Creato all’inizio degli anni ’90 da Jim Lee, l’universo Wildstorm ha alternato qualche alto e tanti bassi, diventando in un certo senso simbolico di un decennio editoriale dominato da un’abbondanza di personaggi e serie dalla breve durata, oggi dimenticate dalla maggioranza dei lettori. Allo stesso tempo, ci sono state alcune pregevoli eccezioni, come nel caso dei WildC.A.T.s, un team di eroi ed eroine ideato dallo stesso Lee e rilanciato qualche anno dopo nientedimeno che da Alan Moore. Il suo ciclo narrativo di quattordici episodi (n.21-34), insieme a una piccola appendice nel n.50 della testata, è tornato disponibile in un volume unico per Panini Comics ed è il volume che consigliamo a chi voglia (ri)scoprire un pezzo di storia di fumetto degli anni ’90.
I WildC.A.T.s sono morti, lunga vita ai WildC.A.T.s
Dopo essere riusciti a sconfiggere il loro nemico Hellspont, i WildC.A.T.s si sono diretti nello spazio in direzione del loro pianeta natale. Creduti morti, sulla Terra c’è ora bisogno di una nuova squadra che possa occuparsi di combattere il crimine. Savant e Majestic si occupano di reclutare i membri migliori per affrontare ogni minaccia e tenere alto il nome dei WildC.A.T.s. Max Cash, fratello di Grifter e dotato di ottime capacità combattive, è il primo a unirsi, seguito dal misterioso Tao, acronimo di Tactically Augmented Organism. Un uomo sprovvisto di armi ma dotato di un grande intelletto, che lo rende capace di elaborare piani sofisticati. Manca quindi un po’ di forza bruta e il soggetto adatto potrebbe essere Maxine Manchester, in arte Ladytron, un’assassina spietata dal corpo cibernetico. Se riuscissero a convincerla, potrebbe essere l’ultimo pezzo per completare la squadra. Questi nuovi WildC.A.T.s sono disposti a tutto per fermare la criminalità dilagante, ma devono imparare innanzitutto a collaborare.
Non sanno però che la vecchia squadra è ancora in vita ed è in procinto di atterrare su Khera, pianeta natale di alcuni di loro. Il cherubino Emp riceve un’accoglienza trionfale dai membri del Pantheon e Zealot dalle sorelle Coda, due gruppi dominanti e rivali nella politica del pianeta. Un destino diverso tocca agli altri, che ricevono comunque un’ottima sistemazione, a eccezione di Voodoo. Avendo in parte sangue demonita, la razza che i cherubini ha combattuto da sempre, finisce rinchiusa in un ghetto all’insaputa degli altri. La scoperta di questo lato nascosto del pianeta porta con sé un’altra grande rivelazione per i WildC.A.T.s. Il team è nato allo scopo di combattere in una guerra che, in realtà , è terminata da tempo all’insaputa di tutti con la sconfitta dei demoniti. Senza più un obiettivo a legarli, la squadra inizia a sfaldarsi e la permanenza su Khera mette ognuno di fronte a importanti cambiamenti, che potrebbero decretare la fine della squadra.
Non il solito fumetto action anni ’90
Alan Moore sviluppa la sua storia su due binari paralleli, raccontando in contemporanea le avventure di entrambe le squadre. Sulla Terra veniamo introdotti ai nuovi WildC.A.T.s e le loro vicende sono ricche di combattimenti e scene d’azione. I personaggi sono ben presentati e le dinamiche di gruppo molto interessanti sin da subito, permettendo anche ai nuovi lettori di entrare senza problemi in questo universo narrativo. Far collaborare insieme ex criminali e psicopatici di ogni tipo non deve essere facile e già le prime missioni del gruppo lo rendono ben evidente. Nello spazio, invece, Moore prende i personaggi creati da Jim Lee e li fa propri, distruggendoli e mettendoli a nudo con diverse rivelazioni che cambiano per sempre la loro vita e i rapporti all’interno della squadra. In particolare, il nuovo pianeta permette all’autore di sollevare tematiche importanti, legate alla discriminazione e ai giochi di potere. Questo lato della storia lascia meno spazio all’azione per puntare su interessanti questioni filosofiche, che Moore riesce a toccare senza rinunciare al tema supereroistico che fa da padrone all’intero racconto.
Le due storie procedono in maniera perfetta in ogni numero, riuscendo a mantenere sempre alta l’attenzione nei lettori e con diversi colpi di scena mai banali. La prima metà del volume è sicuramente la più interessante proprio per i personaggi, vecchi e nuovi, e per la trama ben congegnata in ogni suo momento. Nella seconda i due gruppi arriveranno a incontrarsi e la testata verrà coinvolta in un crossover (Fire from heaven) che interessava al tempo tutta la linea editoriale. Qui troviamo solo i capitoli dedicati ai WildC.A.T.s e qualche elemento potrebbe sfuggire, ma l’evento è indispensabile per il racconto e porta agli ultimi numeri, dove avviene lo scontro finale con il nemico che ha tirato le fila di tutto sin dall’inizio. Ad accompagnare Moore in questa storia c’è un parterre di disegnatori di alto livello e ben espressivo dello stile di quegli anni. Travis Charest trova su queste pagine la sua massima consacrazione, ma tra gli altri nomi possiamo citare Jim Lee, Kevin Maguire, Ryan Benjamin, Mat Broome e così via.
I WildC.A.T.s di Alan Moore si confermano quindi tra le migliori proposte di questo universo narrativo e il volume proposto da Panini Comics permette di leggere in un unico colpo l’intera storia e di apprezzare al meglio l’evoluzione dei personaggi e della trama ben congegnata dal grande scrittore. Non sarà sicuramente un’opera imprescindibile del Bardo di Northampton, ma riesce a coniugare al meglio azione e approfondimento psicologico, senza risultare un banale fumetto anni ’90 solo action come tanti potrebbero erroneamente pensare!
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