Dopo la trilogia iniziata nel 2011 da Rupert Wyatt e terminata da Matt Reeves nel 2017, il franchise del Pianeta delle Scimmie è pronto a raccontare una nuova avventura con protagonisti nuovi primati. Diretto da Wes Ball (Maze Runner), il Regno del Pianeta delle Scimmie vede nel cast Owen Teague, Freya Allan, Kevin Durand e William H. Macy.
Trama de Il Regno del Pianeta delle Scimmie
Sono trascorsi 300 anni dalla morte di Cesare, molte scimmie si sono stazionate attraverso diversi clan nell’oasi in cui lo scimpanzé li condusse poco prima della sua dipartita. Noa (Owen Teague), dopo aver visto il suo villaggio essere ridotto in schiavitù da Proximus Casear (Kevin Durand), intraprende un viaggio assieme a Raka, un saggio orango tango e Mae (Freya Allan), una giovane umana.
Il lascito di Cesare
Uno dei punti forti (se non IL punto forte) della trilogia reboot, si trovava sicuramente nella figura di Cesare. Un’icona cinematografica molto spesso sottovalutata che, grazie alle incredibili prove attoriali di Andy Serkis, aveva ritrovato una nuova luce a distanza di quarant’anni dalla prima apparizione. Dopo l’ottima chiusura di Matt Reeves, il franchise ha deciso di percorrere, almeno per ora, una strada diversa rispetto all’impronta più riflessiva che avevano i primi film. Tutto questo non è del tutto negativo, in quanto, con il Regno del Pianeta delle Scimmie, ci viene proposta un vero e proprio viaggio tra la natura incontaminata…o quasi.
Il Viaggio dell’eroe
Cesare passa il testimone a Noa e, con sé, il peso di essere la figura carismatica del film. In questa nuova avventura dal sapore starwarsiano, dopo aver assistito all’uccisione del padre e al saccheggio del suo villaggio, lo scimpanzé protagonista parte per un viaggio che lo metterà di fronte alla scoperta del mondo fuori dalla sua bolla. Un’avventura adrenalinica all’insegna della consapevolezza e crescita di un nuovo leader.
Proximus Caesar
«Siete tutti a casa, ora. Scimmie sono forti. Con… o senza me»… le ultime parole famose di Cesare, travisate completamente dal clan fratricida dell’antagonista di quest’ultima pellicola. Come ogni buon film che si rispetti, il villain deve essere caratterizzato allo stesso modo dell’eroe (se non meglio ancora) per potergli permettere di avere l’equilibrio adatto. Ebbene Proximus, che ha una presenza scenica piuttosto importante, risulta essere più apparenza che sostanza. Non è quasi mai una vera minaccia per il nostro protagonista se non per il potere datogli dalle scimmie. Nella lotta al miglior villain della saga reboot, tra il colonnello (Woody Harrelson), il bonobo Koba (Tobey Kebbell) e Proximus Caesar, quest’ultimo si piazza all’ultimo posto.
Scimpanzé sempre più verosimili e umane
Come dicevamo prima, Andy Serkis grazie al Motion Capture è riuscito a trasmettere uno spettro di emozioni incredibili con il suo Cesare. Ebbene, la computer grafica, seppur impiegata in modo molto più sostanzioso rispetto ai precedenti, sembra essere lievemente calata in alcune delle scene in movimento. Il lavoro sui primi piani, però, resta sempre di un livello altissimo, in particolare nelle scene finali con l’acqua.
Un’ambientazione selvaggia
La natura ha, quindi, preso il sopravvento sulla civiltà . Le città non mostrano più segni di vita umana se non per l’altezza di grattacieli ormai sovrastati completamente da alberi e rampicanti. Un contesto apocalittico interessante, che si avvicina esteticamente a quello di The Last of Us per certi versi, ma che può e deve, dal prossimo film in poi, alzare l’asticella della saga. L’augurio è che, come per la trilogia reboot iniziata pian piano a crescere, anche questa nuova avventura di Noa andrà a svilupparsi in crescendo.
In conclusione, la nuova pellicola di Wes Ball è un buon film, funzionale anche come starting point per chi si vuole avvicinare allo storico franchise de Il Pianeta delle Scimmie.
Vi ricordiamo che, il Regno del Pianeta delle Scimmie, vi aspetta al cinema dall’8 maggio 2024!
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