Un fim che non tralascia nulla e con scene d’azione scoppiettanti. City Hunter di Netflix, disponibile dal 25 Aprile sulla piattaforma streaming, si ispira fedelmente al manga di Tsukasa Hojo con cura e una regia sensibile all’identità originale del manga.
Il caro e indimenticabile Saeba
Un’ottima versione con attori in carne e ossa in questo nuovo live-action Netflix, che funge da buon “starter pack” per il pubblico nuovo alle avventure (o disavventure) del vecchio Ryo Saeba. Prodotto dalla giapponese Office Shirous, i fan dell’investigatore casanova possono ritenersi soddisfatti riguardo le loro aspettative dopo delusioni continue su vecchi live-action senza alcun pregio. Infatti, il nuovo live-action di Netflix è un adattamento degno di nota, cominciando dal cast: a interpretare lo “scultoreo”, agile esperto di arti marziali e donnaiolo Ryo Saeba, i riflettori hanno puntato su Ryohei Suzuki. Riuscendo a tirare fuori lo spirito innato di un innocuo burlone e “erotomane”.
Come in alcune scene che spiccano di più, in cui Ryo mette fuori dai giochi alcuni yakuza e si rende protagonista di esilaranti spogliarelli nei panni di stripper, in cui l’alcol accompagna le atmosfere festose; dimostrando quanto Suzuki si sia cimentato a pieno nel ruolo del protagonista. Passando alla fantastica Misato Morita (comparsa anche nel live-action di Kakegurui negli ep. 4 e 5) che fa sua la personalità di Kaori Makimura, esaltando le qualità del personaggio: l’umanità e gli ideali che l’hanno sempre contraddistinta da un Ryo “terra terra”, possedendo una grande forza di volontà e una pazienza ai minimi storici. Invece, Makimura lo riveste un Masanobu Ando diverso dal solito, e Fumino Kimura assume l’identità di Saeko Nogami, la sensuale poliziotta del manga di cui la personalità audace sembra sia stata purtroppo limata.
Una nuova gemma action
Quindi, come già accennato, il City Hunter di netflix è un buon punto di partenza per conoscere il mitico Ryo Saeba, una buona versione contemporanea. La trama che si incentra su una nuova drgoa che trasforma le persone in superuomini prende ispirazione da uno degli archi narrativi più grandi del manga, legata al passato di Ryo e makimura, con la polvere d’angelo e la Union Teope. In poco tempo, dall’inizio del fim abbiamo una chiara visione del world building in cui siamo catapultati con un buon equilibrio tra commedia e dramma, sfoggiando una versione elegante e fedele del manga del Sensei Hojo.
La Shinjuku che troviamo è vibrante, colorata e la musica ci accompagna costantemente con la colonna sonora dell’anime: Get Wild di Tm Network. Le scene d’azione sono una chicca ben riuscita, di cui si possono fare vanto pochissimi altri live-action, con azioni realistiche ma molto coreografiche. Probabilmente alcuni criticheranno la scelta di aver usato un tono umoristico molto simile all’anime, come gli spogliarelli di Ryo, ma anche questo dimostra che è rimasto fedele all’opera originale purtroppo o per fortuna. In definitiva, questo City Hunter di Netflix è un prelibato live-action divertente e di cui lla piattaforma streaming può farsi vanto, grazie ai suoi grandi sforzi di somigliare all’opera originale, fa un’offerta apprezzata a uno dei pezzi più classici del mondo dei manga.
Gli elementi dell’opera originale in perfetto equilibrio
In definitiva, questo City Hunter di Netflix è un prelibato live-action divertente e di cui la piattaforma streaming può farsi vanto, grazie ai suoi grandi sforzi di somigliare all’opera originale, fa un’offerta apprezzata a uno dei pezzi più classici del mondo dei manga.
Pur rallentando nella seconda parte del film, City Hunter continua a intrattenere spensieratamente, ma con un intento introspettivo sulla pellicola, con due ore di una storia autoconclusiva che adatta l’arco narrativo dell’Angel Dust, la droga prodotta dalla Union, bilanciando action, comedy e drama. Pur rallentando nel corso del minutaggio, City Hunter continua a distribuire un’azione che non annoia mai, e che riprende la propria grinta nel corso del climax.
La soddisfazione di un live-action ben costruito
Purtroppo però, il prezzo da pagare per una buona riuscita “tecnica” di questo live-action è la scarsa personalità . Sforzandosi oltremodo di somigliare al manga e all’anime, c’è un eccesso di “dipendenza” dall’opera originale. Sicuramente è un leggero difetto che si può sopportare, considerando altri lungometraggi malamente riusciti come il City Hunter del ’93 di Hong Kong Golden Harvest con Jackie Chan e Joey Wong, una commedia a sé ma che sfruttava eccessivamente la popolarità . Oppure l’adattamento francese Nicky Larson et le parfum de Cupidon che ha lasciato il segno non nel migliore dei modi.
City Hunter ha ricevuto diversi adattamenti live-action nel coro degli anni, di cui i fan hanno ricevuto per la maggior parte una brutta delusione; ma ora, con questo nuovo lungometraggio Netflix, ci si può ritenere soddisfatti. Infatti, Netflix sembra che recentemente tenga d’occhio e a cuore maggiormente i desideri dei fan, in questo caso dei manga e anime, nel momento in cui l’opportunità di un live-action si presenti. Un esempio apprezzabile è quello di One Piece, ma anche di Yu Yu Hakusho, due degli ultimi live-action che la piattaforma streaming ha lanciato e che sono stati accolti abbastanza calorosamente dal pubblico.
Questo film di Yuichi Sato, omaggia l’opera originale modernizzandola, con la forte presenza di Ryohei Suzuki, con un cast compatto e scene d’azione coreografiche. Il tutto contenuto in un recipiente composto da dramma e commedia in equilibrio. Una sorpresa che nessuno si aspettava e nessuno sapeva di aver bisogno, ma che ci ha gradevolmente stupito e che speriamo abbia un sequel.
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