Bad Boys: Ride or Die, La Recensione

I Bad Boys di nuovo sul grande schermo: diversi, ma sempre gli stessi.

A quattro anni dall’uscita dell’ultimo capitolo, Will Smith e Martin Lawrence tornano a combattere il crimine a lottare per le persone che amano, e lo fanno a modo loro: nello stile degli iconici “Bad Boys”.

TRAMA

Una vita tranquilla e pacifica non sembra essere possibile per Mike e Marcus, poliziotti e partner da ormai trent’anni. Quando l’FBI e gli U.S Marshall iniziano ad indagare sulla carriera del defunto Capitano Howard, i due capiscono che anche loro sono in pericolo e che non possono fidarsi di nessuno.

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RECENSIONE

Il film inizia come iniziano quasi tutti gli altri: in macchina. I nostri Bad Boys vivono una vita al limite, ci regalano adrenalina e risate, e in questo quarto capitolo anche tanti effetti speciali. I registi El Arbi e Fallah non hanno badato a spese per le scene d’azione, con movimenti di camera repentini, inquadrature inaspettate ed esplosioni dai colori fluo.

La ricetta è sempre la stessa, ma devo ammettere che funziona. I Bad Boys sono ormai delle icone, ma non più semplici macchiette tutte spari e sarcasmo: vediamo sullo schermo anche le loro fragilità, gli anni che passano, le paure e le insicurezze; Marcus regala dei monologhi da santone e Mike sembra essersi finalmente accasato, ma il loro spirito e la loro complicità restano invariati. A differenza delle prime tre, questa è una storia che guarda molto al passato: proviamo nostalgia per i rimproveri del Capitano Howard, proviamo desiderio di riscatto nei suoi confronti e nei confronti dei due protagonisti (forse proviamo anche un pizzico di rimpianto per il personaggio di Will Smith, non più il solito scapolo e playboy incallito). Tutte queste sensazioni in un mischione di cliché, fuoco, azione e tante, tante botte. Sulla recitazione di Smith e Lawrence, niente da dire. Il loro è un duo che funziona, hanno un tempo comico perfetto, sguardi esilaranti e parlantina invidiabile: sono credibili.

Ormai il pubblico sa cosa aspettarsi da questo franchise, ma ne gode comunque, trova dinamiche ripetitive eppure non rimane deluso. “Bad Boys” è un titolo che risuona subito nella mente a ritmo di spari di pistola e “Bad boy, bad boys, watcha gonna do? Watcha gonna do when they come for you?”. Una trama lineare, dei personaggi ai quali ormai siamo affezionati e tanta ironia: “Bad Boys: Ride or Die” regala un paio d’ore di leggerezza, di cui ogni tanto abbiamo tutti bisogno.

IN BREVE

La recitazione è impeccabile, l’adrenalina è al massimo e gli effetti speciali esagerati. La solfa è sempre la stessa, ma il culto di “Bad Boys” è anche questo.

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