolo.
Una nuova battaglia, con nuovi personaggi da creare
Al contrario dei precedenti capitoli, e soprattutto con Diablo 3, Diablo 4 perde 2 delle sette classi e personaggi che possiamo giocare. Questa non è sicuramente una nota di demerito riguardo a questo capitolo del gioco, anzi, Blizzard è riuscita a diminuire le classi pur mantenendo gameplay e dinamiche di gioco all’altezza. La scelta ricade, dunque, su una delle cinque classi proposte: Barbaro, Druido, Negromante, Tagliagole e Incantatore.
Dopo, il filmato introduttivo ci troviamo, quindi, davanti alla creazione del nostro eroe. L’editor che ci viene proposto è ben dettagliato in cui abbiamo una vasta scelta di alternative per creare il personaggio. Fin da qui possiamo subito notare l’elevato numero di dettagli e qualità alla base del gioco comprese le espressioni facciali ed i riflessi su tatuaggi e pelle del “PG“.
Avendo così tante scelte si cerca, dunque, di provare ogni combinazione e trovare la migliore che renda a livello visivo ed estetico.
Dritti a giocare
I primi momenti di gameplay di Diablo 4, dopo la creazione del personaggio, ci portano all’introduzione dei comandi attraverso tutorial. Per i veterani di Diablo è un gioco da ragazzi oltrepassare questo punto ed apprendendo le nuove dinamiche di gioco. Una delle novità del titolo è, infatti, l’albero delle abilità , uno schema in cui poter scegliere quali abilità apprendere al raggiungimento di un nuovo livello.
Tale albero delle abilità ci permette di sbloccare, nelle prime fasi, i vari attacchi del nostro eroe. In base a quale classe scegliamo avremo un’abilità base, sempre disponibile, e un’abilità primaria che consumerà risorse del personaggio, come Spirito o Mana. Con l’avanzare dei livelli possiamo ottenere altre quattro abilità utilizzabili in battaglia che possono darci una mano sulle statistiche di difesa, o, al contrario, applicare effetti sull’offensiva.
Questa è solo la punta dell’iceberg del nuovo albero abilità : per ogni abilità sbloccata possiamo, sempre tramite punti abilità , potenziare l’abilità stessa oppure le statistiche del nostro personaggio.
La seconda novità riguardo questo albero abilità è la sezione Eccellenza che sarà sbloccata una volta raggiunto il livello 50; da quel livello otteniamo punti eccellenza ogni quarto di livello per un massimo di 220 punti. Tutti i punti sono spendibili nei vari nodi per ottenere bonus utilizzabili sia in battaglia che in esplorazione.
Questo, invece, per i più veterani della saga di Diablo, è il menu del personaggio dove possiamo vedere gli equipaggiamenti, l’inventario e le statistiche del PG. Il menu è molto semplice da utilizzare e di facile interpretazione, come suo solito fare anche nei precedenti capitoli.
Verso l’analisi tecnica
Con questo nuovo Diablo 4, Blizzard ha fatto passi da gigante a livello tecnico, soprattutto a livello grafico con l’impatto visivo che il giocatore si trova davanti. Abbiamo già citato la cura maniacale dello sviluppatore riguardo i dettagli in gioco; in questo ambito, Blizzard ha inserito una grande quantità di oggetti distruttibili nell’ambiente di gioco, molti di più rispetto ai titoli precedenti. Questo, ovviamente, derivante dai mezzi più sviluppati per la creazione del titolo come il nuovo motore grafico utilizzato. Con questo engine, soprattutto su PC, si riesce a raggiungere un elevato livello di risoluzione, di riflessi e dettagli riproducibili. Il gioco in prova, infatti, è per versione PC, riprodotto a dovere su una RTX 3060 con dettagli al massimo (Full HD) senza alcun impuntamento sulla resa e sviluppo di frame.
Il comparto audio ha subito un ricco miglioramento e ci porta ad un livello di immersività elevata. Rispetto, infatti, alla versione Closed Beta provata, l’audio è nettamente migliorato come per i dialoghi. Il doppiaggio, ora in italiano, è stato registrato a dovere ed è ben “syncato” alla progressione del gioco. Questo è un valore aggiunto che può far la differenza sulle finezze che possiamo trovare all’interno di un’opera.
Riguardo la versione PC, piccolo appunto, è l’integrazione ai sistemi di illuminazione come ad esempio iCUE di Corsair; attraverso una tastiera RGB, ad esempio, ci viene proposta una personalizzazione delle luci in gioco che ci suggerisce le abilità pronte all’utilizzo e quelle in cooldown.
Conclusioni su Diablo 4
Diablo 4 è un gioco ben più che riuscito da parte di Blizzard. Sebbene l’attesa sia stata di quattro anni dopo l’annuncio del 2019, viene ben ripagata già dai primi minuti di gioco. Blizzard è riuscita alla creazione del vero successore di Diablo 3 con un gioco che immerge il giocatore in svariati tipi di approccio al gameplay, sia se si vuole intraprendere una verticalità sulla trama (divisa in sei atti) o addentrarsi in dungeon e missioni secondari. Da qui una piccola nota negativa che (personalmente) potrebbe portare il giocatore ad estraniarsi dalla trama favorendo più l’esplorazione.
Seppur, invece, ci sia la monetizzazione nel gioco, come promesso dagli sviluppatori, non sono presenti loot box acquistabili con denaro reale ma solamente oggetti cosmetici che non forniscono alcun bonus utile al personaggio.
Infine, Diablo 4, è un’ottima esperienza da intraprendere sia per i neofiti (con un po’ di pratica) ma soprattutto per coloro che hanno visto il gioco crescere nel corso delle generazioni. Non ci resta quindi che osservare ciò che gli sviluppatori avranno da offrirci con le Stagioni e come sarà portato avanti il supporto al gioco.
Siete già immersi nel mondo di Diablo 4? Quali caratteristiche del gioco vi piacciono e quali, invece, vi piacerebbe vengano migliorate? Fatecelo sapere nei commenti e continuate a seguirci su Nerdpool.it.
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