Asako Yuzuki nel suo romanzo Butter, edito da Harper Collins, ci racconta la figura femminile in Giappone, attraverso l’ossessione per il cibo e l’effetto che esso produce sia al corpo che all’anima.
Trama
La società giapponese viene scossa dalla morte misteriosa di tre uomini a Tokyo. Tutte e tre le vittime avevano in comune il fatto di aver mangiato, prima di morire, un piatto cucinato da Manako Kajii. La donna, servendosi di un sito d’incontri a scopo matrimoniale, aveva estorto denaro ad una serie di uomini, con la quale si intratteneva in ristoranti lussuosi e gli cucinava prelibatezze con cibi ricercati. Manako viene accusata di averli uccisi, viene condannata ed incarcerata. Ad agitare l’opinione pubblica non sono stati i presunti omicidi, bensì il fatto che Manako fosse in sovrappeso e che non rispecchiasse l’ideale di donna giapponese, perfettamente magra e composta. Manako non è né giovane, né bella ma è riuscita nell’impresa di circondarsi di uomini maturi pronti a fare qualsiasi cosa per lei.
Il caso attira l’attenzione della giornalista Rika Machida, unica donna che lavora presso una rivista prettamente maschile. Per emergere e puntare a diventare la prima caporedattrice donna, decide di voler intervistare Manako prima del processo d’appello. La donna non rilascia dichiarazioni ma Rika la convince promettendole di parlare solo di cucina.
Durante i loro incontri, Manako le spiega i suoi piatti e come devono essere mangiati. E’ ossessionata dal burro che reputa il cibo migliore tra tutti. Per comprenderla al meglio, Rika cucina le ricette di Manako, iniziando a provare delle sensazioni nuove ma strane. Questo la fa avvicinare molto alla detenuta, portandola a comportarsi come lei e credendo addirittura di essersene innamorata. Diventa la sua copia, prende molto peso e la gente intorno inizia a criticarla. Manako è un’abile manipolatrice che tratta Rika come una marionetta, facendole fare quello che vuole e usandola fino a quando non si stufa. Il suo è lo stesso comportamento che ha assunto con gli uomini che sono morti.
Rika se ne accorge soltanto dopo mesi, quando la perfidia di Manako colpisce anche la sua migliore amica Reiko, che scompare all’improvviso. Emerge finalmente la sua vera natura che Rika metterà nero su bianco in un’intervista, scombussolando nuovamente l’opinione pubblica. Al contempo però, attraverso il rapporto con Manako, riscopre se stessa e comprende quanto loro due in realtà siano vittime della società in cui sono cresciute.
Ormai è tardi per rimediare: la reazione di Manako non si farà attendere e colpirà la giornalista con l’obiettivo di distruggerla. Rika riuscirà a resisterle o farà la stessa fine delle vittime?
Perché non servirsi semplicemente di me? Posso mangiare, sentire e vedere al posto suo. Diventerò una parte di lei, che interagisce con il mondo esterno. Finchè io verrò qui, almeno il suo spirito sarà libero.
Recensione
Ispirato ad un caso di cronaca della truffatrice e serial killer “The Konkatsu Killer”, Asako Yuzuki fa una dettagliata analisi dell’atteggiamento della società giapponese nei confronti delle donne. La sua è una critica aspra che ci racconta mediante i comportamenti e i discorsi dei vari personaggi.
Le protagoniste del libro sono principalmente tre donne, accumunate da un passato problematico con le proprie famiglie. Sgomitano per avere un posto in società e utilizzano le loro armi migliori: Rika cerca di emergere nel proprio lavoro usando a volte il suo aspetto fisico, mentre Reiko si sforza di essere una brava moglie e futura madre. Manako, sebbene risulti la più tradizionalista tra le tre, antepone comunque il proprio piacere a quello per gli uomini, nonostante si dedichi anima e corpo a loro.
L’imperfezione non è contemplata e, non appena si esce dagli schemi prestabiliti, si è oggetto di critiche e disprezzo. La misoginia è ancora molto preponderante, di fatti le donne devono sempre compiacere gli uomini e mai se stesse. Sono ossessionate dalla cura della propria persona e questa cosa causa a molte di loro forti insicurezze. Le vicende narrate nel libro porteranno le tre donne prima a scontrarsi, poi a cercare di comprendere la propria natura, con l’obiettivo finale di accettarsi così come sono. Questa sarà per loro la forma di libertà più grande.
Nonostante la storia sia molto interessante e ben scritta, la gran parte del romanzo si concentra sulla preparazione di piatti culinari. Probabilmente l’obiettivo finale è quello di captare le emozioni dei personaggi mediante la cucina, specialmente attraverso l’utilizzo del burro. La descrizione talvolta maniacale delle pietanze può piacere ad una fetta di pubblico che ama cucinare. A chi non interessa, invece, suscita solo noia e pesantezza. E’ un vero peccato in quanto la trama risulta avvincente e i personaggi hanno un’evoluzione notevole.
Il libro potete trovarlo qui
Autrice
Asako Yuzuki, classe 1981, è una scrittrice giapponese. Nata e cresciuta a Tokyo, ha vinto innumerevoli premi ed è stata candidata svariate volte al “Naoki Prize”, prestigioso riconoscimento letterario giapponese. Le sue opere hanno riscosso subito successo in patria e sono state riadattate per sceneggiati televisivi o film. “Butter” è il suo settimo romanzo.
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