Il panorama del fumetto italiano è sempre più florido, e la dimostrazione la possiamo trovare in tutte le librerie dove, in molti casi, vediamo arrivare tantissimi autori emergenti. Questo è anche il caso di Lidia Bolognini, Alessandro Atzei e Manuele Morlacco che giungono nelle fumetterie e librerie di varia con il loro primo fumetto: Awarè, pubblicato da Star Comics. In occasione del lancio del volume, abbiamo avuto modo di porre loro qualche domanda e scoprire qualcosa in più su di loro e il loro fumetto.
Lidia, Alessandro, e Manuele, benvenuti su Nerdpool.it.
Lidia, Alessandro e Manuele: Ciao e grazie per l’intervista!
Tre giovani per una sola storia: qual è stato il percorso formativo che vi ha portato alla creazione di Awarè?
L: Ho frequentato il Liceo Artistico ad Imperia e poi mi sono diplomata alla Scuola Internazionale di Comics di Torino. Ho poi iniziato a collaborare con sceneggiatori usciti come me dalla Comics e successivamente ho pubblicato il mio primo fumetto da disegnatrice “Di Ghiaccio e di Roccia”, con la Colber Edizioni in collaborazione con Philippe Colombo.
M: Io e Ale invece abbiamo un percorso meno convenzionale nel mondo del fumetto, o almeno non accademico. Arriviamo entrambi dal liceo classico e io ho studiato Chitarra Jazz e Composizione al Conservatorio di Torino.
A: Io invece ho studiato Lettere classiche e poi Filologia all’università. Io e Manu siamo un po’ degli outsider. Abbiamo letto tantissimo, studiato, sperimentato e sbagliato mille volte. Ci siamo presi il nostro tempo e poi ci siamo buttati. Awarè è il nostro lavoro d’esordio e siamo super emozionati.
Come è nata la vostra collaborazione?
M: Io e Ale ci conosciamo da una vita. Quando eravamo ragazzini suonavamo insieme in una band di scappati di casa come noi e che dopo molti anni alla fine si è sciolta. Volevamo comunque continuare a fare musica assieme ed è così che è nata la prima versione di Awarè,
che doveva essere una mascotte del nostro nuovo progetto musicale.
A: Abbiamo iniziato a caratterizzare questo personaggio e gli abbiamo creato un mondo attorno senza nemmeno accorgercene. Alla fine abbiamo deciso di provare a trasformalo in un libro a fumetti, dandogli una storia vera e propria. Quando ci è sembrato di avere qualcosa
di decente in mano abbiamo contattato Lidia, con la mail più imbarazzante della storia (ridono)
L: Ho conosciuto Ale e Manu prima su Instagram (dopo quella famosa mail) e poi dal vivo a Torino quando mi hanno parlato meglio del progetto a cui volevano dare vita. La parte che mi ha attirata e convinta è stata sicuramente quella della musica, ho scorto subito tutte le
possibilità che potevano nascere dall’unione dei miei disegni a fumetti e del loro talento e la cosa mi ha emozionata molto.
Awarè è la vostra prima opera e avete creato un mondo capace di risuonare tremendamente vicino al nostro, ma con caratteristiche uniche come le parti animali nelle persone. Da dove è nata quest’idea?
M: All’inizio le caratteristiche animali nel character design avevano un peso notevole nella prima stesura di Awarè. Nella versione definitiva invece sono rimaste una scelta estetica che speriamo possa dare più personalità al mondo di Muòn e alla città di MokMok (in cui è
ambientata la nostra storia).
Il protagonista, Awarè, ha dei tratti animali più accentuati rispetto agli altri e questi risultano efficaci nel raccontare la storia e le sue emozioni senza bisogno di parole. Ma perché avete scelto proprio il panda rosso? (animale del quale sono un fan)
A: Era carino.
M: Era carino.
L: Confermo, era super carino.
La musica è una parte molto importante in Awarè, così come nella vita di tutti noi. Se doveste assegnare una canzone a ognuno dei tre protagonisti, quale sarebbe?
A: Per non fare un torto a nessuno, sceglieremo una canzone per un personaggio a testa. Per Awarè scelgo “Enemies” di Post Malone.
L: Per Moroi direi “Itte” di Yorushika.
M: E io scelgo “Flaming Hot Cheetos” di Clairo per Komorebi.
Senza fare alcun tipo di spoiler, è possibile un seguito per Awarè o uno spin off sul mondo che abbiamo cominciato a vedere?
(si guardano)
A: Le idee sono tante, speriamo di riuscire a concretizzarle (occhiolino)
Ultima domanda: qual è stata l’opera, di qualsiasi tipo e genere, che più vi ha formato come persone?
M: Questa domanda è complicatissima, mannaggia! Sceglierne una sola mi mette un po’ in difficoltà, lo ammetto. Forse sarà considerato “barare”, ma mi imporrò di scegliere solo tra fumetti e manga, giusto per rimanere in tema. E in questo caso non posso che farmi guidare
dal cuore e dire “Slam Dunk”.
A: Voglio giocare anch’io con le regole di Manu, perché altrimenti sarebbe davvero impossibile. Ad istinto, tra tutti scelgo “Planetes” di Makoto Yukimura.
L: Io invece stravolgo tutto e scelgo le canzoni e i video dei Vocaloid. Sicuramente hanno influito tantissimo con il loro stile e ora che ci penso mi è sempre piaciuta l’idea di unire illustrazione e musica. Forse deriva proprio da lì!
Ringraziamo moltissimo Star Comics per la possibilità, e vogliamo augurare il meglio a Lidia, Manuele e Alessandro per la loro carriera appena cominciata!
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