Sono passati 5 mesi da quando abbiamo affrontato le sfide del dojo con Urshifu. Oggi siamo quindi pronti ad analizzare la seconda e ultima espansione di Pokémon Spada e Scudo, cercando di capire in questa recensione se la Landa della Corona sia un buon canto del cigno per il titolo:
Un’avventura tra leggende, misteri e tante sorprese!
La nostra avventura nella nuova terra di Galar inizierà come la precedente, andando a Brassbury e riscattando il pass Corona. A quel punto prenderemo il treno che ci porterà nell’estremo sud della regione.
Giunti in queste terre, incontreremo subito Peony e sua figlia Nia. La ragazza, intenta a scappare dal padre per poter essere libera di esplorare, chiederà il nostro aiuto per distrarre suo padre.
Dopo averlo affrontato in una lotta Pokémon, inseguiremo la figlia di Peony nella Dynatana Max da dove iniziare il tutorial della nuova modalità di gioco.
Dopo aver accettato il fatto che la figlia non voglia partecipare alla sua “super-avventura“, Peony proporrà a noi di prendervi parte e scoprire così i segreti e le leggende di queste terre Pokémon.
Giunti a Freezdale e stabilito il campo base avrà inizio la nostra avventura suddivisa in 3 principali capitoli:
- Il Profondo legame fra il re leggendario e il suo fido destriero!
- Le porte sigillate e i giganti leggendari!
- L’albero dei Pokémon alati leggendari!
Per stendere questa recensione abbiamo ovviamente affrontato tutte e 3 queste avventure che ci porteranno ad affrontare diversi leggendari:
In “Il Profondo legame fra il re leggendario e il suo fido destriero!” il protagonista sarà il Pokémon Calyrex e noi dovremo aiutarlo a recuperare il potere ormai perduto.
Dato che sempre molta meno gente crede in lui, infatti, quest’ultimo si è indebolito e ha perso anche il suo fidato compagno.
Progredendo nell’avventura arriveremo a un bivio riguardo la scelta del cavallo, che preferiamo non spoilerarvi, in una scena molto ben costruita e spettacolare.
“Le porte sigillate e i giganti leggendari!” sarà ovviamente legata al trio Pokémon dei Regi e ai nuovi Regidrago/Regieleki. Per poterli affrontare e catturare, però, sarà necessario uno step ulteriore.
Ogni Regi, infatti, sarà rinchiuso all’interno di un tempio che per essere aperto richiederà il completamento di un piccolo indovinello.
Una volta completato, accederemo alla stanza dove si troverà il colosso e potremo provare a catturarlo.
Infine l’ultima avventura, “L’albero dei Pokémon alati leggendari!” ci porterà ad incontrare Zapdos, Moltres e Articuno di Galar.
I tre leggendari si sfidano per il controllo sui frutti del misterioso albero in frutto a sud della mappa. Appena ci noteranno, però, scapperanno via in diversi luoghi di Galar.
Come avete potuto leggere, quindi, la trama di questo DLC è molto più articolata e lunga rispetto a quella del primo dedicato al Pokémon Urshifu.
Una fauna… leggendaria!
Insieme a graditi ritorni, sia da vecchi dex che dalle altre parti della regione, la novità più interessante di questa espansione è sicuramente una: i leggendari.
Oltre al trio di Regi, al trio di Uccelli Leggendari e Calyrex, infatti, avremo l’occasione tramite la Dynatana Max di incontrare tutti i Pokémon Leggendari dell’intera serie.
Da Lugia a Giratina, da Tornadus a Necrozma, tutti insieme nella nuova modalità di gioco strutturato come una sorta di labirinto.
Ogni Pokémon leggendario potrà essere catturato una e una sola volta, che questa sia cromatica o normale non importa.
Un netto passo avanti
Rispetto alla prima espansione di Spada e Scudo, le terre innevate della Corona è molto più interessante e completo rispetto al precedente, che peccava in longevità e contenuti.
Durante questa recensione abbiamo appurato che la durata è ben maggiore rispetto al precedente ed offre anche una certa libertà nell’affrontarla e nell’ottenere i Pokémon.
La nuova meccanica è ben strutturata, offrendo un buon livello di sfida e casualità ma senza penalizzare le possibili strategie da applicare con gli amici.
In Conclusione
Pokémon Spada e Scudo: “Le terre innevate della Corona” è un’ottima espansione, capace di convincere e migliorare il titolo di base. L’Isola dell’armatura, tra i problemi principali, aveva quella della longevità ed era strutturata come un lungo corridoio. Qui invece il tutto è realizzato meglio e ne giova la durata, estesa anche grazie alla presenza delle Dynatane Max. Lato tecnico ovviamente il titolo risulta invariato, con i soliti problemi legati alla qualità di alcune texture e all’ottimizzazione non perfetta delle terre selvagge.
Alla luce di questi risultati, con la nostra recensione ci sentiamo di promuovere positivamente questa espansione che molto probabilmente segnerà insieme alla precedenza una nuova era per il brand e forse, speriamo, una modernizzazione della serie.
Ora tocca a voi, cosa ne pensate di questa espansione? Fatecelo sapere nei commenti e passate anche dagli altri articoli di NerdPool.
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