Nel mondo del fumetto ci sono opere che possono essere considerate veri e propri capisaldi, letture imprescindibili, capaci di ridefinire il mondo fumettistico in determinati momenti, e contesti, storici. Se pensiamo al mondo dei supereroi, la nostra mente non può che andare a due opere di grande spessore: Watchmen e Il ritorno del Cavaliere Oscuro; ma ci sono altre opere che hanno ridefinito generi diversi, dimostrando che la nona arte è un medium capace di veicolare altre tipologie di storie che, fino a quel momento, erano relegate a produzioni indipendenti. Questo è il caso di Sin City, una delle opere più famose del maestro Frank Miller, che ne cura testi e disegni, e recentemente ristampata in Italia da Star Comics. Una storia pulp e hard-boiled, genere mai realmente apparso e adattato al fumetto, che ha vinto diversi Eisner Award, adattata molto fedelmente al cinema e che ha portato Miller nell’olimpo del fumetto.
La città del peccato e delle femme fatale
Marv è un uomo incredibilmente grande, quello che in molti definirebbero un orso, un frequentatore di bordelli che preferisce la vita notturna di Sin City, la città del peccato, perché così può star lontano da occhi indiscreti. L’uomo si innamora di Goldie, la prima splendida donna che lo tratta come una persona e non come un mostro, ma la sua visione per il futuro è distrutta il mattino successivo quando Marv trova la donna morta nel suo stesso letto. Come un cavaliere d’altri tempi, Marv, decide di trovare chiunque sia stato a uccidere Goldie e vendicarsi. Ha così inizio una caccia all’uomo serrata, fatta di intimidazioni, durissimi scontri con la polizia e con chiunque provi a mettere il bastone fra le ruote di Marv che, sospinto dalla sua grande motivazione, si è trasformato in un treno in corsa impossibile da fermare.
Molto più di un adattamento di un genere letterario
Sin City è chiaramente ispirato ai romanzi gialli, in particolare a quella sottocategoria hardboiled e pulp, ma pensarla in questa maniera è riduttivo perché i personaggi prendono forma di fronte a noi; inoltre, alcuni dei grandi stilemi del genere vengono, in parte, sovvertiti. La femme fatale che solitamente viene rappresentata come la dama in pericolo, oltre che l’interesse amoroso del protagonista, qui diventa la vittima, si trasforma nella miccia iniziale di tutta la vicenda.
Marv è un protagonista atipico per il genere, non ha la volontà di aiutare il prossimo, non è risucchiato in qualcosa di più grande di lui a causa del suo stesso buonismo, lui è mosso solo dal desiderio di vendetta nei confronti di chi gli ha portato via l’unica persona che l’abbia mai guardato con dolcezza.
Da contorno alle avventure di Il Duro Addio, vediamo anche come la città di Sin City prenda forma, diventando anch’essa protagonista del racconto. Le sue strade, i suoi vicoli, la sua storia, la visione politica, elementi che prendono forma grazie alle parole dell’autore che ne dipinge i contorni, fino a entrare nel vivo della città del peccato, anche in questo caso reinventando, in parte, il genere perché tutti gli autori hanno sempre descritto luoghi che conoscevano molto bene.
L’apice stilistico
Frank Miller scrive e disegna Sin City, regalando una visione unica al lettore. Il suo stile, diventato iconico grazie a Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, qui raggiunge il proprio punto più elevato. Impeccabilmente sporco, rigorosamente in bianco e nero, così da amplifica quel senso retrò di quella letteratura pulp che, negli anni ‘90, si era quasi perduta completamente. Una visione così particolare, ridotta all’osso, capace però di catturare immediatamente il lettore nel suo mondo fatto di peccati e vendetta dove, nonostante piova poco, la pioggia diventa un tratto iconico, mentre luce e controluce ribaltano bianco e nero nelle tavole che compongono l’opera.
Proprio lo stile unico di Sin City impediva a Miller di venderne i diritti per il cinema, nonostante fosse stato già avvicinato diverse volte per un adattamento cinematografico della sua opera. Questo finché non è arrivato Robert Rodriguez che convince il maestro a realizzare due adattamenti dopo aver visto le tecniche con le quali potevano realizzare la sua visione stilistica e la loro qualità effettiva. Dall’associazione tra Rodriguez e Miller nascono quindi gli storici adattamenti cinematografici Sin City (2005) e Sin City: Una donna per cui uccidere (2014), due film che hanno mostrato il possibile successo di un adattamento fedele delle opere fumettistiche al cinema.
Opera immortale
Sin City: Il Duro Addio è il primo tassello dell’opera più grande di Frank Miller, un capolavoro immortale del genere e del fumetto, reso ancora più grande dall’edizione cartonata proposta da Star Comics. Capace di trasportare il lettore nella città del peccato descritta dall’autore e vera protagonista della storia. Una storia iconica che ha saputo trasportare un genere nel fumetto e farlo tornare alla ribalta in un momento storico per il medium.
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