Era partito come un gioco, come è Emilia Clarke stessa a ricordare: “Circa tre anni fa, ero in macchina con alcuni amici e stavo dicendo, ‘ragazzi, non sarebbe bello se…’ Il giorno dopo mi sono svegliata e ho pensato ‘Sarebbe davvero divertente. Sarebbe f—ente figo. Perché no?'”
Così è nato M.O.M.: Mother of Madness. La miniserie di tre numeri pubblicata da Image Comics, scritta da Clarke (insieme a Marguerite Bennett, che lei chiama la sua “comic guru”). Il racconto di Maya, una madre single che scopre di possedere alcuni superpoteri e li usa per fermare un’organizzazione di trafficanti di esseri umani.
Clarke la descrive come qualcosa di simile a Deadpool con tantissimo humor, combinato a una grande sensibilità femminista “in un’atmosfera che va oltre il genere”.
La star di Game of Thrones ha parlato così a EW:
Si parla spesso delle madri come supereroine, e ho pensato…come sarebbe se lo fossero davvero?. Maya ha sempre avuto una vita difficile e in questo momento si ritrova a vergognarsi di tutto quello che la rende unica. Solo scoprendo i suoi poteri inizia ad accettarsi pienamente in quanto persona.
Clarke rimane molto vaga sui poteri della protagonista:Â
Ci sono tantissime cose fighe che può fare con i suoi poteri. In alcuni momenti del mese in particolare (dice ridendo). Tutto quello che può fare è legato al fatto di essere una donna con un ciclo mestruale. Ho pensato di prendere tutte quelle cose che le donne odiano di loro stesse e di capovolgerle, rendendole ciò che le trasforma in supereroine.
L’origine di M.O.M. si può trovare già in Emilia Clarke stessa in quanto “fangirl” dei fumetti e dei film di supereroi e nel fatto di essersi sentita spesso esclusa da quel mondo a causa del suo genere.
Mio fratello è stato un grande lettore di fumetti, mentre io non potevo entrare nelle fumetterie! Non mi era permesso andare con lui perché io ero la sorella minore. E quando sono riuscita ad andarci non trovavo molte donne in copertina o proprio nei negozi. Quindi non mi ci sentivo molto al sicuro da piccola.
Dopo alcune discussioni iniziali con la co-scrittrice Bennett, l’attrice ha voluto costruire un team creativo di sole donne, includendo la disegnatrice Leila Leiz, insieme a Isobel Richardson, e per le copertine Jo Ratcliffe. E’ stato un progetto collaborativo, ma Clarke stessa ha pensato al passato di Maya e al suo costume. (Un piccolo appunto: la maschera di Maya, che vedete in copertina, è molto simile al passamontagna del gruppo di protesta femminile russo Pussy Riot.)
Creare questo fumetto è stata un’esperienza fenomenale. Ma la ragione più grande che mi ha spinto a farlo è volere che le ragazzine potessero vedere la storia di una donna fallibile. Lo so che ci sono tanti casi simili, in particolare in tv. Ma pensavo che fosse un tema meno approfondito nel mondo del fumetto.
Date un’occhiata ad alcune tavole in anteprima del primo numero di M.O.M., in uscita il 21 luglio.
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