Lettori, di film horror da quando scrivo per Nerdpool ne ho recensiti davvero tanti. Infatti di fronte ad un’anteprima di film dell’orrore non so in alcun modo resistere, e finisco con il dire sempre di si. Se siete però degli abituali frequentatori delle nostre recensioni, saprete che i miei giudizi sono però anche molto severi. Infatti, essendo io un cultore del genere in tutte le sue forme, ho visto e letto tanto horror. Ciò mi ha permesso da una parte di affinare con gli anni il mio gusto, ma ha anche contestualmente alzato (e non di poco), la mia asticella, rendendomi pignolo ed esigente.
L’ultimo horror che mi aveva davvero convinto era stato Talk To Me, se volete sapere il perché leggete la recensione senza spoilers, poi solo delusioni. Nel caso di Omen: L’origine del presagio, non siamo sullo stesso livello di quella piccola perla, e d’altra parte parliamo di film concettualmente molto diversi, essendo il primo un film quasi indie, mentre Omen è parte di una saga decennale. Ma era dai tempi di Talk to Me per l’appunto, che un film horror non ci impressionava positivamente.
Come ci è capitato spesso di dire, il genere horror è una mamma sempre incinta, che sforna decine di film l’anno in tutto il mondo. La qualità però è sovente stata sacrificata sull’altare della qualità . Risulta dunque sempre più difficile trovare film horror interessanti. Nonostante i tantissimi miliardi spesi, il mercato ristagna.
In questa recensione vi racconteremo perché questo film invece, pur non essendo originalissimo, merita di essere visto.
Una breve sinossi
Quando una giovane donna americana viene inviata a Roma per iniziare una vita di servizio alla Chiesa, scopre un’oscurità che la porta a mettere in discussione la propria fede e a svelare una terrificante cospirazione, che spera di far nascere il Male in carne e ossa.
Le nostre impressioni
All’inizio questo Omen parte un po’ lento e a tratti sembra banale. Diciamo che ci mette un po’ ad ingranare e ad introdurci il contesto e i personaggi. Poi però acquisisce un buon ritmo e inizia a decollare. La storia inizialmente sa di già visto: collegio femminile, bambina problematica, monaca novizia di buoni sentimenti. Insomma, sembrava un po’ The Nun II, di certo non un complimento. Il compito non era facile perché c’era tanto da raccontare per ricollegarsi agli eventi del primo film uscito a metà degli anni ’70. Ecco se dovessimo trovargli un difetto, c’è molto da dover mandare giù in termini di trama. In tal senso il film, forse fa troppe spiegazioni un po’ didascaliche, soprattutto verso la fine.
Poi però il film parte, cresce in tensione e la nebbia fitta di una trama che non si capiva bene dove volesse andare, inizia a diradarsi. Dalla scena in giardino, dirvi di più sarebbe spoiler, il film acquisisce una vera vena horror. Il ritmo si fa più incalzante, il film inizia davvero a coinvolgere lo spettatore e ci sono delle sequenze davvero notevoli. Tra queste quella già citata, quella dell’incidente per le strade di Roma e quella del parto. Da quel punto il film vi trascina fino al doppio finale aperto, per così dire, perché ci riporta al primo storico film della saga. Lato tensione, oltre che sui soliti jump scare e scene splatter, l’orrore viene costruito gradualmente, disvelando gli orrori che si celano dietro il velo di apparente normalità . Questo è sicuramente il lato più inquietante e centrato del film.
In un mondo senza fede
L’idea alla base del film, e dunque della saga di Omen, continua a piacere, ed è in qualche modo tornata anche abbastanza attuale, togliendo la parte del soprannaturale. Siamo negli anni della contestazione giovanile, le persone si allontano dalla fede e dalla chiesa, che vede il suo millenario potere sgretolarsi. Infatti, se le persone non credono, chi ha bisogno di loro? Le chiese sono vuote e le strade sono piene di giovani non più timorati di Dio. Un gruppo di uomini di chiesa corrotti, decide dunque di evocare nientemeno che l’anticristo, per controllarlo. Ok, ok lo abbiamo detto, c’è tanto da mandare giù, ma quanto detto sinora non è incredibilmente attuale? La crisi dei valori tradizionali su cui si è fondato l’Occidente per secoli, forme di potere millenarie che per sopravvivere devono trasformarsi, adattandosi ai tempi moderni. Il tutto condito da un pizzico di eugenetica. Insomma, una sorta di clero nazista, corrotto dalla brama di potere.
Comparto tecnico e prove attoriali
Tecnicamente Omen: L’origine del presagio non è perfetto. Ma parte prima di tutto da un buon comparto musicale. La computer grafica non è sempre perfetta, ma non se ne abusa troppo, sapendo probabilmente di non poterselo permettere. Certo a volte si esagera, come nella scena del vomito… ma il film resta comunque abbastanza solido. Le scene più interessanti del film sono anche quelle meglio girate (le abbiamo citate nel precedente paragrafo). L’atmosfera non viene spezzata da sequenze anti-climatiche, mantenendo costante la discesa nell’orrore. Ci sono buoni movimenti di macchina, soprattutto con dei primi piani davvero interessanti. Si fa un buon uso delle luci e di una fotografia vintage interessante.
Le prove attoriali elevano sicuramente il film. Partiamo dalla protagonista interpretata da Nell Tiger Free, che nonostante la giovane età , mette in campo una prova di livello. Infatti si è calata nel ruolo e propone una recitazione convinta e qualitativamente crescente. Promosso in generale tutto il resto del cast, ma una menzione d’onore va fatta ad una bravissima, con la b maiuscola, Sônia Braga. Nonostante abbia un ruolo minore riesce a tirare fuori un’intepretazione di grandissimo livello, anche solo dal lato dell’espressività .
Conclusioni
Questo ultimo capitolo di Omen riaccende sicuramente i riflettori su una saga in parte dimenticata dal pubblico. Pur non essendo un film horror dalla grandi intuizioni o dalle idee che rivoluzioneranno il genere è sicuramente sopra la media dei film horror attuali, che è bassa. Intrattiene, spaventa e coinvolge lo spettatore grazie ad una scrittura centrata. Aver visto gli altri film serve? Si e no. Se li avete visti coglierete tanti riferimenti, altrimenti il film si regge comunque sulle sue gambe. Probabilmente poi vi verrà voglia di recuperare almeno il primo, nonché il più bello, primo film originale “Omen” datato 1976. Dunque promosso!
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