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Westworld 3×08: recensione e recap dell’ultimo episodio, finale di stagione; Nolan ci mostra “la bellezza” di una serie tv [SPOILER]

HBO ha trasmesso qualche settimana fa Westworld 3×08 “Crysis Theory”, l’episodio finale di quella che è stata una particolare terza stagione. Ma, a dire il vero, la serie stessa non è di facile impatto. Quest’ultima puntata vede alla sceneggiatura Denise Thé e nuovamente Jonathan Nolan, il suo creatore. Data la complessità e anche la lunghezza di questa stessa ultima puntata, cercherò qui di farne una prima generale recensione all’interno della stesura di un recap dettagliato su quanto successo (e sì, mi ci è voluto un po’ di tempo per ordinare i pensieri a riguardo).

Attenzione! Seguono spoiler. Proseguite nella lettura a vostro rischio e pericolo!

Spoiler su Westworld 3×08, finale di stagione, ed episodi precedenti

Ecco. Ci siamo. Come ogni volta con Westworld sappiamo che tutto può succedere, ogni puntata è un mistero e qui, prima ancora del consueto “previously on“, abbiamo una prima immagine, pochi frame con Dolores, nella versione della prima stagione (capelli lunghi ed abito azzurro, per intenderci), che si schiaccia una mosca sul collo.

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Il recap ci porta indietro nelle stagioni, mostrandoci anche Ford, facendoci sentire quella voce di Anthony Hopkins preannunciare come Dolores possa essere un hero o un villain. La summa in pratica, di quanto un po’ tutti, spettatori e personaggi, si sono chiesti da quando ha iniziato ad attuare questo misterioso piano ed in particolare dal primo episodio di questa terza stagione.

A questo punto, cosa che di solito non succede, Westworld 3×08 passa direttamente alla sigla.

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In un’immagine che scorre via veloce vediamo Bernard cercare di ricomporre, costruire, Dolores, in quel nuovo corpo che abbiamo potuto vedere nel trailer e nel poster di questa terza stagione. Un probabile flashback di un Bernard o un Arnold? (La capigliatura di lei è quella del presente però). Questo ci porta infatti a ripercorrere, con la voce di Dolores che afferma che appunto tutto questo cammino l’ha portata lì, “to you” ed ora hanno una scelta da fare. Sembra rivolgersi a Caleb. Ecco poi una delle frasi più significative di questo episodio finale.

“I’ve died many times. But there is only one real end. I will write this one myself.”

Lei è morta tante volte ma quell’unica che sarà definitiva vorrebbe scriversela da sola. Vediamo infatti il corpo di Dolores, quello senza un braccio, lasciato a terra. Manca però la perla.

Per un attimo, vediamo Caleb sfrecciare sulla moto, facendo intendere abbia con sé “Dolores”; poi l’episodio riprende la questione Bernard-Stubbs-William. Di fronte alla furia omicida di quest’ultimo, Bernard inserisce la modalità badass, anche se ciò non basta a non far rimanere gravemente ferito Stubbs.

Ecco però un colpo di scena. Arriva la polizia ma non è quella che uno si potrebbe aspettare. Abbiamo davanti la quinta Dolores? A quanto pare sì, nei panni di un’altra attrazione: Lawrence (Clifton Collins Jr.). L’uomo è accorso per aiutare Bernard, ormai e suo malgrado già parte del piano di Dolores: anzi, ne è anche la più importante.

Ora ha delle istruzioni da seguire; Lawrence gli dice di andare “da lei”. Gli viene lasciata una valigetta, fatte le dovute raccomandazioni e salutiamo anche questo personaggio appena introdotto, questa quinta Dolores, che risale sul furgone della polizia.

A questo punto ecco che ci viene svelata la mappa con tutte le divergenze, in una lampante situazione di eclissi quasi totale. Dalla Russia alla Francia, dal Kenya alla Germania, dall’India all’Australia, dal Canada all’Iran, dalla Polonia alla Libia, ed ancora Grecia e Stati Uniti. Proprio qui va il focus. Andiamo infatti a quella di Los Angeles. 30 gradi.

Ecco di nuovo Caleb sulla moto. La situazione è alquanto caotica. Però lui deve seguire le istruzioni di Solomon: in un posto isolato, in una stanza chiusa con tanto di codice, ecco una cella, proprietà della Delos. Al suo interno, Caleb trova una notevole quantità di armi e… il corpo nuovo di Dolores, quello che abbiamo visto a inizio di questa Westworld 3×08 con Bernard, quello che sembra essere basato, fisicamente, su un vecchio prototipo, quello che, oltretutto, abbiamo sempre visto nel poster di questa terza stagione. Abbiamo qui anche uno dei riferimenti della sigla: in questo modello di Dolores infatti la perla viene inserita dal volto. Questo si apre completamente, in maniera più simile ad un canonico robot ed auto accoglie la perla.

Dolores a quel punto si sveglia e confessa a Caleb che non era sicura che lui lo avrebbe fatto, che l’avrebbe riportata in vita. Ed ecco che qui iniziamo a capire il perchè lei abbia coinvolto l’uomo nel suo piano. Tramite flashback eccoci al Park 5 della Delos. Lì si addestravano i soldati; tra questi c’era anche Caleb. “C’è una ragione per cui ti ho scelto”, confessa infatti lei. Caleb le chiede se sia lui il bad guy; lei lo invita a pensare. È ovvio infatti già da qui come sia successo qualcosa di buono che abbia fatto sì che Dolores si fidasse ed affidasse ad un essere umano, in genere troppo spesso solo portatore di violenza. Le espressioni della Rachel Wood dicono ancor più che le parole (e non solo ora).

Tra sprazzi di flashback, Dolores pone comunque importanti domande a Caleb. Queste potrebbero esser riassunte in ‘Quella notte nel tunnel c’era qualcosa che volevi da me? E se non avessi avuto questo volto? O questa pelle?’ Lui si giustifica dicendo che lei aveva bisogno di aiuto, lei replica di non giudicarla che lei non giudica le sue di motivazioni. Insomma, a volte sembra proprio che nulla sia casuale e che ci siano ricordi che portano ad azioni compiute inconsciamente e per diversi motivi, più o meno nobili. Da parte di entrambi.

In quel momentaneo gelo Dolores intanto si veste. Le braccia vengono inserite come fossero guanti e lo stesso vale per il resto. Ognuno può trarne diverse conclusioni, farne diverse riflessioni, specialmente quando, subito dopo, ecco il silenzio interrotto dalle parole di Dolores che rivela a Caleb cosa ora pensa finalmente del libero arbitrio.

“Free Will does exists, Caleb. It’s just fuckin hard.”

La frase chiave. Sì, il libero arbitrio esiste, solo che si tratta di una cosa difficile da avere. Finalmente Caleb chiede se lei stia liberando lui; lei gli fa capire che no, lui può liberare gli altri. Questa è la vera questione, ma è una scelta che spetta a lui.

Abbiamo a questo punto una breve parentesi su William, che viene a sapere che i suoi fondi sono stati congelati dato che era stato dichiarato morto. Nella sua pazzia, continua a dire che salverà il mondo e, in realtà, il caos che c’è in giro, non gli pare nulla di così preoccupante.

Finalmente Westworld 3×08, questo episodio finale di stagione, ci porta ad altri protagonisti. Torniamo infatti a Serac, che nel frattempo ha recuperato Maeve. Nel momento in cui Dolores ha scelto di risvegliare le outlies, il piano di Rehoboam subisce problemi. A Serac servono quei dati del settore 16, quelli la cui chiave sta cercando di prendere a Dolores.

Dalle telecamere in Messico, vedono poi Caleb da Solomon: Serac capisce che Maeve sapeva di questo partner di Dolores ma non aveva detto nulla. Lei replica dicendo che tanto lui dovrebbe sapere sempre tutto.

Caleb e Dolores sono per strada, armati. Il sistema sta diventando aggressivo sempre più. Arrivano dei loro alleati, mercenari pagati dalla stessa Dolores, che chiamano “Sir” Caleb. Il perchè? La risposta arriva da Dolores:

“Every revolution needs a leader.”

Però lei poi inizia a vedere e sentire (sì, solo lei) Halores, che le chiede se abbia almeno provato a cercarla. Dopodiché ecco che le ricorda che lei sa ancora tutto di lei e dei suoi piani e ora ne ha di suoi .

Dolores si dispiace per quello successo alla sua famiglia, capendo l’importanza che ormai avevano per lei quelle persone. Spiazzando, Halores rivela che invece alla fine è meglio così, senza inutili sentimentalismi. Ecco la vera villain dunque? Dal discorso di Ford sentito all’inizio di questo episodio finale di stagione, in effetti sembra sempre più che la Dolores iniziale non sia davvero la cattiva ma che lo sia diventata piuttosto l’altra versione di lei, come conseguenza del suo esser stata sacrificata, considerata non importante, tradita dalla sua stessa “specie”, da se stessa.

Dopo un momento in cui Dolores deve ri-recuperare i propri mercenari (a cui Halores aveva offerto denaro aggiuntivo nel frattempo), poi lei e Caleb continuano il loro percorso sino a quando, poco dopo a dire il vero, ecco arrivare ancora Maeve. Dolores deve dunque di nuovo fare i conti con lei, alla quale chiede invano di fidarsi. Maeve la accusa anzi di voler far diventare quel “pover uomo” (Caleb) un altro William. Le due iniziano a combattere e Dolores sembra cavarsela, per il momento. Dice infatti a Maeve che ora è fatta diversamente ed in effetti il prototipo “vecchio” sembra esser più resistente, meno simile al corpo umano, si è visto.

Qui abbiamo un primo importante dialogo tra le due per questa Westworld 3×08. Dolores fa notare che tutte le attrazioni, Maeve compresa, sono copie di lei in quanto fu la prima ad essere creata e a funzionare. Ritorna poi il discorso sul libero arbitrio che, per Dolores, non esiste nemmeno per Serac; in tutto ciò dice a Maeve di decidere cosa vuol fare. Ma ecco che Dolores sembra essere controllata: spunta infatti di nuovo la proiezione di Halores che le spiega che non si tratta di volergliela far pagare ma di averle fatto credere di avere una speranza. I ruoli sembrano dunque essersi invertiti. Siamo all’ultimo confronto e saluto tra loro? Goodbye, Dolores. Ed in effetti sembra come se il suo sistema sia stato sospeso; Maeve si avvicina a lei.

“It doesn’t matter what you did Caleb, all that matters is what you become.”

Prima però, dopo questa frase detta da Dolores, Caleb si era diretto da solo verso la Incite. La situazione in generale è senza controllo; le strade pullulano di barricate per ordine del Presidente e vengono anche lanciati dei lacrimogeni. Nel frattempo ritrova almeno la sua “squadra”, ossia Giggles (Marshawn Lynch) ed Ash (Lena Waithe). I due vengono riportati, anche se per poco, in questo episodio, con evidenti intenti di far andare oltre l’esser dei ladri, di farli vedere come persone che son state distrutte da quel sistema e che, ora, ripongono ogni speranza nell’amico.

La gente urla “Spegnetelo!”, riferendosi a Rehoboam ovviamente. Proprio lì Caleb deve arrivare e può farlo solo tramite uno dei mezzi volanti.

Questo episodio finale di stagione ci riporta ora da Bernard e Stubbs. Il primo entra dentro la casa e scopriamo chi sia la “lei” da cui doveva andare, su ordine di Dolores ovviamente. Già dalle foto sui mobili non si può non riconoscere infatti l’attrice Gina Torres. Eccoci ricollegati direttamente alla prima stagione di Westworld!

La donna che ci ritroviamo davanti (ottimo il trucco che invecchia la sempre meravigliosa Torres) è Lauren. Sì, la moglie di Arnold e, nei ricordi, anche quella di Bernard. Subito l’anziana infatti non riconosce chi lui sia; Bernard le dice che si conoscevano, diciamo, in un’altra vita. Dolores porta praticamente Bernard a liberarsi di un grosso e umano peso, quello legato alla sua famiglia, in particolare al figlio Charlie.

“It’s ok, Arnold.”

Parole, queste, che arrivano inaspettate da Lauren per Bernard nel momento in cui lui le confida che sentiva come la risata del figlio anche dopo la sua morte: non riesce a lasciarlo andare.
In uno splendido dialogo di chiusura, Lauren gli dice che infatti lei non ha mai capito perché si dica di lasciare andare il ricordo, che è quello che in realtà l’ha tenuta in vita, le ha fatto ritrovare la luce. Ed in questo anche Bernard sembra ora ritrovare una pace, dovuta ad un confronto e ad un’accettazione.

Nel frattempo, alla Incite ecco il corpo di Dolores, così come lo abbiamo più volte visto in vari trailer di questa terza stagione di Westworld.

“Bring yourself back online.”

Per un’ultima volta, Dolores si risveglia ed è da Serac, assieme a Maeve.

Serac vuole infatti la chiave per il “progetto immortalità” della Delos; per ottenerlo fa eliminare dalla mente di Dolores i ricordi, uno per uno. La domanda che sorge spontanea, anche dopo quanto ci è stato fatto notare poco prima nel confronto tra Bernard e Lauren, è proprio cosa sia una persona (ma anche un IA, un’attrazione) senza il ricordo. Questo episodio fa ripercorrere sia a Dolores che a noi tutte le violenze da lei subite ma non solo, perché nelle tre stagioni in fondo anche noi abbiamo capito che qualcosa di bello lo ha vissuto, provato, visto, toccato con le proprie mani.

Caleb era intanto arrivato alla Incite ma si era trovato costretto a dare la chiave usb, che portava con sé, a Maeve (convinta che l’uomo si sia semplicemente lasciato sedurre) ed era stato portato da Dolores. Collegata appunto a tutti quei fili con Rehoboam, viene dallo stesso sistema analizzata. Una vita che scorre, depauperata dei ricordi che la rendono tale. La sofferenza è tutta lì, in una splendida interpretazione della Rachel Wood. A Serac, è ben chiaro, di lei o quel che ne è di lei, poco importa.

Proprio Serac innesca ora in Caleb dei dubbi, dicendogli che lui pensa di essere il leader, l’eroe, ma è semplicemente il ruolo che Dolores gli ha affibbiato; gli dice anche di chiedere direttamente a Rehoboam cosa succederebbe se la strategia, contenuta nella chiavetta, venisse importata nel suo sistema. Ed ecco mostrate di nuovo le divergenze ed un prospetto di diversi incidenti di massa che, nel giro di poche centinaia di anni, porteranno alla fine della popolazione umana. Ma davvero Dolores vuole quello? Davvero tutto questo è stato fatto per estinguere la razza umana? Non ci vuole molto a comprendere che la situazione non è semplicemente quella così riferita eppure tanto basta per Caleb per rimanere, in quel momento, sotto shock.

“Why? Why me?”

Ancora non riesce a capire le scelte di Dolores, sembra si senta tradito da lei. Serac, intanto, butta per terra la chiavetta e la distrugge con un piede.

A questo punto ecco un altro colpo di scena. Maeve inizia a sentire una voce, predice le parole che Serac riferirà. Sembra quasi che, attraverso la connessione tra Dolores e Rehoboam, la stessa ora sia collegata con il sistema che, a sua volta, lo vediamo infatti dopo poco, ha un legame diretto proprio con Serac. Quest’ultimo ha un innesto nell’orecchio che ci viene mostrato solo dopo che Maeve capisce la situazione: Serac è un burattino obbediente, quasi un tutt’uno con il sistema.

Infatti, lei chiede se fosse stato davvero nelle sue intenzioni farle rivedere sua figlia e no, non sta parlando con Serac ma con il suo Dio che gli suggerisce tutto ciò che deve dire. Sì, Maeve ha decisamente capito e si rivolge direttamente a Rehoboam per poi chiarire che lei ha smesso di seguire gli dei altrui. Serac la ricatta però, mostrandole l’interruttore con cui potrebbe fermarla quando vuole.

Maeve prova allora a parlare con Dolores; le prende la mano (ecco di chi era dunque quella vista nel trailer promo!). Le dice, anch’ella sofferente, di smetterla; le chiede perché ancora combatte, le consiglia di lasciare agli umani il loro mondo e crearne uno invece per loro.

Ecco però quelle parole riecheggiare:

“The Beauty.”

Maeve sembra essere commossa e riferisce che non ci sono chiavi, solo un’immagine di lei (Dolores) da sola nel campo. Serac punta la pistola contro Caleb per poi cambiare idea e dire agli altri di ucciderlo.

La serie finale di twist per questa Westworld 3×08, ultimo episodio della stagione, è ormai iniziata. Dolores sta sì soffrendo ma sembra che, poco prima di svanire come il suo ultimo ricordo, sia riuscita ad entrare dentro Rehoboam, quasi come se avesse predetto la cosa. Anche questo era parte del suo piano?

A questo punto ci viene mostrato quello che è davvero successo nel momento in cui Maeve si era connessa con Dolores. In quel campo c’era infatti anche lei. Dolores le ricorda, in pieno mood nostalgico, che loro due ne hanno viste tante: quanto dolore in effetti le tre stagioni di Westworld ci hanno mostrato per e davanti agli occhi di queste due donne-host?
Dolores confessa che sì, all’inizio era arrabbiata ma poi aveva capito che doveva buttar giù il mondo per crearne uno che fosse davvero libero, per gli esseri umani anche. E no, lei non ha la chiave, non poteva averla perché non si fidava di se stessa. Ora direi che è chiaro a tutti già chi ha quella chiave.

Dolores continua dicendo che in tutto quel tempo si era aggrappata ai gesti di gentilezza sparsi qua e là (rivediamo nei ricordi il momento in cui William le raccolse la latta per terra, con un ritorno all’inizio dell’intera serie).

“They created us. And they knew enough of beauty to teach it to us.”

Su queste parole arriva il ricordo di Teddy ma anche quello di Maeve con la figlia. Dolores continua dicendo che forse dunque possono trovarla da sola quella bellezza, ma solo se lei sceglierà con chi stare!

“There is ugliness in this world. Disarray. I choose to see the beauty.”

Mentre sembra ancora voler dire qualcosa, Dolores scompare. Dolores è morta, per davvero questa volta. Come forse ha scelto lei stessa. Ancor più che “la bellezza”, è quel “ho scelto” ad avere un significato enorme.

Questa parte dell’episodio è, a mio parere, meravigliosa. La fine di Dolores risulta così perfetta che già porta nostalgia con un sorriso, quasi ora forse potesse essere in pace. E noi spettatori, così come anche Maeve, abbiamo avuto la conferma del suo piano, della sua verà identità, che non è quella del big villain che voleva uccidere tutti gli uomini. Lei voleva liberarli dando a tutti una possibilità di scelta.

Tornando al presente, vediamo una Maeve che riesce a far fuori il congegno di Serac. Lei, infatti, non è una che obbedisce. Ecco, forse non so come sia possibile che lei non abbia pensato prima a distruggere il dispositivo con i suoi “poteri” ma potrei dar per buona un’eventuale spiegazione che renda possibile la manomissione del congegno solo in quanto ora lei si trova vicino a Rehoboam.
Ovviamente comunque Maeve non si limita a far fuori il dispositivo ma fa fuori tutti gli scagnozzi di Serac.

Caleb pensa di esser stato scelto da Dolores per la sua propensione alla violenza. Maeve lo rassicura dicendogli che no, lo ha scelto per la sua capacità di scelta.
Un flashback ci riporta a Westworld, al Park 5 dove sceglie di far sì che gli altri soldati non abusino delle host, di Dolores e delle altre lì con lei. Sì, i due si erano già visti. Caleb già conosceva il suo viso.

Al presente, Caleb deve fare una scelta. Serac prova a parlare con Rehoboam; ora però il sistema risponde a Caleb, che ha chiuso fuori lo stesso Serac, che subisce dunque lo stesso trattamento da lui fatto al fratello.
Serac viene a conoscenza di come questo sia stato possibile: sì, lo ha permesso lui nel momento in cui ha collegato la mente di Dolores al sistema. In questo stesso si è così introdotto Solomon.
Ed ecco che Rehoboam esegue, su ordine di Caleb, quel comando finale: si auto cancella.

“She gave me a choice. I believe the rest of the world deserves one too.”

Caleb fa questa scelta perché pensa che, come Dolores ha dato a lui la possibilità di scegliere, anche il resto del mondo debba poterla avere.
E vediamo proprio Dolores inerme, morta, sacrificata per il libero arbitrio; Serac vivo ma impazzito, senza più nulla ormai.

Questo episodio Westworld 3×08 non è però ancora finito.

Avevo già detto che ormai era chiaro chi avesse la chiave. Torniamo infatti a Bernard e Stubbs, posizionato nella vasca col ghiaccio, in fin di vita. Bernard si scusa dicendo che non ha molto tempo e parla di “fine del mondo”. Dice anche che pensa che Dolores ora non ci sia più, sente che qualcosa è cambiato e riesce a sentirlo perché, in fondo, i due son sempre stati come connessi l’uno con l’altro. Ed ecco che arriva anche l’ammissione: Bernard ha anche capito di essersi sbagliato.

“Something’s changed. I misjudged her. She wasn’t trying to exterminate the human race, she was trying to save it. What’s about to happen was always gonna happen. Serac and his brother were just holding it off.”

Le parole di Bernard chiariscono gli intenti di Dolores; viene anche rivelato (frase inserita anche nel trailer di questo episodio 3×08) che quello che sta per succedere era destino succedesse da sempre e, appunto, Serac e suo fratello hanno solo trattenuto l’inevitabile. L’umanità non ha mai fatto i conti con i suoi peccati. Stibbs parla di Apocalisse. Ed ecco che ritorna “la chiave del sublime”, che Bernard ha capito essere nella sua testa. Indossa dunque il dispositivo sul capo e spera di trovare una risposta su cosa si trovi dopo la fine del mondo. Questo non prima di aver detto a Stubbs di essere un buon amico; ricambiando un sorriso sincero, quest’ultimo lo manda a quel paese.

Bernard si collega ma noi non vediamo cosa gli viene mostrato.

Un cambio di scena ci riporta a Caleb, che ha ora una nuova partner, Maeve. Quest’ultima risponde alla sua domanda, dicendogli che Serac le aveva promesso in pratica di riavere la figlia ma ora lei sa che ritorneranno comunque assieme, semplicemente non quel giorno. Gli chiede poi se sia pronto. Per cosa? Con una colonna sonora appropriata, mentre osservano il mondo bruciare, questo episodio finale di stagione di Westworld 3 si conclude con queste parole, sempre di Maeve.

“This is the new world. And in this world you can be whatever the f**k u want”.

Scherzavo. Tranquilli. Diciamo che queste parole concludono Westworld 3×08 se non contiamo le scene post credit! In questa stagione, d’altronde, le abbiamo avute anche a fine della première.

Diverse rivelazioni importanti in queste scene, che spalancano le porte alla quarta stagione.

Siamo alla Delos International. William si è tolto la divisa bianca da ospedale psichiatrico e si è vestito di “nero”; spara a tutti e procede da solo verso il laboratorio di ricerca. Trova Halores che si congratula con lui, arrivato giusto in tempo. Se sembrava quasi che William avesse indossato i panni di un Man in Black moderno, ecco che invece arriva un suo clone. Quest’ultimo, ironia della sorta, è proprio vestito dal Man in Black che abbiamo conosciuto nelle scorse stagioni. La Hale gli dice che è stato semplice replicarlo. Ed il clone uccide William (che, in teoria, host non era, doveva esser stato appurato, ma ormai sempre meglio non dare nulla per scontato e definitivo in questa serie). Sì, William salverà il mondo, per loro (le attrazioni?). Questo, azzarderei, perché probabilmente il suo potere aiuterà non poco Halores.

“Welcome to the End, William.”

Su queste parole della Hale ecco che ci viene mostrata una distesa di host. Charlotte sta costruendo un esercito? Che perla avrà utilizzato? Se stessa? Avrà replicato qualcun’altro? Qui iniziano le tante domande di questa 3×08.

Ancora una, stavolta davvero finale, scena.
Vediamo Bernard ancora seduto su quel letto, con il dispositivo ancora sulla testa. Lo vediamo ricoperto da uno strato davvero notevole di polvere. Il dispositivo si accende, lui si risveglia. Quanto tempo è passato? Con questa domanda spiazzante cala il sipario su Westworld 3.

Conclusioni

Premetto: tratterò in un articolo a parte, in maniera più approfondita, analisi, teorie, congetture su quanto, su cosa e chi possa attenderci in Westworld 4, la prossima stagione che probabilmente non vedremo per anni ancora.

Insomma, cosa dire di questo finale e, in generale, forse anche di questa intera terza stagione?

Partiamo dalla singola puntata finale di stagione. Non solo questo episodio ci ha rivelato il passato legame tra Dolores e Caleb, ha dimostrato quale era il piano della prima e ha dato in mano la leadership al secondo; non solo abbiamo visto un nuovo inizio anche per Bernard, anche qui facendogli direttamente incontrare il suo passato; e non solo Maeve ha finalmente deciso da che parte stare. Tutta la questione Serac/Rehoboam sembra essere finita e, con questo, anche il mondo, un mondo devo però Halores ha ucciso William e lo ha rimpiazzato con una sua copia in versione Man in Black e, lo vediamo, sta collezionando altri alleati.

Abbiamo tutto. Westworld 3×08 regala uno sviluppo dei singoli personaggi, twist, performance magnifiche. A proposito di queste ultime i miei complimenti vanno specialmente ad Evan Rachel Wood, lo ribadisco, ma comunque non trovo nessuno, davvero nessuno del cast, anche tra i personaggi decisamente secondari, che non abbia sbalordito con la stessa presenza scenica.

Questa stagione presenta una buona quantità di azione e molti cambi di scena, di città, di divergenze e, con l’introduzione di personaggi così grandi e importanti come Serac e Caleb, posso comprendere la scelta di farci vedere poche performance di un Wright che, comunque, colpisce anche quando rimane sulla scena per pochi secondi. Inoltre, il finale è chiaro: Westworld 4 lo vedrà sicuramente protagonista. In fondo, nella sceneggiatura, non devono esser stati fatti calcoli basati sul tempo di presenza di un singolo attore in un determinato episodio, giustamente. Anche in questo finale possono bastare pochi minuti per illustrare un ruolo importante (sì, mi riferisco nuovamente al Bernard di Wright ma non solo).

La mobilità spaziale coincide con minori incontri tra i vari personaggi e, di conseguenza, delle scelte dovevano esser state fatte. La così discussa e denigrata stagione 2 è servita per dare questa accelerazione delle azioni alla terza; gli approfondimenti su alcuni personaggi fatti allora hanno permesso di potersi concentrare su altro e questo spiegherebbe ulteriormente il tempo scenico ridotto di una Maeve e specialmente di un Bernard. Eppure, si è detto, non sono meno importanti.

D’altronde, in questo finale non vi è alcun dubbio, siamo usciti da Westworld e siamo alla fine del mondo, visto (lo dimostrano le divergenze) a 360°. Nonostante dunque una maggiore azione ed il continuo passaggio da una parte all’altra del mondo, la Delos ed i suoi parchi rimangono centrali. E lo sono ancor più in questo finale.

In Westworld 3×08 è infatti ben chiaro che, fatta fuori la Incite, si ritorna proprio alla Delos. A Charlotte Hale, al Man in Black e ad una fabbrica di attrazioni. In questo ritorno al passato, di cui spesso di uguale vi è solo l’involucro, ben si innesta anche tutta la parte di Bernard vissuta sui ricordi di Arnold, compresa quella scena a inizio episodio dove lo vediamo alle prese con Dolores in quel prototipo precedente di robot.

La terza stagione è molto più immediata, in particolare con i giochi di linee temporali ma non solo, rispetto alla seconda. Lo è anche in questo ottavo e finale episodio. Per alcuni questo risulterà un fattore positivo, per altri no. A mio parere (inteso di una persona che preferisce andamenti simili a quelli di Westworld 2), questa struttura è risultata comunque adatta al contesto e non diminuisce il valore generale delle sceneggiatura, che non manca lo stesso di flashback, solo che mirati, più funzionali all’introdurre e legare agli altri i nuovi personaggi, meno volti a “confondere” lo spettatore.

Si ritorna al passato senza, questa volta, esserci veramente.

I messaggi, le risoluzioni (spesso appaiate alle rivelazioni stesse), di questo Westworld 3, sono lasciati in bella vista. Non c’è un continuo non capire cosa stia succedendo, il tutto procede molto linearmente appunto.

Nonostante questa più facile comprensione della sceneggiatura, anche in questa terza stagione a mio parere la serie di Nolan non risulta un serie per tutti. Mi spiego (spero) meglio. Ogni serie è di base per tutti, il bello di un media del genere è che può essere visto da tutti (ed il gusto personale è sacro a mio parere) ma che venga altrettanto compreso beh, questa è un’altra cosa. Il genere qui già è particolare, le tematiche e tutti i collegamenti, minuziosi, tessuti all’interno di ogni episodio e tra le stagioni stesse non sono facilmente coglibili né forse uno le va a ricercare se ciò, come è giusto che sia, magari non interessa o non si hanno delle basi di un certo tipo (penso ad esempio all’analisi dell’elemento paratestuale ma non solo).

Il risultato è che Westworld, di casa HBO e con quella prima stagione molto più “accattivante”, ha attirato un pubblico vasto che poi, per ovvi motivi, ha palesato ovunque giudizi talvolta discutibili in quanto carichi di soggettività e passati per oggettivi. In questa terza stagione, si è detto, Westworld si è nuovamente rinnovata e, forse, potrà anche paradossalmente tornare ad essere apprezzata da più persone, ammesso che siano riuscite ad andare oltre, a comprendere il passaggio dato dal secondo capitolo di questa storia di umanità ancor più che di fantascienza.

Proprio sulla scia di quest’ultima mia affermazione (e perdonate il discorso intero che, mi rendo conto, potrà far storcere il naso a molti), mi accingo ora ad una breve disanima su alcuni dei messaggi, risoluzioni (spesso appaiate alle rivelazioni stesse), di questo Westworld 3, in particolare di questo ottavo e finale episodio.

E parto dalle “anomalie”. Gli outlies, se è vero che possono creare del caos, è altrettanto vero che in realtà possono essere quanto di buono ha da offrire, la vera salvezza. Uno come Caleb non è solo una persona violenta, che uccide. Non tutto è bianco o nero e questo Dolores (ma anche noi) lo ha capito. Ogni persona è unica perchè ogni cosa che ci succede porta a deviazioni dal percorso, con finali alternativi. Si spera, il più possibile, di riuscire a trovare la strada migliore. Con sbagli, attraverso il dolore e tante delusioni, si può intravedere uno spiraglio di luce, una speranza, sempre. Lo fa, in fondo, anche Dolores che sembra essere in pace con se stessa e con quel mondo anche di umani che ha voluto liberare. Nessuna salvatrice, solo un moto di rivoluzione. La scelta starà appunto a loro.

In scene davvero girate in loco, forse un po’ lunghe ma atte a mostrare l’umanità, quel mondo in crisi, nel caos totale, quella presa di coscienza, abbiamo una pausa. Sì, nel caos anche Caleb rallenta quasi, ancora più deciso a portare a termine la missione. E vediamo del bello proprio lì in quei suoi “amici” Giggles ed Ash, potremmo dire, che non sono solo criminali. Quello è ciò che il sistema probabilmente li ha portati ad essere, che ha scelto per loro. Intravediamo il loro poter essere molto di più quando in Caleb vedono una speranza; lo aiutano non più per soldi, non sono solo mercenari.

Un altro concetto a mio parere importante riguarda proprio questo passaggio di lead, che rende Dolores stessa sacrificabile. Sebbene Halores e le altre sue copie non fossero al corrente di ogni cosa che sarebbe successa, alla fine proprio Charlotte rimane viva, quindi gli eventuali calcoli che avrebbe per lei pensato Dolores, son risultati errati. E, a morire, per sempre, è la Dolores diciamo originale, quella che il passato ha portato lì, a scegliere e a far scegliere, anche Maeve così come Bernard e Caleb, un uomo, ed infine tutti gli uomini.

C’è della bellezza in ogni cosa che viene narrata in questo finale in particolare, in come viene narrata, recitata, descritta tramite immagini e parole. In luoghi nuovi, ritorni nei vecchi (il momento topico di Maeve e Dolores in quel prato), in quanto di appunto di buono si può trovare nel mondo dove non tutto è marcio e merita una possibilità, almeno di scelta. Di scegliere cosa si vuole fare e chi si vuole essere, di aver le giuste opportunità, di non nascere con il destino segnato.

Nolan e Thé sceneggiano un episodio a mio parere magistrale proprio per il ruolo di conclusione che ha ma anche per aver posto delle basi ottime per una quarta stagione.

Le scene post credit in particolare lasciano sbalorditi e premetteno un nuovo sapersi reinventare da parte di questa serie che mi stupisce ogni volta.

Una fine che porterà a una rinascita? Lo vedremo. Sino alla quarta stagione avremo tempo per elucubrazioni. Di sicuro potremo andare più a fondo nelle riflessioni che, come sempre ed anche in questo episodio finale di stagione, Westworld fa porre. Con una componente filosofica così presente, sommata a tutti i dettagli tecnici solo in poca parte qui volutamente sottolineati, mi pare impossibile non dare un buon voto oggettivo a questo ultimo episodio della terza stagione. Un prodotto di alto livello, un finale che lascia soddisfatti a livello di trama (e non solo) al quale, sicuramente contando anche parte soggettiva, un gusto personale che quasi si identifica in ogni prodotto di Nolan, do un voto rasente la perfezione.

E se Westworld 4 sarà orribile? Poco importa forse. Ogni stagione (questa terza, specie con questa 3×08, lo ha nuovamente dimostrato) è veramente un nuovo capitolo. Io ho apprezzato la fine di questo. I cerchi che si chiudono e si intersecano con altri a formare un infinito son la mia struttura preferita che ben ricerco in una serie tv e qui, da quel punto di vista, c’è molto appagamento.

Voi cosa ne pensate di Westworld 3×08, l’episodio finale di stagione? Ed in generale di Westworld 3? Siete curiosi di vedere come proseguiranno le cose per i nuovi e vecchi personaggi? Fatecelo sapere!
Continueremo ad aggiornarvi a riguardo.

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Westworld 3x08 è un episodio finale degno di questa terza stagione dove Nolan e Joy hanno di nuovo reinventato e rinnovato il tutto, sfornando un capolavoro. Questa puntata racchiude ogni tematica, ci riporta all'inizio di ogni personaggio: ogni cosa è collegata in maniera sapiente. In questa splendida conclusione, dai risvolti anche inaspettati, si ha contemporaneamente già la tessitura della quarta stagione. Ancor più con questo finale, ribadisco, è però anche chiaro come non sia una serie apprezzabile da tutti.Westworld 3x08: recensione e recap dell'ultimo episodio, finale di stagione; Nolan ci mostra "la bellezza" di una serie tv [SPOILER]