Defending Jacob è la miniserie di Apple TV+ basata sull’omonimo romanzo di William Landay. La serie segue le vicende che coinvolgono Andy Barber (Chris Evans), un assistente del procuratore distrettuale la cui vita viene sconvolta quando suo figlio Jacob (Jaeden Martell) è indagato per l’omicidio di un compagno di classe. Andy e sua moglie Laurie (Michelle Dockery) fanno di tutto per provare l’innocenza del figlio.
Se non sapete di cosa stiamo parlando o se vi siete persi gli altri episodi della serie, trovate qui recap e recensione dell’ultimo episodio.
Il recap dell’episodio 1×08 di Defending Jacob, “After”
L’episodio 1×08 di Defending Jacob si apre con Andy che viene svegliato la mattina presto dal telefono che squilla. Si tratta di Joanna, che lo informa che nella notte Patz si è suicidato, lasciando un biglietto in cui confessa di aver ucciso Ben.
Il caso di Jacob è chiuso. La famiglia si reca in tributale, dove Logiudice ha presentato un nolle prosequi, ossia ha ritirato tutte le accuse. Jacob è un uomo libero. Mentre i Barber salutano Joanna nel parcheggio, il padre di Ben Rifkin corre verso di loro urlando, furioso, ma O’Leary lo afferra e lo getta a faccia in giù contro una macchina, immobilizzandolo, e chiede ad Andy cosa vuole che faccia con lui. O’Leary si rivela quindi un vecchio amico del padre di Andy, mandato da questo a proteggere la famiglia del figlio.
Qualche giorno dopo il processo Andy incontra Lynn, la procuratrice distrettuale, che gli chiede di tornare a lavorare con lei, ma Andy rifiuta. Lei lo saluta e gli fa sapere che l’indagine su Patz si è conclusa, che inizialmente alcune cose non quadravano ma che tutto si è sistemato e il caso è stato chiuso. Quando Andy carica gli ultimi dei suoi effetti personali dell’ufficio nel bagagliaio dell’auto, vede la sua chiave inglese e si ricorda di Padre O’Leary, che aveva minacciato settimane prima proprio con la stessa chiave inglese. Il giorno dopo, quando Laurie esce con Jacob per fare compere per l’imminente viaggio della famiglia in Messico, Andy si reca in Connecticut per fare visita al padre.
Una volta arrivato, Andy gli chiede se abbia assunto O’Leary per far scagionare Jacob. Billy inizialmente nega, ma Andy è convinto che sia andata così perché una vecchia Lincoln era stata avvistata fuori dall’appartamento di Patz la notte del suicidio. In un flashback, vediamo O’Leary puntare una pistola alla testa di Patz, che scrive in lacrime la sua confessione, prima di ucciderlo con una corda attorno al collo. Billy gli dice: “Puoi essere un brav’uomo, oppure puoi essere un buon padre. Io non sono nessuna delle due cose, lo so. Ma tu puoi scegliere.”
Andy è perseguitato da questa rivelazione. Laurie nota un cambiamento nel suo comportamento, ma Andy non le rivela la verità, dicendole di essere in pensiero per la nuova carriera e il trasloco (la famiglia Barber aveva infatti deciso di lasciarsi tutto alle spalle e andare a vivere altrove, magari in Colorado, dove Laurie aveva ricevuto un’offerta di lavoro).
Il viaggio in Messico
Arrivato il Natale, i Barber vanno in vacanza in Messico, dove Jacob fa subito amicizia con una coetanea, Hope, che soggiorna nel loro resort. A Capodanno, Jacob e Hope progettano di partecipare a una festa appena fuori dall’hotel, mentre Andy e Laurie escono a cena. Quando fanno ritorno al loro appartamento, poco prima di mezzanotte, Jacob è già rientrato. Questo spiega ai genitori che lui e Hope hanno litigato e che lui ha lasciato la festa in anticipo. La mattina dopo, però, la polizia locale trattiene e interroga Jacob. Hope è scomparsa. La polizia ritira i passaporti dei Barber e gli chiede di non lasciare il resort. Quella notte, Laurie si sveglia e nota che Andy non è a letto. Lo trova seduto sul balcone, ubriaco e incoerente. Andy le confessa quindi tutta la verità su suo padre e O’Leary.
La mattina dopo, i Barber apprendono che la polizia ha ritrovato Hope. Un ragazzo le aveva dato un sedativo, alla festa, l’aveva portata via e nascosta a casa sua. I Barbieri lasciano il Messico e tornano a casa.
Laurie è però ancora sconvolta dalla scoperta e non riesce a tornare alla normalità. Inizia a non parlare e a comportarsi in modo strano. Va fuori dalla casa dei Rifkin e vede dalla finestra la madre di Ben in lacrime. Le è scivolato dalle mani un bicchiere di vetro e, nel raccogliere i pezzi rotti, stringe i frammenti nella mano insanguinata. Quando torna a casa, Laurie dice ad Andy che il giorno successivo avrebbe portato Jacob a tagliare i capelli.
Il mattino dopo, in macchina, Laurie è visibilmente turbata e chiede a Jacob se abbia ucciso Ben. Gli rivela quindi che Patz è stato ucciso, non ha confessato. Jacob nega e Laurie continua a pressare con le domande, alzando la voce e iniziando ad accelerare. Nel frattempo, Andy trova l’album delle fotografie di Jacob tra le cose da gettare nel trasloco, e capisce che c’è qualcosa che non va con Laurie. Prova a chiamarla al cellulare ma questa non risponde, continua a guidare a tutta velocità. Jacob la supplica di rallentare, ma lei non lo fa. Il ragazzo, nel panico, le dice di aver ucciso Ben, qualsiasi cosa lei voglia sentire pur di farla rallentare. Ma Laurie capisce che non scoprirà mai la verità, e mentre il figlio continua a non risponderle ma a urlarle di rallentare, lei esce di strada e schianta l’auto contro un cavalcavia di pietra.
L’udienza davanti alla Grand Jury
Torniamo quindi al presente, al procedimento davanti alla Grand Jury. Logiudice chiede ad Andy perché Laurie non sia un aula, e apprendiamo che il 22 febbraio Laurie e Jacob sono stati ricoverati nel reparto di terapia intensiva, in seguito all’incidente. Nessun’altra macchina è stata coinvolta nell’impatto e i testimoni hanno dichiarato che l’auto di Laurie è uscita fuori strada. Andy spiega che stava andando troppo veloce e ha perso il controllo dell’auto. Logiudice dice che gli altri automobilisti, però, non avevano notato alcun tentativo di riportare il veicolo in carreggiata, e che quella mattina Laurie aveva cercato di chiamare più volte sia Joanna Klein che la Dott.ssa Vogel. Logiudice afferma che Laurie abbia cercato di uccidere il figlio e dice ad Andy di voler solo sapere la verità, per rendere giustizia a Jacob. Nonostante tutto, Andy continua a insistere che si sia trattato solo di un incidente.
Dopo l’udienza, Andy si dirige all’ospedale. Jacob è in coma, il suo corpo immobile è attaccato al respiratore. Laurie invece è sveglia, quindi Andy le dà una buona notizia. La Grand Jury ha deciso che si è trattato di un incidente, e Laurie è stata sollevata da ogni accusa. Laurie è contenta, e dice ad Andy che le infermiere hanno notato segni di ripresa in Jacob, che forse potrà risvegliarsi. Laurie teme però che, se Jacob dovesse uscire dal coma, penserà che lei abbia tentato di ucciderlo.
L’episodio si chiude con Andy che torna a casa, una casa vuota, buia e invasa dagli scatoloni pronti per il trasloco. Si versa un drink, va in camera di Jacob e si siede da solo al buio sul letto.
Recensione dell’episodio 1×08
Con l’ottavo episodio, Defending Jacob arriva al finale di stagione e risponde agli ultimi interrogativi rimasti aperti. Nel complesso, l’episodio è ricco di eventi e colpi di scena (alcuni prevedibili, altri molto meno). La trama arriva finalmente all’epilogo e la serie raggiunge il climax del dramma di ciascuno dei membri della famiglia Barber.
Andy perde la sua incrollabile certezza e arriva a credere nella colpevolezza del figlio, quando Hope scompare. Ma Andy è un “family man“, dopo il crollo trova il modo di ricostruirsi e rimettere a pezzi i cocci della sua famiglia, persino del suo rapporto con il figlio. Proprio perché viene da un’infanzia traumatica, farebbe di tutto per aggrapparsi all’illusione di normalità che la sua famiglia gli consente di mantenere viva, e farebbe qualunque cosa per mantenerla intatta.
Jacob, che nell’arco di tutta la serie è sempre sembrato distaccato dalle sue emozioni e da quelle degli altri, pur continuando a negare di aver commesso il crimine, quando è in auto con la madre e teme per la propria vita si lascia andare al panico, al terrore, alle suppliche, ad emozioni molto umane; di colpo si torna a vederlo per quello che è: un ragazzino di quattordici anni perso, angosciato e nel panico.
Infine, Laurie. In tutta la serie l’abbiamo vista tenersi faticosamente in equilibrio tra i dubbi sul figlio, la paura di cosa le riserverà il futuro, i sensi di colpa per non essere stata in passato una buona madre o per non essere ora una madre all’altezza della situazione. La parabola a questo punto diventa però discendente, Laurie sprofonda piano nel corso dell’episodio ma senza scampo. Al contrario del marito, è spinta dalla necessità di trovare la verità: diventa chiaro che altrimenti non riuscirà mai a lasciarsi tutto alle spalle e tornare alla normalità.
Chris Evans, Jaeden Martell e Michelle Dockery danno vita a tre interpretazioni umane, sofferenti e bellissime. In generale, la sceneggiatura dello show è in grado di catturare e descrivere in maniera molto vivida e realistica il dramma psicologico dei protagonisti, come questi reagiscono alle situazioni e eventualmente vi soccombono.
La linea narrativa della serie
Sapevamo sin dal primo episodio che quello che vediamo nel corso della serie è frutto del racconto di Andy durante l’udienza davanti alla Grand Jury, o comunque dei suoi pensieri e ricordi mentre racconta. Scopriamo però solo in quest’episodio che l’udienza riguardava Laurie, più specificatamente la causa che Logiudice cerca di muovere contro di lei per il tentato omicidio di Jacob. Tuttavia, nel fiume degli eventi che scorrono, lo spettatore a volte non ha modo di capire cosa Andy effettivamente condivida con la giuria. Ci sono dei casi in cui è facile capirlo: ad esempio, è chiaro che Andy non racconti alla giuria le sue paure (o certezze) sull’intenzione di Laurie di uccidere Jacob, perché lo vediamo ripetere più volte che si è trattato di un incidente – nonostante lo spettatore veda cosa sia successo tra Laurie e Jacob in auto.
In altri casi, è più difficile capire cosa, tra gli eventi cui lo spettatore assiste, faccia solo parte della introspezione di Andy e non della sua testimonianza alla giuria. L’esempio più lampante, che si avvicina pericolosamente ad essere un buco di sceneggiatura, è la questione di Padre O’Leary. Noi scopriamo la verità, vediamo O’Leary uccidere Patz, vediamo Andy andare a chiedere spiegazioni al padre e tornare a casa turbato, vediamo Andy ubriaco rivelare tutto a Laurie. Non è però chiaro se Andy abbia raccontato queste cose alla giuria. Ci sono due possibilità: forse vediamo questi avvenimenti, ma Andy non li ha raccontati in aula. Non vediamo però Andy esitare, o negare la ricostruzione (come succede quando nega che Laurie intendesse fare del male al figlio).
D’altra parte, però, non ha senso assumere che Andy abbia condiviso queste informazioni con la giuria. Jacob, infatti, non è stato dichiarato innocente, alla fine del suo processo: semplicemente, le accuse nei suoi confronti sono state ritirate. Alla luce delle nuove informazioni su O’Leary, Logiudice potrebbe muovere nuove accuse contro il ragazzo. Non c’è motivo di credere che Andy (di professione l’equivalente dei nostri pubblici ministeri) non abbia pensato a questo rischio e abbia condiviso queste informazioni.
Quando però tutta la trama che scorre nel corso di otto episodi si dispiega tramite lo stratagemma del flashback nei racconti di Andy, è un peccato arrivare alla fine dell’ultimo episodio e realizzare di non aver modo di distinguere cosa, tra gli eventi cui abbiamo assistito, è stato raccontato veramente da Andy e cosa no.
Alla serie, arrivata ormai alla conclusione, si potrebbe anche obiettare di non aver distribuito gli eventi e i colpi di scena in maniera uniforme durante i vari episodi. Alcuni episodi e molte delle linee narrative appaiono, alla luce dell’epilogo, troppo diluite o comunque trascurabili rispetto al finale. L’impressione è di aver girato in tondo per un paio di episodi di troppo, prima di accelerare (letteralmente!) nell’ultimo episodio.
Il confronto con il romanzo
La serie Defending Jacob è tratta dall’omonimo romanzo di William Landay. Nel romanzo, però, l’epilogo della storia è molto diverso. Prima di tutto Hope, la ragazzina con cui Jacob fa amicizia in vacanza, viene trovata senza vita, e Laurie trova una macchia di sangue sul costume da bagno di Jacob. La donna, ormai convinta della colpevolezza del figlio, schianta l’auto contro il cavalcavia ma, nel romanzo, Jacob non sopravvive all’urto.
La serie TV lascia i contorni della vicenda molto più sfumati. Lasciando in vita Hope, non abbiamo elementi in più per credere nel coinvolgimento di Jacob nell’omicidio di Ben. Soprattutto, lasciando in vita Jacob, seppure in coma, la serie racconta una storia che rimane incompiuta, il dramma di Andy e Laurie è ancora più vivo, perché questi sono lasciati a rimettere insieme i cocci della loro famiglia.
Inoltre, nonostante la storia copra tutti gli eventi del romanzo e sia costruita come una mini-serie, poiché Jacob rimane in vita alla fine dell’ultimo episodio, nulla esclude che la storia possa proseguire, magari nel corso di una seconda stagione. D’altra parte, se Thirteen Reasons Why ci ha insegnato qualcosa, è che non si uccide il protagonista di una serie alla fine della prima stagione!
Evans, produttore esecutivo della serie, ha dichiarato in un’intervista per Variety di non essere sicuro che la serie troverà un seguito. Non ha escluso la possibilità, ma dice di non essere convinto che i Barber abbiano ancora qualcosa da raccontare in termini di trama. A questo punto non ci resta che stare a vedere!
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