Past Lives di Celine Song, Coma e La Bête di Bertrand Bonello, Il Sol Dell’Avvenire di Nanni Moretti e Nuovo Olimpo di Ferzan Ozpetek: cinque film di questa stagione cinematografica di autori differenti, accomunati dal mettere in scena – ognuno con i propri vezzi stilistici – un futuro che è possibile soltanto tornando all’interno di un passato pieno di vita e di vite, per sfuggire ad un presente in stato comatoso e febbrile.
Si tratta però di un ritorno utopico e atemporale, che sorvola il tempo invece di tracciarlo cronologicamente – non a caso, in almeno due di queste opere troviamo la ciclicità della reincarnazione e delle vite precedenti e future, e in almeno altre due il sogno, il cinema e l’immaginazione (collocati al di là dello spazio-tempo lineare) conducono alla quiete autentica – e quindi, oltre che al passato, potrebbe anche essere un ritorno al futuro.
Se è vero che risulta difficile captare come gli artisti contemporanei parlino della contemporaneità mentre la stanno ancora affrontando, appare quantomeno pulsante e in forte accrescimento l’insofferenza e il rigetto nei riguardi di un momento storico irrimediabilmente letargico e questa, forse, si configura in tal senso come un’ipotetica lettura di partenza.
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