Finalmente Riot Forge, qualche settimana fa ha pubblicato The Mageseeker: A League of Legends Story.
Da quando Riot ha deciso di espandere l’universo di LOL, sia attraverso nuovi videogiochi che altri media, come ad esempio la serie Arcane, è sempre riuscita a sorprenderci. L’ultimo titolo in ordine cronologico, “Ruined King“, era un ottimo GDR a turni con uno stile unico che andava ad approfondire la lore di alcuni personaggi amati dai videogiocatori, come Miss Fortune o Viego.
Eravamo molto in hype per questo nuovo titolo della serie “A League of Legends Story” proprio per gli ottimi precedenti e grazie anche al team che ha sviluppato questo gioco. Si tratta infatti di Digital Sun che ha pubblicato nel 2018 “Moonlighter” un indie molto sottovalutato. The Mageseeker riprende un po’ quel titolo visto che entrambi sono degli Action-RPG con grafica in pixel art, espandendone la formula e unendo a tutto ciò l’universo di League of Legends.
Questa attesa sarà stata ripagata? Scopritelo in questa nostra recensione di The Mageseeker: A League of Legends Story!
A caccia dei Mageseeker
Il protagonista di questo titolo è Sylas di Dregbourne, un mago proveniente dalla regione di Demacia. Da piccolo Sylas era un Mageseeker, ovvero un cacciatore di maghi, ed usava il suo potere di “vedere” la magia nelle persone per scovarli ed imprigionarli o reclutarti come cacciatori. Un giorno egli scopre di poter assorbire ed utilizzare la magia altrui, ma perde il controllo e causa un incidente. Questo che lo porterà ad essere egli stesso prigioniero per 15 lunghi anni. Dopo una rocambolesca fuga, Sylas pianificherà la sua vendetta nei confronti dei Mageseeker e di tutta la loro organizzazione, grazie anche all’aiuto di Leilani, una maga reclusa, e ad altri maghi in fuga da decenni.
Dal punto di vista narrativo il gioco intrattiene davvero bene, raccontando una storia semplice ma profonda in maniera perfetta, grazie all’ausilio dei vari personaggi secondari. Nonostante non siano tantissimi, sono ben caratterizzati, interessanti e aiutano a capire molto della lore del gioco. L’elemento che ci ha colpito maggiormente da questo punto di vista sono i dialoghi, scritti in maniera egregia, non prolissi e che non interrompono mai in maniera troppo preponderante l’azione.
L’elemento forse che ci ha colpito di più di The Mageseeker è lo stile grafico. La grafica è interamente in pixel art, inclusi menu e finestre di dialoghi. Oltre ad essere molto bello da vedere è anche meraviglioso da giocare. Le animazioni infatti sono da brividi e curate in maniera maniacale. I “filmati” sono meravigliosi, in particolare quando abbiamo visto un determinato boss (che non diremo per evitare spoiler) fare il suo ingresso ci è venuta la pelle d’oca.
Dall’altro lato però c’è una grossa pecca in questo gioco e cioè la ripetitività degli elementi a schermo. Gli interni dei luoghi che andremo ad esplorare (salvo rare eccezioni) sono quasi tutti uguali e presentano i medesimi elementi. Certo va comunque detto che si tratta di un gioco “piccolo” ma sicuramente ci saremo aspettati di più sotto questo aspetto.
Un gameplay magico
Veniamo dunque al fulcro di The Mageseeker: A League of Legends Story ovvero il suo gameplay. Per quanto ci riguarda, questo titolo ci ha fatto provare un sentimento di amore-odio ma andiamo con ordine: Sylas, proprio come in League of Legends, possiede il potere di rubare le magie ai maghi nemici e di utilizzarle. Dopo aver rubato una magia ad un mago ci sarà un cooldown che ci impedira di rubare nuovamente a quel nemico.
Le tipologie di magie (e di maghi) sono 6 e sono divise in tre gruppi da due elementi, uno efficace all’altro. Ad esempio il fuoco sarà efficace contro il ghiaccio e il ghiaccio sarà efficace contro il fuoco. Una volta rubato un incantesimo potremo sbloccarlo ed equipaggiarlo tornando all’accampamento (parleremo della progressione del personaggio e del lato “gestionale” tra poco). In questo modo potremmo affrontare le missioni successive con più opzioni disponibili.
Se il sistema di “magie opposte” a due non ci ha convinto a pieno, i combattimenti sono promossi a pieni voti. Le battaglie sono allo stesso modo frenetiche e tattiche, visto che dovremo gestire in certi momenti grandi quantità di nemici diversi e dovremo decidere se magari tenerne in vita uno per rubargli la magia da utilizzare su un altro. La frenesia è anche dovuta al sistema di movimento e al modo in cui dovremo schivare velocemente molti attacchi.
Il feeling delle combo fisiche è davvero soddisfacente e visivamente sono spettacolari.
I nemici che affronteremo sono vari, dai maghi agli arcieri fino ai guerrieri più resistenti che richiederanno un e offrono un’ottima freschezza al gameplay.
L’unione di tutti questi elementi rende incredibilmente divertenti ed appaganti le fasi di combattimento. Più volte durante il gameplay avevamo voglia di stare sempre a combattere piuttosto che esplorare.
Purtroppo il sistema di movimento, insieme a quello di targeting delle magie, sono i punti dolenti del gameplay. Vi sono stati dei momenti nella nostra partita in cui erano troppo imprecisi e più di una volta sono stati causa di game over decisamente evitabili. Ci sono stati anche dei rari cali di frame rate quando c’erano troppi nemici a schermo, ma per fortuna si è trattato solo di qualche caso isolato. In generale possiamo dire di essere molto soddisfatti da un gameplay così accattivante e che tiene incollati allo schermo.
Un rifugio per tutti i maghi
Qualche riga sopra accennavamo al sistema di progressione e gestionale di The Mageseeker. Tutto ciò che concerne la preparazione delle missioni e le interazioni con i personaggi secondari avverrà nell’accampamento. Sylas infatti creerà insieme ai maghi in fuga, un luogo sicuro in cui pianificare i vari attacchi contro i Mageseeker.
Durante le varie missioni potremmo reclutare nuovi alleati con un nome e una personalità unica da portare all’accampamento. Ognuno di loro darà a Sylas accesso a una combo di un determinato elemento e a un potenziamento dei danni di quell’elemento. Reclutando altri personaggi minori (senza nome e personalità) potenzieremo gli alleati “maggiori” in modo da sbloccare nuove combo e potenziamenti per le magie.
Nell’accampamento inoltre potremo interagire con alcuni personaggi chiave che potenzieranno Sylas pagando la valuta che troveremo durante le nostre missioni. I potenziamenti riguardano le statistiche di Sylas, gli incantesimi che equipaggeremo e gli slot per incantesimi.
Tutta questa componente da una grande senso di soddisfazione poiché non ci troveremo mai a compire azioni inutili. Ad esempio esplorando più a fondo un dungeon scoveremo nuovi personaggi minori da reclutare o valuta, che poi ci servirà per potenziare Sylas e avere un gameplay “diverso” successivamente. Tutto ruota dunque attorno al farci diventare delle macchine da guerra per le fasi finali del gioco (a volte anche troppo) e a costruire un esercito per farci immergere nella rivoluzione di Demacia.
Conclusioni
The Mageseeker: A League of Legends Story è un autentico gioiellino con cui ci siamo divertiti davvero tanto. La durata di circa 10-15 ore è perfetta per un titolo così, che non si dilunga aggiungendo elementi inutili e non “rusha” nell’arrivare alla fine. Se solo ci fosse stata più attenzione su alcuni elementi staremo parlando di un autentico capolavoro. Assolutamente consigliato sia a chi è un veterano di League of Legends, sia a chi non si è mai approcciato a questo universo.
E voi che ne pensate? Fatecelo sapere con un commento e continuate a seguirci su Nerdpool per tutte le novità sul mondo videoludico!
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