Oninaki è il terzo progetto sviluppato da Tokyo RPG Factory studio – fondato da Square Enix nel 2015 – focalizzato nella creazione di JRPG dall’animo old style. Dopo gli apprezzati I Am Setsuna e Lost Sphear, il team guidato da Atsushi Hashimoto ha deciso di creare un titolo diverso dai precedenti lavori (di stampo più classico). Questa volta infatti ci troviamo per le mani un Action RPG con visuale dall’alto che vanta un gameplay da hack ‘n’ slash piuttosto tradizionale. Vediamo dunque come se la sono cavata Hashimoto e soci, supervisionati per l’occasione da Takashi Tokita (Chrono Trigger, Parasite Eve).
Natura matrigna
Quello di Oninaki è un mondo – per certi versi – crudele. Esso si basa interamente sul principio della reincarnazione e vuole che, gli abitanti spirati, prendano parte a questo ciclo. Le cose tuttavia non sono così semplici, infatti, se i malcapitati portano con sé dei rimpianti o, se vengono compianti dai propri cari, finiscono per diventare Lost, anime vaganti oltre il Velo. Chi perde una persona cara deve quindi rinnegare la propria tristezza e pregare affinché avvenga la reincarnazione.
A causa dei sentimenti negativi, le anime che diventano Lost corrono il rischio di trasformarsi in mostruose creature chiamate Fallen e, il compito di fermare tale processo spetta al Veil Watch. Questa organizzazione agisce tra il Living World e il Beyond the Veil con l’obiettivo di recidere i vincoli che legano le anime al mondo terreno, prima che sia troppo tardi.
Nei panni del Watcher Kagachi, dobbiamo quindi assicurarci che le anime raggiungano la pace e possano reincarnarsi. Le vicende partono quindi in modo piuttosto tranquillo, con Kagachi e l’amica Mayura impegnati nel normale svolgimento del lavoro, affiancati dai loro inseparabili Daemons. Quest’ultimi sono particolari Lost che, nonostante rimpianti di una certa intensità, non sono diventati dei Fallen ma, in compenso, hanno acquisito abilità particolari in battaglia.
Il normale corso degli eventi prende infine una piega inaspettata quando Kagachi incontra una misteriosa ragazzina di nome Linne, inseguita dal pericolosissimo Night Devil.
Le due facce del mondo
Non intendiamo anticipare ulteriormente la storia di Oninaki, ma reputiamo necessario fare alcune considerazioni in merito alla sua narrazione. Crediamo infatti che alcuni eventi nella primissima parte dell’avventura si svolgano in modo un po’ troppo affrettato, cosa che, rende difficile affezionarsi a determinati personaggi. Considerata la natura delicata delle tematiche trattate, forse sarebbe stato meglio approfondire meglio certe figure del racconto. Una volta arrivati al primo grande colpo di scena – abbastanza scontato – le cose cambiano considerevolmente e la storia acquista una marcia in più.
Diventa quindi interessante scoprire quali siano le motivazioni che spingono i vari personaggi ad agire, e il tutto si segue piacevolmente fino ai titoli di coda. Peccato che il ritmo generale della narrazione sia eccessivamente lento e questo potrebbe infastidire i giocatori più impazienti. Ad ogni modo, questi problemi di ritmo, sono controbilanciati – in parte – dal gameplay.
In linea generale, Oninaki presenta una struttura lineare: non è presente una mappa di gioco aperta, ma ogni zona del mondo presenta diverse aree esplorabili. Ogni nuovo obiettivo scandisce la necessità di spostarsi da una zona all’altra ma viene lasciata la possibilità di tornare a visitare i luoghi già visti. Infine, l’intera esperienza è delineata dalla possibilità di esplorare il Living World e il Beyond. Quest’ultimo va prima “sbloccato” da punti prestabiliti e una volta dentro è possibile trovare i Lost con cui interagire, numerosi forzieri ricchi di bottino e altrettanti nemici da eliminare.
Daemon-izzazione
Come anticipavamo sopra, Oninaki vanta una gameplay da hack‘n’slash caratterizzato dalla presenza dei Daemons. Ciascuno dei guerrieri ottenibili nel corso della campagna possiede stili di combattimento diversi che influenzano direttamente Kagachi. Ad esempio, con Aisha brandiremo una spada, con Zaav, una lancia e così via. Quindi, abbiamo un tasto dedicato all’attacco base, quattro per le abilità speciali e uno per l’azione speciale. Ogni Daemon ci permette di eseguire manovre differenti come scatti, salti o teletrasporti, ciascuno con una propria utilità in base ai nemici affrontati.
Il party prevede fino a quattro Daemons – intercambiabili inclinando la levetta destra del pad – da utilizzare in qualsiasi momento. All’inizio questa manovra richiede svariati secondi ma è possibile velocizzarla.
In realtà, nelle fasi iniziali di Oninaki, il gameplay risulta abbastanza lento, quasi legnoso e questa cosa non ci ha fatto impazzire. Nello specifico, lo svolgimento di ogni azione è caratterizzato da un ritardo che rallenta inutilmente i combattimenti. Per ovviare a questo problema basta comprare le relative abilità ma, a nostro avviso si tratta di una scelta di design discutibile.
Ciononostante, una volta rimossi questi limiti il sistema di combattimento raggiunge il massimo del suo potenziale e permette un rapido susseguirsi di abilità, attacchi base o schivate che rendono l’esperienza più godibile.
Sempre più forti
Il problema sopracitato si ricollega alle modalità con cui si potenziano i vari Daemon (che sono una decina). Per poter acquistare le diverse abilità è necessario utilizzare i nostri spiriti in battaglia, in questo modo si ottengono le Soulstone. Queste sono specifiche per ogni Daemon e ogni abilità costa da una a cinque pietre. Aiutando i Lost in giro per il mondo o aprendo gli scrigni è possibile trovare anche le Null Stone, pietre universali utilizzabili per qualsiasi Daemon. In questo caso possono tornare utili per i guerrieri lasciati in panchina, tuttavia il numero di pietre richieste per rendere competitivo ciascuno spirito è elevato.
Attraverso gli Skill Tree è inoltre possibile acquistare i ricordi dei Deamon e, per accedere a ciascun ricordo è necessario acquistare diverse abilità. Il modo in cui le memorie dei suddetti sono state gestite è interessante, peccato siano necessarie diverse ore per sbloccare tutto.
Concludiamo questa panoramica sui Daemons con la Manifestation e le abilità da risvegliare. La prima, è data da un indicatore che si riempie colpendo i nemici: una volta arrivata al 100% è possibile scatenare una sorta di possessione che aumenta danni e attacchi critici. Per quanto riguarda il risveglio, utilizzando le diverse skill è possibile ottenere alcuni potenziamenti come critico, riduzione dei cooldown ecc. Queste, una volta equipaggiate, si possono attivare in modo casuale durante i combattimenti, dandoci un supporto in più.
Il gioco prevede anche il potenziamento delle armi ottenute come bottino. In breve: è possibile potenziare le armi consumando quelle che non ci servono più e si possono incastonare i potenziamenti in quelle dotate di incavi. Infine è possibile fare una trasmutazione per ottenere armi più potenti.
Comparto tecnico e direzione artistica
Oninaki presenta un comparto artistico che mantiene lo stile “fanciullesco” tipico dei titoli dello studio, alternati a personaggi dal design più accattivante all’interno dei menù. Piacevoli anche le diverse aree del mondo di gioco che, seppur povere di elementi interattivi, fanno il loro dovere.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, segnaliamo qualche lievissimo calo di frame nelle situazioni più caotiche e un’intelligenza artificiale non proprio brillante. Nella prima parte dell’avventura i nemici spesso risultano poco reattivi, quasi non attaccano, cosa che migliora un po’ nelle fasi avanzate quando gli avversari tendono a diventare aggressivi. Questo problema, rende di fatto parte dell’esperienza – a difficoltà normale – priva di mordente, ed è un peccato.
Non possiamo invece fare a meno di elogiare la colonna sonora che risulta come da tradizione evocativa ed ispirata, capace di toccare le giuste corde emotive.
Cogliamo l’occasione per ricordarvi che Oninaki è disponibile dal 22 agosto sul PlayStation Store, Nintendo Eshop e Steam. Continuate a seguire Nerdpool.it per restare aggiornati sui futuri progetti di Tokyo RPG Factory!
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