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Pluto – la recensione

Naoki Urasawa è uno dei mangaka più apprezzati del panorama fumettistico attuale, autore di opere come Master Keaton, 20th Century Boys o Billy Bat può vantare sfilze di fan in tutto il mondo. Dopo la trasposizione in anime di Monster del 2004, ora, è finalmente arrivato il turno di Pluto, sbarcato pochi giorni fa su Netflix. L’autore, per promuovere la serie, è stato ospite in questi giorni nella nostra Lucca Comics and Games dove anche il team di Nerdpool.it ha partecipato!

La trama di Pluto

Qualcuno (o qualcosa) sta eliminando i sette robot più forti del pianeta. L’assassino lascia la sua firma in ogni scena del delitto: delle corna sulla testa delle vittime, simbolo di Plutone, divinità romana degli inferi. Tocca all’ispettore Gesicht, uno dei sette robot più forti del mondo, nonché membro dell’Europol indagare.

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(Fonte: Netflix)

La trasposizione dal manga

Pluto è una trasposizione magnifica sotto tutti gli aspetti. La scrittura di Urasawa è complicata da seguire, brillantemente intrecciata e profonda, in grado di mantenere la tensione alta per tutti gli episodi. La caratterizzazione e le storie personali dei sette Robot sono incredibilmente scritte bene e ci permettono di entrare subito in empatia con loro. Robot che nascono come intelligenze artificiali, alla fine del loro percorso, diventano più umani degli umani stessi. La profondità dei loro rapporti, anche con l’uomo, emoziona e lascia riflettere, in particolar modo quelle tra Wassily ed Epsilon o North No.2 e il pianista.

L’animazione

Abbiamo già parlato della storia di Pluto, un crescendo di suspense e tensione tra i protagonisti che vengono accompagnati da un animazione da pelle d’oca. Già dopo i primi episodi, infatti, capirete come la cinematografia di Pluto svolga un ruolo fondamentale nel successo della serie che, tra skyline di un’Europa futuristica o la desolazione di una Persia distrutta, rendano le ambientazioni non solo sfondi ma affascinanti protagonisti.

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Influenze da altri media

Il manga di Naoki Urasawa prende spunto, apertamente, da Astroboy di Osamu Tezuka ma non manca a riferimenti ad altre opere cardine del maestro della fantascienza Isaac Asimov come Io Robot o le leggi della robotica presenti in Visioni di Robot. Urasawa, inoltre, lascia molti easter egg di altre sue opere passate come il nome dello scienziato inventore di Atom, ovvero il Dr. Tenma (come il protagonista di Monster), o l’aspetto di Epsilon che ricorda molto Johan, l’antagonista, sempre, di Monster. Insomma, una strizzata d’occhio ai fan del mangaka che non rimarranno delusi dai diversi richiami.

L’aspetto di Atom ricorda molto quello di Astroboy (Fonte: Netflix)

Temi sempre più attuali

Intelligenze artificiali, guerre e uccisioni di innocenti rendono la trama di Pluto più che mai attuale nonostante l’ambientazione futuristica. L’autore, infatti, non manca in più occasioni di criticare l’uomo e l’odio che porta con sè per il diverso o minaccioso. Non fatevi fermare dalla durata degli episodi perché la serie è in grado di mantenere la tensione e il livello alto per tutta la stagione. 

Pluto è uno degli anime più profondi che abbia visto e, sicuramente, uno che non vi lascerà indifferenti. Concludo ricordandoci che, in questi giorni più che mai, come ci insegna Pluto, dall’odio non nasce e non nascerà mai nulla.

Avete già recuperato l’anime? Se sì, cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!


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Pluto è una trasposizione magnifica sotto tutti gli aspetti. La scrittura di Urasawa è complicata da seguire, brillantemente intrecciata e profonda, in grado di mantenere la tensione alta per tutta la durata degli episodi. Non fatevi fermare dalla durata della serie perché il livello rimane sempre alto.Pluto - la recensione