La prima parte della stagione finale di Manifest è ora disponibile su Netflix. I nuovi dieci episodi sono sbarcati sulla piattaforma streaming il 4 novembre 2022. Manifest è una serie TV drammatica sovrannaturale. La trama si sviluppa a partire da un volo turbolento: una volta atterrati, i passeggeri scoprono che sono passati cinque anni dalla loro partenza. La quarta stagione risulta particolarmente attesa e sospirata dai fa. Infatti, le prime tre stagioni sono andati in onda su NBC. Il canale ha cancellato la serie senza molto preavviso per il calo di ascolti, impendendo un effettivo finale. La vicenda ha avuto però un lieto fine: su grande richiesta dei fan, Netflix ha comprato Manifest e ha prodotto una stagione finale di 20 episodi totali.
La prima parte della quarta stagione esce proprio il 4 novembre. Non si tratta di una data casuale. Infatti, i passeggeri del volo 828 scoprono di essere atterrati il 4 novembre 2018, anziché nell’aprile 2013.
Nei nuovi episodi, tornano i volti familiari di Manifest: Melissa Roxburgh (Michaela Stone), Josh Dallas (Ben Stone), Parveen Kaur (Saanvi Meyer), Ali Lopez-Sohaili (Eagan Tehrani), Luna Blaise (Olivia Stone), J.R. Ramirez (Jared Vasquez), Daryl Edwards (Robert Vance) e Matt Long (Zeke Landon). Vediamo inoltre alcune aggiunte. In particolare, Ty Dorian entra nel cast regolare interpretando la versione adolescente di Cal Stone. Ecco il trailer della stagione finale:
Nella quarta stagione, Manifest riprende dopo un’ellissi di due anni. Ben Stone è distrutto dal dolore per la morte di sua moglie Grace e per il rapimento di sua figlia Eden, eventi con cui si è chiusa la terza stagione. Intanto, Michaela Stone lo ha sostituito come leader della “scialuppa”, continuando a cercare un modo per salvare sé e gli altri passeggeri dalla data di morte.
Di seguito, potete leggere la recensione senza spoiler della prima parte di Manifest 4.
Netflix alza il livello
La quarta stagione di Manifest non si limita a mantenere il livello abbastanza buono delle precedenti stagioni. I nuovi episodi risultano addirittura di una qualità nettamente migliore. Probabilmente il merito va a Netflix, che ha investito molto nella serie dopo la cancellazione da parte di NBC. Come spesso capita, la piattaforma streaming ha comprato la serie per preparare una stagione finale davvero ricca ed avvincente. Innanzitutto, rispetto alle stagioni precedenti, la trama si sviluppa in modo più chiaro: il pubblico riesce a seguire i vari passaggi per poi fare le eventuali ipotesi.
In ogni episodio, vediamo proseguire le storie dei passeggeri del volo 828: oltre a Ben e Michaela, le puntate si concentrano su una o due sottotrame al massimo. Si alternano inoltre alcuni flashback, utili per comprendere gli eventi compresi nei due anni di ellissi. In questo caso, sembra azzeccato l’utilizzo dei filtri che opacizzano le immagini. Infatti, sottolineano il distacco temporale e il velo nostalgico, sempre presente nella stagione. In generale, la fotografia della serie risulta particolarmente d’impatto, soprattutto per l’uso di colori contrastanti durante le “chiamate”.
Ho sentito una chiamata, è stato orribile. Tutto è stato inghiottito da cenere e distruzione. E’ tutto collegato.
Ben Stone
Personaggi di Manifest molto approfonditi
Durante la quarta stagione, continua l’approfondimento dei protagonisti. Ben e Michaela sono da sempre due personaggi molto interessanti, ma vengono mostrati in modo avvincente e credibile nei loro nuovi ruoli. Ben si presenta come un uomo sopravvissuto ad una tragedia terribile, la perdita della moglie e della figlia. Josh Dallas interpreta con profondità questa situazione, avvantaggiato anche dal cambio di look che evidenzia la sua disperazione. Grace (Athena Karkanis) non appare effettivamente nella prima metà della quarta stagione: non si tratta di un’assenza che influisce negativamente. Il suo personaggio non era particolarmente convincente, al contrario viene ricordato in modo poetico da Ben e dalla sua famiglia.
Michaela invece sviluppa il suo spirito da leader, solo accennato precedentemente. Ma oltre agli impegni da capo della scialuppa, la donna si trova in una situazione sentimentale complicata. In uno degli episodi, la vediamo festeggiare il suo anniversario di matrimonio con Zeke. I due appaiono come una coppia affiatata: la loro storia affascina il pubblico senza apparire eccessivamente sdolcinata e surreale, ma sicuramente matura. Nel frattempo, Michaela si accorge di provare ancora dei sentimenti per Jared, l’ex fidanzato poliziotto. Nelle parti che condividono – spesso sulla scena del crimine – i due personaggi mostrano una particolare sintonia, con delle interpretazioni convincenti da parte di Melissa Roxburg e J.R. Ramirez. Per il momento, queste interessanti dinamiche non hanno ottenuto molto spazio, ma probabilmente scopriremo gli sviluppi nella parte finale.
Il mistero di Cal
La trama di Manifest è caratterizzata da numerosi elementi sovrannaturali, come le “chiamate” e la “data di morte”. L’enigma principale della prima parte della quarta stagione è senza dubbio la presenza di Cal. Alla fine della terza stagione, il bambino interpretato da Jack Messina è sparito per tornare in una versione cresciuta, portata in scena da Ty Dorian. Il giovane attore propone un’interpretazione più matura di Cal. Il ragazzo si deve confrontare all’improvviso con le sfide dell’adolescenza, oltre che con le sue responsabilità per il rapimento di Eden… Alla fine della prima parte della quarta stagione, avviene poi un colpo di scena davvero inaspettato. Il cambiamento subito dal personaggio rende la serie più dinamica e crea interazioni interessanti con gli altri protagonisti, come Olive. Tuttavia, troviamo un piccolo errore nella rappresentazione di Cal. Da bambino ha gli occhi abbastanza scuri, mentre da ragazzo ha gli occhi azzurri. Chiaramente è una svista più che trascurabile, ma sarebbe stata facilmente risolvibile.
Enigmi ad alto impatto emotivo
Nel corso della quarta stagione di Manifest, i passeggeri del volo 828 continuano la ricerca di una possibile soluzione per annullare la loro “data di morte”. Olive ad esempio cerca ancora indizi nella mitologia e nelle storie antiche, arriverà poi ad aiutarla un altro personaggio con un ritorno inatteso. Si alternano inoltre alcune scene d’azione molto curate, capaci di creare adrenalina e tensione, grazie anche all’utilizzo dello spazio angusto. Questo tipo di scene corrispondono momenti fortemente emotivi, più introspettivi. Non casualmente Zeke ha recentemente acquisito il potere dell’empatia… La serie in effetti sta giungendo alla fine e si prepara a commuovere i fan: la tensione aumenta, le sfide affrontate dai protagonisti si fanno sempre più opprimenti.
Proprio per via della conclusione all’orizzonte, Manifest ha accelerato il ritmo negli ultimi episodi della prima parte. Se da un lato la ricchezza e la concitazione delle puntate mantengono alta l’attenzione, dall’altro alcuni sviluppi necessitano di tempo per risultare credibili. Ad esempio, le relazioni tra i vari componenti della famiglia Stone evolvono in modo eccessivamente repentino. Questo tipo di cambiamenti ha bisogno di maggiore respiro e, in generale, diversi dettagli rischiano di perdersi nella fretta di creare un finale in grande stile.
Non sprecare il tuo miracolo nel dolore. Meriti di meglio.
Jared Vasquez
In una trama caratterizzata dalla tragicità , manca quasi totalmente l’ironia. Nel maggior parte delle scene non sembra un’assenza pesante, ma alla lunga sarebbe stata utile per variare maggiormente i toni.
La famiglia Stone in Manifest
Fin dal principio della serie, la famiglia Stone ha occupato il centro della serie. Oltre ai vari sviluppi relativi a Cal, la prima parte della quarta stagione mostra nuovi aspetti delle relazioni tra i protagonisti. Ad esempio, vediamo molta interazione tra Zeke e i suoi nipoti, Olive e Cal. Tale scelta ci offre una visione più completa del nucleo familiare, oltre che più verosimile. Per la prima volta dall’inizio della serie, vediamo gli Stone vivere tutti sotto lo stesso tetto, mentre cercano un nuovo equilibrio nonostante il vuoto lasciato da Grace. La famiglia dà origine a numerose scene commuoventi: il decimo episodio in questo senso stupisce estremamente i fan con una fortissima carica emotiva, con dialoghi profondi. Ciò afferma l’animo corale della serie.
Lei ci ha scelto. Un legame diretto con la coscienza divina.
Michaela Stone
Robert Zemeckis si conferma una mente creativa brillante e variegata con Manifest, una serie che potrebbe affermarsi come il nuovo Lost. Anche se alcuni passaggi – ad esempio quelli relativi al rapimento di Eden – risultano a volte appena prevedibili, la trama è ben articolata e capace di catturare l’attenzione degli spettatori. I quaranta episodi degli episodi trascorrono davvero velocemente. Anche una degli antagonisti principali, ovvero Angelina Meyer, contribuisce a creare un clima movimentato, sempre sul filo del rasoio. L’interpretazione essenziale dell’attrice (Holly Taylor) riesce a fare accapponare la pelle con un solo sguardo, trasmettendo inquietudine.
La Parte 1 della quarta stagione di Manifest sorprende il pubblico con una trama commuovente e ricca di dettagli. Netflix prepara le basi perfette per concludere la serie in grande stile. Con poche mancanze abbastanza irrilevanti, Manifest sviluppa dei personaggi completi e profondi, come Michaela e Ben. Le vicende personali dei protagonisti si intrecciano in modo efficace agli eventi sovrannaturali caratteristici della serie.
Potete guardare la prima parte della quarta stagione di Manifest su Netflix, dal 4 novembre.
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