Con la sua prima opera, Fiaba di cenere, Simone Pace ci aveva raccontato una storia cruda, ambientata in uno scenario da fantasy medievale. Nel nuovo fumetto, l’autore non addolcisce molto il tono della narrazione, ma sposta il focus del racconto su un’ambientazione diversa e che mette in gioco altre tematiche, seppure con qualche punto in comune. Cuore è appena uscito per Edizioni BD in cartaceo (lo potete trovare anche su Tacotoon in digitale) ed è un’opera che non potete perdere…ora vi spieghiamo perché.
Basta tecnologia!
Il mondo ha raggiunto un punto di non ritorno. Il progresso tecnologico ha portato alla creazione del Cuore, una macchina che connette tutta la vita artificiale. Questo ha permesso che la tecnologia si diffondesse in ogni parte del globo, grazie anche all’opera di numerosi androidi, creati allo scopo di aiutare gli esseri umani e migliorare le loro condizioni di vita, a scapito della natura. O almeno questo era il pensiero dominante, fino alla strage di Zenga. In quel momento, qualcosa è cambiato e l’umanità ha iniziato a ripudiare la tecnologia. È partita una crociata per sterminare i macchinari di qualsiasi tipo, in maniera brutale e spietata. In questo caos, un androide è deciso a portare a termine una missione: vuole scoprire perché il Cuore ha smesso di funzionare, provocando gli eventi di Zenga e dando il via a questa immane tragedia.
In maniera simile a Fiaba di cenere, iniziando la lettura veniamo subito catapultati in uno scenario di pura devastazione, dove nuvole di fumo si stagliano sopra cadaveri ed edifici distrutti. Solo un uomo e un androide sembrano essere sopravvissuti. Cinque pagine che colpiscono al cuore e pongono subito tanti interrogativi. Si parte poi con il racconto, che proseguirà per lo più su due binari paralleli, alternando alla perfezione il viaggio presente dell’androide verso il Cuore e quello precedente a Zenga. L’essere dal nome di A1M4 (o Alma) cerca informazioni tra la popolazione umana, ma è circondato dai pericoli, visto il rifiuto totale per la tecnologia da parte degli umani e la caccia all’androide in atto in città .
Intelligenza artificiale vs umanitÃ
Gruppi armati si muovono tra i vicoli alla ricerca di ogni movimento, pronti a far fuoco per uccidere e a esporre in piazza le vittime della loro carneficina. Alma non appare spaventato, ma finisce per essere braccato ed è costretto a fuggire. Solo alcuni uomini vestiti di bianco sembrano voler proteggere gli ultimi androidi rimasti.
L’autore non ci racconta inizialmente cosa sia successo a Zenga, ma ci mette subito di fronte a tutta la brutalità di cui è capace l’uomo, in particolare, Bermellón, il leader di questo movimento, violento e autoritario. E come accade in ogni regime, il pregiudizio verso gli androidi è ormai dominante e ha fatto breccia nella popolazione, portando quasi tutti a credere che quella sia la verità assoluta. Solo una bambina sembra resistere a questo sentimento generale e dimostra di non aver paura di chi è diverso, provando compassione per l’androide ferito, senza giudicarlo solo dall’espetto esteriore.
È ironico che a connettere tutta la vita artificiale ci sia proprio un macchinario chiamato Cuore, come quell’organo che batte nel nostro petto e che ci rende umani, ma che sembra assente invece in quegli assassini guidati da Bermellón. Anzi, è proprio Alma a dimostrarsi uno dei più umani, a dispetto della tecnologia che ne compone il corpo. I flashback ci permettono di conoscerlo meglio, di capire le sue motivazioni e perché si senta così in colpa per tutto. Ma anche la sua umanità sarà messa a dura prova in più occasioni.
L’assenza della natura
La grande assente di tutta questa narrazione è proprio la natura, che sembra annichilita dallo strabordare della tecnologia del mondo cyberpunk disegnato da Simone Pace. Nel passato, Alma arriva a Zenga camminando su un paesaggio naturale di terra brulla e natura, sotto un cielo blu, ma sono colori che fanno parte di un passato ormai andato. Nel presente tutto sembra innaturale e artificiale, con un rosa e un blu acceso che coprono tutto e trasmettono ancora di più l’idea che ci sia qualcosa di malato in questa società .
Lo scenario cyberpunk è ben curato e le tavole sempre molto dettagliate, per rendere il tutto ancora più realistico. Lo stile di Simone Pace è ben riconoscibile e funziona perfettamente per questo tipo di storia, riuscendo anche a veicolare messaggi importanti. Il ritmo è ben cadenzato e procede in crescendo fino ad arrivare agli eventi finali, sconvolgenti e davvero emozionanti. Quando il progresso raggiunge certi livelli, l’umanità deve porsi delle domande e capire che per sopravvivere a volte bisogna prendere decisioni difficili, ma che possono forse riportare la speranza.
Scopri di più da NerdPool
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.