Defending Jacob è la miniserie di Apple TV+ basata sull’omonimo romanzo di William Landay. La serie segue le vicende che coinvolgono Andy Barber (Chris Evans), un assistente del procuratore distrettuale la cui vita viene sconvolta quando suo figlio Jacob (Jaeden Martell) è indagato per l’omicidio di un compagno di classe. Andy e sua moglie Laurie (Michelle Dockery) fanno di tutto per provare l’innocenza del figlio.
Se non sapete di cosa stiamo parlando o se vi siete persi gli altri episodi della serie, trovate qui recap e recensione dell’ultimo episodio.
Il recap dell’episodio 1×07 di Defending Jacob, “JOB”
Con l’episodio 1×07 di Defending Jacob arriviamo finalmente al processo “Commonwealth vs Jacob Owen Barber“. All’inizio della prima udienza, Joanna (l’avvocato difensore di Jacob) fa alcune mozioni preliminari, e chiede che Andy si unisca alla difesa in qualità di secondo avvocato. Chiede inoltre che non sia permesso all’accusa di menzionare alla giuria William Barber, il padre di Andy condannato all’ergastolo per omicidio. Il giudice approva e l’udienza prosegue con i discorsi di apertura degli avvocati. Più tardi, all’uscita dal tribunale, Andy riconosce nella folla l’uomo della Lincoln blu e avverte immediatamente Duffy. Questa lo raggiunge e lo identifica. Si tratta di James O’Leary, un gangster con precedenti penali che viene ingaggiato per ogni genere di lavoro sporco.
Nei giorni successivi, il processo prosegue con l’esame dei testimoni, tra cui Peterson, uno dei detective che aveva lavorato con Andy alle indagini. Peterson parla molto bene di Andy, e conferma che il suo coinvolgimento non è stato insolito né sospetto. Logiudice inizia ad accusare un po’ di nervosismo e a commettere errori. In particolare, mentre interroga una consulente tecnica, tira fuori un coltello che doveva (secondo l’accusa) essere simile al coltello posseduto da Jacob. All’obiezione della difesa, il giudice non ammette il coltello nel procedimento, in quanto l’accusa non aveva ancora in alcun modo collegato un coltello simile all’imputato. Interrogata dalla difesa, l’esperta conferma anche che quasi 500 diversi modelli di coltelli potrebbero essere stati usati nell’omicidio.
La testimonianza del Detective Duffy
Al banco dei testimoni, anche Duffy parla molto bene di Andy e della sua etica del lavoro. Alle domande dell’accusa, Duffy ammette che parte dell’indagine è andata avanti alle spalle di Andy, quando hanno avuto notizia della faida tra Jacob e Ben e che Jacob possedeva un coltello compatibile con l’arma del delitto. Rivela inoltre che sul computer di Jacob era stata trovata della pornografia violenta, coerentemente con quello che Derek aveva detto ad Andy settimane prima sul “cutter porn“.
Duffy conferma anche che era stata lei la prima persona a sospettare di Patz, non Andy, contestando le affermazioni di Loguidice, secondo cui l’accusa a Patz sarebbe stata solo un tentativo di Andy di coprire Jacob. Logiudice chiede quindi a Duffy se abbia mai assistito a comportamenti violenti da parte di Andy: la detective risponde negativamente. Allora Logiudice le ricorda l’episodio in cui Andy, provocato dai commenti di Logiudice sul padre, lo aveva attaccato e spinto contro il muro.
Al racconto dell’episodio e alla menzione del padre di Andy il giudice diventa furioso per il comportamento scorretto di Logiudice (in quanto lo stesso giudice aveva già deliberato che non si sarebbe dovuto fare riferimento alle vicende relative a William Barber) e lo avverte che alla prossima scorrettezza dell’accusa avrebbe annullato il procedimento.
La rivelazione di Derek
L’ultimo testimone chiamato dall’accusa è Derek, l’amico di Jacob, che racconta nel dettaglio come quest’ultimo fosse vittima di bullismo da parte di Ben. Tutti rimangono sbalorditi quanto Derek rivela l’esistenza di una storia scritta da Jacob, e da questo postata online con il nickname JOB (le iniziali di Jacob). La storia racconta in prima persona e in modo esplicito e dettagliato l’omicidio di Ben Rifkin.
Andy e Laurie sono furiosi quando lasciano l’aula, e Andy chiede a Jacob se abbia veramente ucciso Ben Rifkin: anche la sua incrollabile fede nell’innocenza del figlio inizia a vacillare. Jacob nega, sostenendo che si tratti “solo di una storia”, niente di più.
Tornati a casa, Andy e Joanna lavorano alla strategia per il giorno successivo, anche in vista del fatto che McGrath è scappato in Florida e non è più rintracciabile, e l’unico testimone rimasto da sentire è Leonard Patz. Pensano ora di chiamare Sarah a testimoniare, per far luce sul rapporto tra Ben e Derek e magari insinuare il dubbio sulla colpevolezza di quest’ultimo. Jacob non vuole che Sarah sia coinvolta, ma Andy mette a tacere il figlio, dicendogli che dopo il segreto scoperto quello stesso giorno in aula non ha più voce in capitolo sull’argomento.
Intanto, dall’altra parte della città, un Leonard Patz visibilmente turbato e in lacrime scrive una lettera ai genitori di Ben sul retro del suo mandato di comparizione in tribunale. Nell’ultima riga si legge: “Sono stato io a uccidere Ben.”
Recensione dell’episodio 1×07
Che con questo episodio saremmo arrivati al processo e quindi alla resa dei conti era diventato ormai chiaro, dato il ritmo trattenuto degli scorsi episodi. Il processo non tradisce le attese, unendo dramma, rivelazioni e un po’ di humor, risultando nell’insieme interessante e gradevole da seguire.
Punto di forza dell’episodio è sicuramente la danza degli avvocati, che esaminano e contro-esaminano i testimoni e si sfidano a colpi di obiezioni. Il ritmo è sostenuto senza diventare mai pesante: il giudice dà i tempi, dirige il gioco e spezza la tensione con le sue reazioni ironiche.
Un peccato che il personaggio di Laurie sia messo così da parte nell’episodio. Se non fosse per un litigio con Andy, sul finale, non avrebbe praticamente mai parlato. Comprensibile, dato il fatto che Laurie non ha un vero e proprio ruolo da spendere nel processo, ma comunque un peccato.
Pollice in sù per Joanna, in questo episodio un po’ avvocato, un pò lottatrice, un po’ mamma. Pronta, agguerrita ma tranquilla, con la sua voce ferma e piccole pacche sulle spalle dei suoi assistiti, Cherry Jones riesce a trasmettere una sicurezza affettuosa.
Breve carrellata dei punti dolenti
L’aver visto così poco delle indagini durante la serie ha sicuramente aiutato a creare il colpo di scena dell’episodio, ma ha anche tolto molto ad una serie che, dal principio, prometteva un’indagine su un omicidio. Arrivati al penultimo episodio scopriamo informazioni in mano all’accusa che sembrano spuntare dal nulla.
Anche la confessione di Patz sembra troppo gratuita e anticlimatica, dato che non abbiamo visto quasi nessuna indagine sul suo conto. La questione sembra dileguata in fretta, a fine episodio, e servita allo spettatore solo per scagionare Jacob (nel momento di massimo caos sul suo conto) e dirigere la trama verso il finale. Infine, l’episodio non esaurisce gli eventi riguardanti il processo, pertanto meno di un episodio sarà dedicato all’udienza davanti alla Grand Jury – non resta che sperare che sia abbastanza.
Il series finale verrà rilasciato il prossimo venerdì, su AppleTV+.
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