A fine luglio c’è stato l’annuncio, tramite il canale ufficiale Twitter: DOOM, DOOM II e DOOM 3 erano pronti a sbarcare nel 2019. La trilogia che ha dato origine a tutto è disponibile dal 26 luglio su PS4 (la versione da noi provata), Xbox One e Nintendo Switch. Dopo un po’ di test e durante una strenua lotta con le ventole accaldate della nostra console, siamo in grado di darvi una sonora rinfrescata in merito alla trilogia di DOOM.
DOOM, l’inizio del Male.
Il primo DOOM, una delle pietre miliari del genere dei FPS (First Person Shooter, gli sparatutto in prima persona), è senza dubbio un gioco di livello assoluto. Già dagli albori, DOOM riuscì a conquistare tutto il mondo con la sua fervida violenza, con uno stile di gioco rapido, ma per niente semplice. Titolo dal level design splendido, il pargolo di id Software dimostra di reggere bene l’urto degli anni, anche se non per l’ovvio abisso grafico (che per l’occhio esperto è comunque eccelso, per essere del 1993). Gameplay e struttura sono di quelli che seducono subito, così come la voglia di ripulire dai demoni tutte le zone che ci circondano.
Questo primo capitolo arriva rimasterizzato su console di nuova generazione in versione completa, includendo quindi l’espansione Thy Flesh Consumed, che aggiunge 9 livelli inediti. Non solo: disponibile anche il Deathmatch in lobby da 4 giocatori cadauna, ed anche la modalità cooperativa. Servizio completo, dunque, per il Doomguy, che dovrà essere accompagnato in lungo e in largo per Marte, alla ricerca della fonte del male. Chiaramente l’epopea non finisce qua, perché il nostro eroe non sembra proprio avere pace…
DOOM II: Hell on Earth, quando l’inferno sbarca a casa tua.
Non paghi di quanto accaduto al povero Doomguy nel primo storico capitolo, alla id Software il sadismo imperava, ed ecco sfornare il sequel dell’acclamatissimo DOOM. Hell on Earth, il sottotitolo, è emblematico. Il Doomguy torna a casa dopo le infinite peripezie di Marte, e trova una lieta sopresa: la Terra è invasa dai demoni degli inferi. Sarà lui a dover liberare il pianeta dalle forze del male, arrivando a distruggere l’inferno stesso. Il secondo capitolo di DOOM è molto simile al predecessore, sia come gameplay che nei parametri tecnici. Raffinato in alcuni passaggi, con alcuni nuovi nemici introdotti, ed una nuova arma. Anche qua abbiamo la modalità cooperativa e – in più – la raccolta delle venti ambientazioni create dalla community di DOOM, approvate dagli sviluppatori. Il DLC che ospita queste 20 ambientazioni è il celeberrimo The Master Levels.
Possedendo un level design mutuato dal precedente capitolo, DOOM II risulta essere di alto livello, ed è il sequel perfetto di una pietra miliare. Anche attualmente è piacevole giocare il titolo id Software, nel tentativo di sopravvivere ai demoni e ripulire la Terra dal male. Certo, tecnicamente il peso degli anni è ineluttabile, ma è un difetto relativo. Forse si poteva fare qualcosa in merito alla resa sonora, ma già una ripulita agli effetti è tanta roba, per le difficoltà intrinseche di un porting simile. Anche qui, presenti le modalità di rito, tra Deathmatch e Cooperative, quindi una longevità garantita. Alla fine, DOOM II è il solito titolo gigantesco, che lascia poi respiro alla serie, perché per il terzo capitolo abbiamo dovuto aspettare esattamente l’anno 2004. La venuta di DOOM 3, infatti, si è fatta attendere…
DOOM 3: il ritorno del Male.
Curiosamente, il terzo capitolo edito da id Software, non è un vero seguito, ma uno spin-off dei primi due capitoli. DOOM 3 ci mette nei panni del solito Doomguy, il quale non è però il medesimo protagonista dei primi due. Il nostro eroe è un marine assegnato ad una base della UAC su Marte, impegnato in una canonica missione militare, che sfocia nel delirio infernale. A causa di svariati esperimenti sul teletrasporto, avviati dall’insano Malcom Betruger, si apre un portale dritto dall’Inferno, con vagonate di demoni che si riversano sul pianeta rosso. Spetterà a noi cercare il modo di chiudere il portale demoniaco e salvare l’universo dall’abisso ultimo.
DOOM 3 rappresenta una svolta nella saga. Abbandonato il motore grafico dei primi due capitoli, id Software sviluppa ed utilizza l’id Tech 4, con risultati eccellenti. Il salto nel 2019 non è indolore sotto il profilo tecnico, e ci mancherebbe, ma regge l’urto in modo dignitoso, ed il titolo rende parecchio. Difatti, il nostro girovagare sarà sempre inquieto, insicuro, pieno di dubbi e remore, dettati dalla paura di scoprire cosa c’è dietro la prossima porta. Con un parco armi rinnovato (anche se in parte fedele alla serie), dei nemici più raffinati e tante novità introdotte, DOOM 3 è ancora un titolo più che piacevole da giocare. Quest’edizione, poi, arriva comprendendo anche le due espansioni Resurrection of Evil e The Lost Missions, che chiudono il cerchio narrativo.
Chiaramente anche nella riedizione attuale sarà possibile giocare in multiplayer, dai Deathmatch alle Coops, aumentando quindi il divertimento, il sangue e la violenza. Ah sì, e anche la longevità .
Trilogia, mia trilogia.
Vale, infine, la pena fiondarsi sulla trilogia di DOOM? Il nostro responso è assolutamente sì. I tre titoli targati id Software – ora marchio Bethesda, che si è occupata della riedizione – sono dei must-have per ogni videogiocatore. Non si può dire di avere giocato un FPS senza aver mai giocato DOOM (o Wolfenstein 3D o Quake, ma questi perché siamo dei ragazzi esigenti). La trinità del mondo FPS finalmente è a portata di mano su console attuali, quindi PS4, Xbox One e Switch, come detto in apertura, ed è obbligatorio averla per tutti gli appassionati. Tecnicamente rifinita e tutto sommato godibile, con un gameplay che ha fatto la storia, DOOM Trilogy ci ha convinto pienamente.
Non trascurate NerdPool.it, per avere un parere sempre aggiornato dei titoli must-have da qui all’eternità .
Scopri di più da NerdPool
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.