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GLI ECCENTRICI di Taras Prokhasko: recensione

Quattro generazioni di donne e una città mitica, sui Carpazi, governata dagli Eccentrici, divinità terrene che amministrano le parole e i racconti. Per l’esordio italiano di Taras Prokhasko, tradotto dall’ucraino da Lorenzo Pompeo, la copertina è un’opera dell’artista Vincenzo Suscetta e l’editore è Utopia.

Trama

Nel 1888, nella regione dei Carpazi, un cineasta visionario di nome Franzysk (detto Franz) fonda la città di Jalivec’. Qui si innamora di Anna, un’alpinista turbata dal silenzio dell’altezza, con la quale ha una figlia, Stefania. Dopo la morte della madre, Stefania viene ribattezzata anche lei Anna e, tra gioie e vicissitudini a tratti surreali, sarà a sua volta madre, e poi nonna, di altre due Anna.

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Una discendenza matrilineare sconvolta da rivoluzioni, transizioni geopolitiche e guerre mondiali, che si aggrappa con forza alla storia, ma sfiora la mitologia, sullo sfondo della natura maestosa dei Carpazi.

Tra duelli di arrampicate e cinema a forma di comò, grotte di sale, interpretazioni ornitologiche della filosofia di Wittgenstein e bar dal soffitto tempestato di coltelli, mentre qualcuno rischia di morire perché ha semplicemente dimenticato come si respira e l’esistenza, scorrendo, sembra non passare mai, la regia del romanzo è affidata agli Eccentrici.

“Un giorno Franz disse a Sebastian che al mondo ci sono cose molto più importanti di quello che chiamiamo destino.
Si riferiva, innanzitutto, al luogo.
Dove c’è un luogo, c’è una storia.
Trovare un luogo significa iniziare la storia, inventare un luogo significa trovare una trama.
E le trame sono più importanti del destino”.

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Recensione

Se avete amato le opere del massimo esponente del realismo magico, Gabriel García Márquez, vi invito a scoprire l’opera di Taras Prokhasko, scrittore ucraino le cui opere sono in corso di pubblicazione da Utopia Editore.

Vi basterà sfogliare qualche pagina di questo romanzo per capire di avere tra le mani qualcosa di totalmente nuovo e peculiare, un inno alla regione dei Carpazi ucraini e alla cultura Hutsul.

Ma vi avverto: per scoprire tutta la magia e la saggezza del libro, dovrete sospendere il giudizio morale, lasciarvi guidare da Prokhasko e non fermarvi alle apparenze.

Attraverso un colorato intreccio di trame, miti e storie, il libro colloca saldamente le vicende narrate da qualche parte nelle montagne dell’Europa centrale. Trasmette quindi la forte impressione di essere radicati in un luogo ma, allo stesso tempo, anche di trovarsi in un posto magico e immaginario.

I personaggi bevono caffè accompagnato da succo di pompelmo e il gin è la bevanda più trafficata; sognano e hanno allucinazioni; fanno duelli e girano film; progettano edifici, scalano montagne e scrivono lettere. Viaggiano, amano, muoiono e vengono brutalmente uccisi. E in tutto questo, cercano di vivere in armonia con gli Eccentrici.

Nessuno sa chi siano con certezza, potrebbero essere semplici persone o potrebbero essere dei. In ogni caso possiedono il potere. Il potere di creare e controllare una narrazione e il potere di cambiare il destino di qualcuno in meglio o in peggio. Con l’aiuto di conoscenze innate o acquisite, sono infatti in grado di fare del bene o del male. Vanno e vengono. Hanno un interesse particolare per tutte le Anna, perché riconoscono in ciascuna di loro una qualche peculiarità che li attira.

Quest’opera di Prohaszko è una sorta di romanzo familiare alla rovescia: i suoi personaggi hanno un piede nella storia e l’altro in un’esistenza magica, dove il possibile e l’impossibile si confondono. Gli Eccentrici sono seduti in cima a un viadotto troncato, coperto di neve, mentre discutono del futuro del mondo. La città di Jalivec’ può nascondersi dalla guerra come per magia, grazie alla vegetazione astutamente piantata intorno. Ingegneri francesi, fuorilegge, assassini rastafariani compaiono e scompaiono, in mezzo a tutto questo ci sono incesto, ornitofilia, duelli e decapitazioni.

Ma con grande abilità Prohaszko non lascia che il testo venga dominato dalla trama caotica. Quasi come se questa fosse in realtà irrilevante. L’intero romanzo è infatti intessuto di miti, tradizioni culturali, eredità e vicende della storia delle due guerre che hanno travolto il paese: sono queste tematiche le vere protagoniste.

Un piccolo libro speciale davvero memorabile.

Potete trovarlo QUI.

L’Autore

Taras Prokhasko è nato a Ivano-Frankivs’k nel 1968. È una delle voci più innovative e acclamate della letteratura ucraina contemporanea. Dopo aver studiato biologia, si è specializzato in botanica. È stato attivo nel movimento studentesco ucraino e ha iniziato presto a collaborare con testate di rilievo nazionale, affiancando alla scrittura, tra gli altri, i lavori di editor, insegnante, guardia forestale e gallerista.

La sua produzione include romanzi d’avanguardia e saggi, ma anche narrativa per l’infanzia. Ha studiato con particolare attenzione la letteratura di Borges, García Márquez e Kiš. Annoverato dalla critica internazionale tra gli esponenti di spicco della letteratura sperimentale e tradotto in molte lingue, ha ottenuto riconoscimenti in Ucraina e all’estero.

I suoi libri sono in corso di pubblicazione nel catalogo di Utopia.


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IN BREVE

"La letteratura di Taras è evocazione, mito. È poetica allo stato puro che si incarna in una trama pur di sostanziarsi e farsi leggere".
"La letteratura di Taras è evocazione, mito. È poetica allo stato puro che si incarna in una trama pur di sostanziarsi e farsi leggere".GLI ECCENTRICI di Taras Prokhasko: recensione