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Final Fantasy VII Remake: nostalgia Vs realtà

Alcuni fan di Final Fantasy VII sono impazziti a causa delle modifiche apportate dal Remake. Siamo sicuri che non sia colpa della nostalgia? Inoltre, Abbiamo davvero chiaro il significato della parola remake?

Alla luce delle recenti critiche mosse nei confronti di Final Fantasy VII Remake, ho iniziato a pormi diversi interrogativi. Ad esempio, fino a che punto il nostro giudizio è influenzato dalla nostalgia? Oppure, è così importante che i titoli riproposti siano fedeli agli originali? Ma soprattutto, siamo sicuri che i nostri desideri combacino con quelli degli sviluppatori? Per rispondere a queste domande, sento il bisogno di tornare indietro a quell’E3 2015 dove tutto ha avuto inizio. In quell’occasione Square Enix ci ha fatto una promessa, ovvero che saremmo tornati a giocare nei panni di Cloud e compagni in una forma rinnovata. Infatti, al termine del suggestivo trailer che ha scaldato i cuori di milioni di giocatori appariva la dicitura Remake, volta a chiarire gli intenti del progetto.

Re-coosa?

Ma a conti fatti, che cos’è un remake? Nel corso degli ultimi anni ne abbiamo viste di tutti i colori tra remaster, reboot e quant’altro, ma siamo sicuri di aver compreso il significato del termine in questione? Prendiamo in considerazione la definizione fornita dal vocabolario Treccani, secondo cui si tratta di un rifacimento realizzato a distanza di tempo con l’intento di ripetere le caratteristiche emotive e spettacolari – dell’oggetto di partenza – puntando su nuove tecniche, interpreti e dialoghi aggiornati. Per quanto concerne le caratteristiche, Wikipedia aggiunge un altro interessante dettaglio.

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Il remake può essere più o meno fedele all’originale: si può ad esempio cambiare l’ambientazione, qualche personaggio o attualizzare la trama. Tutto ciò a seconda delle esigenze che possono essere diverse da quelle del film originale. Solitamente maggiore è la distanza temporale tra le due pellicole, maggiori sono le differenze.

Ponendo che tali definizioni siano valide anche per il medium videoludico, il motivo per cui sento il dovere di soffermarmi sul significato di questa parola è che in rete se ne sono sentite di tutti i colori. Stando ad alcuni, Final Fantasy VII Remake sarebbe un reboot oppure un rebuild, termine che a dirla tutta, rimanda nuovamente al remake.

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Final Fantasy VII Remake screen 10
Nuovi personaggi, situazioni, fasi di gioco. No, non è un reboot, ma è così che andrebbe fatto un remake.

Distinzioni necessarie

Negli ultimi anni abbiamo visto il ritorno di alcune icone del passato come Crash o Spyro, grazie a giochi caratterizzati da un comparto tecnico rinnovato. Si tratta di titoli realizzati completamente da zero che molti hanno etichettato come remake. Tuttavia l’intera faccenda ha portato delle diatribe, dato che alcuni sviluppatori hanno definito questo tipo di prodotti come remastered-plus. Non dovrebbe però essere difficile comprendere il motivo che ha spinto i suddetti a coniare un termine del genere. Semplicemente desideravano non confondere il significato e le motivazioni di queste tipologie di prodotto.

Laddove il remake può espandere, migliorare e perfino stravolgere alcuni elementi, la remastered-plus fa tutt’altro, poiché si limita semplicemente ad alimentare il fattore nostalgia. E mentre il primo coesiste insieme al titolo originale, la seconda può essere un valido sostituto. Credo dunque che queste distinzioni siano necessarie per giocare Final Fantasy VII Remake con maggiore consapevolezza.

Concettualmente, il trattamento riservato a Crash Team Racing Nitro-Fueled è molto più vicino a quello di un remake perché gli sviluppatori sono intervenuti su diversi aspetti. Al contrario, la Reignited Trilogy si limita semplicemente a proporre un comparto grafico aggiornato.

Opportunità

In ultima analisi, questo remake è l’opportunità migliore per godere di tutti quei dettagli aggiunti con la Compilation. In principio Final Fantasy VII non è stato pensato come un prodotto seriale e certi elementi della storia – allargata – non si incastrano come dovrebbero. Ora però gli sviluppatori hanno la possibilità di rimediare a queste mancanze.

Se rigiocaste Crisis Core prima di FF7R, trovereste in quest’ultimo diversi riferimenti che denotano un incredibile amore nei confronti del materiale di partenza. E prendendo quanto c’è di buono in questo primo episodio, mi è impossibile non provare un hype genuino nei confronti delle prossime parti. Pensate a Vincent Valentine, un personaggio interessantissimo che purtroppo nello storico JRPG è opzionale, difatti gli viene concesso pochissimo spazio. Egli però acquista spessore in Dirge of Cerberus, nel corso del quale viene mostrato il suo legame con Omega, la Weapon più pericolosa del Pianeta.

L’ideale sarebbe quindi considerare Final Fantasy VII Remake come un grande contenitore in cui tutti i migliori elementi della Compilation potrebbero confluire in un’unica avventura. Visti i continui riferimenti alla guerra con Wutai, potremmo aspettarci nuovi conflitti e quindi Yuffie potrebbe acquisire maggiore rilievo. Mentre il nostro amato pistolero potrebbe ricoprire un ruolo più importante quando il pianeta si avvicinerà alla distruzione. Questi sono solo alcuni esempi di come Final Fantasy VII Remake potrebbe riesplorare l’immaginario creato tanti anni fa e, onestamente, non c’è nulla di male.

Final Fantasy VII Dirge of Cerberus
Nel seguito di Final Fantasy VII Remake, Vincent potrebbe ottenere lo spazio che merita.

Nostalgia canaglia

Arrivato a questo punto, credo sia giunto il momento di provare a rispondere ai quesiti che mi sono posto sopra. Prima però, vorrei illustrarvi lo scenario a cui ho assistito qualche settimana fa. A causa dei giocatori che hanno ricevuto il titolo in anticipo, nei giorni precedenti al lancio del suddetto, internet si è riempito di reazioni esagerate e catastrofiste nei confronti di Final Fantasy VII Remake. Stando ad alcuni, sembrava che Square Enix, Nomura o chicchessia avessero distrutto Final Fantasy VII. Nel frattempo il titolo è stato rilasciato e non tutti hanno reagito allo stesso modo, la situazione non era poi così disastrosa.

Fermo restando che si ha il diritto di non apprezzare certe modifiche, è altrettanto vero che la nostalgia può accecare le capacità di giudizio dei fan più accaniti. Indipendentemente da come verrà sviluppata la storia nei prossimi episodi, è indubbio che le qualità di questa prima parte restano elevatissime. In virtù di ciò, trovo altamente insensato e superficiale condannare un gioco intero a causa di una piccolissima porzione. Ma soprattutto, non è stato commesso alcun sopruso nei confronti di Final Fantasy VII, tuttora reperibile su qualsiasi piattaforma in tutto il suo splendore.

Disponibile su PS4, PC, dispositivi mobile…

Insomma, il fine ultimo di questi prodotti è proprio quello di andare a rielaborare alcuni elementi dell’opera originale. Sebbene tutto ciò potrebbe rivelarsi terribile agli occhi di un fan, è un rischio che vale la pena correre. Per di più, le intenzioni dietro allo sviluppo di un remake sono differenti rispetto a quelle necessarie per la creazione di un progetto inedito. Quindi gli sviluppatori potrebbero essere più interessati ad esplorare vie alternative.

In conclusione, è sempre bello farci ammaliare dai giochi del nostro passato, ma dovremmo ricercare anche nuove esperienze e il remake potrebbe essere il miglior compromesso.


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