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Samuel Stern 37 – Il rito

Samuel Stern 27 “Il rito” aggiunge importanti elementi alla narrazione sterniana, portando avanti una continuity ben definita, sempre coerente , che diventa ogni volta più interessante.

Comprare Samuel Stern in edicola è diventato, oltre che una piacevole consuetudine, un interessante appuntamento con un fumetto seriale a stampo Horror che, in appena tre anni di vita in edicola, ha saputo ritagliarsi una bella fetta di pubblico.

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Sarà forse anche merito di alcuni passi falsi dalla testata direttamente concorrente, ma c’è da dire che il merito di tale successo è indubbio. Bugs Comics ha incentrato la trama di SS su una soluzione più simile a quelle a cui ci hanno abituato Netflix e co: una narrazione di più ampio respiro, con trame che vanno districandosi nel corso di stagioni più o meno lunghe, ed albi che non si autoconcludono ma fanno parte di un discorso più ampio.

Senza dilungarsi ulteriormente sulle questioni tecniche passiamo all’albo. La storia in questione, in stretta continuity con l’albo precedente conclusosi con il rapimento di Lily, la figlia di Samuel, offre interessanti soluzioni ad interrogativi lasciati in sospeso.

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Davvero interessante la spiegazione data all’uso dei nomi del protagonista e dei comprimari: una scelta non casuale quindi, ma voluta e pensata con largo anticipo dalla redazione. Ma su questo non avevamo alcun dubbio.

Si chiudono alcuni discorsi rimasti aperti dalla Saga di Abisko, in un rito che lascia davvero senza parole per la forza evocativa che trasmette e l’inquietudine che si respira durante tutto l’albo.

Inquietudine la fa da padrone per l’intero albo e l’isola di Lewis, luogo dove Samuel ha trascorso la sua giovinezza, non fa altro che accentuare questa sensazione. Sarà la recente visione si Midnight Mass, o la recente lettura di Simulacri , ma l’elemento isola funziona dal punto di vista narrativo ed evocativo. Un posto dove si ha l’esigenza di tornare ma che lascia poche vie di fuga. In questo caso (come negli altri esempi citati) anche dal proprio passato.

Dal punto di vista grafico, i disegni di David Ferracci ben si prestano nelle scene oniriche (presenti in quantità nell’albo), ed alcune soluzioni grafiche sono di grande impatto. Personalmente ho trovato davvero belle le soluzioni di pag. 62, dove per la prima volta ci appare il rito nella sua inquietante ed horrorifica bellezza.

Pagina 66 (scelta voluta o ironia della sorte?) presenta una soluzione grafica davvero interessante: una rappresentazione di Ryden prima dalle sembianze di Cristo insanguinato e subito dopo da quelle del Diavolo in persona. Un accostamento strettamente collegato alle esigenze narrative che vedono un’apocalisse in arrivo, e cielo ed inferi pronti alla battaglia finale sul suolo terrestre.

Un altro capitolo si aggiunge alla continuity sterniana, rendendola sempre più interessante e sembrando sempre meno a corto di idee. Anzi, la sensazione diffusa è proprio quella che il meglio deve ancora venire.

E non non possiamo fare altro che aspettare, pieni di aspettative ben riposte, i prossimi numeri in edicola.


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Samuel Stern 27 "Il rito" aggiunge importanti elementi alla narrazione sterniana, portando avanti una continuity ben definita, sempre coerente , che diventa ogni volta più interessante. Samuel Stern 37 - Il rito