Nioh 2 è uscito e, dopo le folte schiere di demoni affrontate, ecco la nostra recensione.
Il Giappone di Nobunaga
Il titolo si colloca nel tardo 1500, dove seguiremo l’avventura del protagonista e di Tokichiro. Quest’ultimo è un mercante che, intravedendo la natura Yokai del nostro personaggio, vede un’opportunità di creare un duo per scalare le classi sociali. Nioh 2 si apre così, con un incipit snello, diretto.
La trama non è mai stata il punto forte della saga e questo titolo non fa eccezione: sicuramente migliore rispetto al suo predecessore, la narrativa è una cornice al gioco vero e proprio. Probabilmente ciò è anche dovuto alla natura storica del titolo, che a noi occidentali risulta un po’ estranea.
Mentre in Nioh avevamo William che scopriva il Giappone, qui il nostro protagonista non parlerà , acuendo l’impressione di essere spettatori di una narrazione basica di eventi storici “noti”. Per chi cerca soprattutto la narrazione, dunque, è bene che sappia a cosa si va incontro.
Sarà infatti Tokichiro a far andare avanti la trama, spingendoci ad affrontare varie missioni per diventare i guerrieri più importanti di Oda Nobunaga, importante personaggio della storia Giapponese già brevemente apparso in Nioh.
L’esplorazione dei livelli
Il Team Ninja ha decisamente migliorato la costruzione dei livelli di questo capitolo. L’esplorazione gioca un ruolo fondamentale per comprendere il design di ogni location e – soprattutto – per carpirne tutti i segreti, principalmente i Kodama. Pochi santuari fungono da check-point all’interno di livelli pieni di shortcut da aprire/rompere/scoprire per connettere le aree.
Gli sviluppatori hanno ampliato i livelli in Nioh 2, creando anche molta varietà all’interno della stessa mappa: capita molto spesso di partire da un’ambientazione (ad esempio un villaggio) e terminare in una completamente diversa (magari una grotta).
Ovviamente, questa varietà all’interno dei livelli gioca “a sfavore” della varietà tra le missioni: molte hanno ambientazioni simili con strade che possono confondere il giocatore che non ha imparato a memoria le mappe.
Un’avventura bellissima
La realizzazione dei nemici è davvero ben curata: molto più dettagliati di prima e, grazie alle migliorie apportate all’illuminazione, molto più “realistici”.
La nostra recensione è stata fatta su una PS4, scegliendo le impostazioni per il framerate fisso a 60 fps che, tranne qualche situazione di sovraffollamento a schermo, vengono mantenuti piuttosto bene.
L’ambientazione risente invece della cura riservata ai dettagli. I molti asset riutilizzati spezzano un po’ l’immersione del titolo, con qualche “déjà vu” di troppo.
Combattimenti all’arma bianca…
Il gameplay di base è esattamente lo stesso del primo Nioh, d’altronde squadra che vince non si cambia: posa alta, media e bassa, attacco pesante ed attacco leggero, magie e ninjutsu. Cambiato drasticamente, invece, il metodo di acquisizione delle abilità .
Ogni arma ha, infatti, un albero delle abilità proprietario che è possibile potenziare, sbloccando così nuove peculiarità per l’arma corrispondente.
Rimossa inoltre la meccanica (molto sbilanciata) dell’arma vivente, sostituita con la forma Yokai. Ce ne sono tre diverse con attacchi unici che si ricaricano ed utilizzano come la vecchia arma vivente.
Anche gli spiriti guardiani ritornano con abilità sbloccabili tramite le caratteristiche del personaggio, e con la possibilità di equipaggiare i nuclei di Yokai. Questi nuclei sono la grande novità del sistema di combattimento: armonizzandoli al proprio spirito guardiano è infatti possibile utilizzare le tecniche di alcuni nemici a nostro vantaggio.
Non da meno è però l’introduzione di nuove armi ed il ritorno di quelle dei DLC: tonfa, odachi, falce e accette portano un respiro di aria fresca ai moveset di Nioh 2.
… e con troppe armi a distanza
Forte di un sistema di combattimento collaudato e migliorato, il piazzamento dei nemici è un punto dolente di questo titolo. A differenza del precedente capitolo, in Nioh 2 ci sono tanti, troppi arcieri nemici sparsi per la mappa a complicare l’avanzata del giocatore che, a meno di voler combattere con una telecamera che è più adatta ad uno scontro con pochi nemici, si troverà ad uccidere dalla distanza prima di iniziare il combattimento vero e proprio.
In zone scomode, con numerosi nemici che fanno già un danno considerevole, la presenza di nemici a distanza spesso risulta più un fastidioso inconveniente che una sfida divertente da affrontare.
Team Ninja ha comunque introdotto numerosi nemici con attacchi unici e pattern distintivi. In particolare hanno aggiunto mostri non umanoidi, variando anche il tipo di approccio che il giocatore deve adottare nel combattere un determinato nemico.
Le prese però sono forse l’attacco peggiore che i nostri avversari hanno a disposizione. Nonostante siano molto prevedibili, soprattutto verso la fine del gioco essere afferrati significa morte certa. Per questa ragione gli scontri, specialmente contro i boss, risultano decisamente frustranti perché gli errori vengono puniti troppo duramente.
Tiriamo le somme
Nioh 2, l’avrete compreso dalla recensione, è un buon sequel. Prende ciò che c’era di buono in Nioh e lo migliora con qualche aggiunta e limatura nei punti più importanti.
L’impressione che suscita è di star giocando ad una continuazione naturale del primo capitolo. Tuttavia è proprio questa caratteristica che rischia di diventare il suo tallone d’Achille. Non distanziandosi quasi per nulla dallo stile del precedessore, si ha l’impressione di star giocando quasi ad un DLC.
Chiaramente uno di quelli molto curato e variegato, come può esserlo The Old Hunters (Bloodborne) o Blood and Wine (The Witcher 3), però non si percepisce una vera e propria evoluzione.
È sempre bene riconoscere i punti di forza del proprio lavoro, ma forse questa volta Team Ninja si è adagiata su una formula che ha funzionato per Nioh, senza rinnovarla abbastanza.
Rimane comunque un ottimo Diablo-like con combattimento Souls-like molto longevo e con ampi spazi di sperimentazione con le varie armi e le varie strategie di gioco.
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