La seconda stagione di La legge di Lidia Poët sará disponibile su Netflix dal 30 ottobre 2024 e riprenderá le avventure dell’avvocatessa pioniera Lidia Poët, interpretata da Matilda De Angelis.
Trailer
Sinossi
Nei nuovi episodi, Lidia si concentra sulla politica per combattere le restrizioni legali di genere, spingendo suo fratello Enrico a candidarsi per il Parlamento per poter cambiare la legge a favore delle donne. La trama esplora ulteriormente il rapporto turbolento tra Lidia e Jacopo e introduce un nuovo personaggio, il procuratore del re Fourneau, che tratta Lidia come sua pari, portandola a riflettere sulle sue scelte e sacrifici personali.
Recensione
La seconda stagione de La legge di Lidia Poët arricchisce ulteriormente il ritratto dell’avvocata Lidia Poët, con un intreccio di trame investigative e sfide sociali che affascina per l’approfondimento emotivo e le ambientazioni d’epoca. Lidia, interpretata da Matilda De Angelis, è un personaggio magnetico, la cui determinazione a superare le restrizioni imposte alle donne del suo tempo non è solo un fatto personale, ma un riflesso della lotta per l’uguaglianza di genere. La serie esamina come la società sia pronta a lasciarsi cambiare, o meno, da un’individualità così forte, rendendo Lidia un modello di coraggio e indipendenza che si scontra con un mondo dominato da leggi scritte da uomini.
Uno degli elementi più apprezzabili della stagione è l’esplorazione dei rapporti interpersonali, che diventano sempre più complessi e stratificati. Il legame con il fratello Enrico è sfaccettato e talvolta conflittuale, dato che Lidia cerca di spingerlo a candidarsi al Parlamento per favorire le sue battaglie legali, mettendo alla prova il loro sostegno reciproco. Anche la relazione con Jacopo, suo interesse amoroso, si evolve tra tensioni e momenti di rinnovata complicità, aggiungendo una componente romantica che non perde mai di vista l’indipendenza e la priorità di Lidia per i suoi ideali.
L’introduzione del procuratore Fourneau, un uomo che riconosce l’intelligenza di Lidia e la tratta da pari, porta una svolta interessante: mette in risalto la sua capacità di influenzare le istituzioni, ma la costringe anche a fare i conti con le scelte personali. Fourneau diventa così un personaggio di specchio che, sebbene in contrasto con Lidia su molti temi, la sfida a riflettere su cosa sia disposta a sacrificare in nome della sua missione.
Visivamente, la serie si conferma uno spettacolo avvincente. Le scenografie e i costumi riproducono l’Italia della fine dell’Ottocento con cura, e il sapiente uso di luci e colori nelle scene d’interni e d’esterni contribuisce a evocare l’atmosfera di un’epoca carica di contraddizioni. Il ritmo della narrazione è sostenuto, con episodi che riescono a mescolare momenti di suspense, indagine e riflessione, riuscendo ad attrarre un pubblico ampio grazie a un tono che oscilla tra il dramma e il giallo investigativo.
In sintesi, La legge di Lidia Poët non è solo una serie storica, ma una riflessione sui limiti e le conquiste dell’emancipazione, un tema universale che rende il viaggio di Lidia non solo coinvolgente, ma anche profondamente attuale.
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