Quella è Londra!
Macchine Mortali (Mortal Engines) 2018.
Silenzio. Il respiro che man mano aumenta. Attraverso la lente di un moderno monocolo, una ragazza, Hester Shaw, scruta l’orizzonte. Continua instancabile a cercare. Cercare chi. Cercare cosa. Non lo sa neppure lei. In lontananza, il rumore sordo di cingolati lentamente si avvicina.
“Che cos’è?! “- dice Hester.
“Quella è Londra”
Queste sono le prime immagini del trailer ufficiale di Macchine Mortali, nuovo film prodotto dalla Universal Pictures.
La quadrilogia
Si tratta dell’adattamento cinematografico della collana di libri di Philip Reeve. Pubblicato nel 2001 (in Italia nel 2004 grazie alla Mondadori), ha conquistato il Nestlé Smarties Book Prize nel 2002 nella categoria 10-15 anni.
Il titolo della raccolta di 4 libri, che richiama indirettamente ad un passo dell’ Otello di Shakespeare, “Il quartetto delle Macchine Mortali”, introduce direttamente queste Macchine che non sono altro che Città Mobili, città predatici.
Il film
Il primo soggetto di Macchine Mortali è stato elaborato da Peter Jackson e dal suo team creativo, Philippa Boyens e Fran Walsh, team già consolidato nelle due trilogie de Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit.
La regia di Macchine Mortali è stata affidata all’esordiente Christian Rivers, già storyboard artisti e tecnico degli effettivi visivi da oltre 20 anni al seguito di Jackson.
La Universal Pictures ha investito ben 100 milioni di dollari in questo progetto digitale.
Come rivela direttamente Jackson, l’uso intensivo del digitale non solo per gli effettivi visivi. Sono state anche rimpiazzate scene normalmente girate con comparse e miniature, con elementi e controfigure digitali il che è stato determinante per la riuscita registica e visiva del film.
Il Trailer
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All’inizio del trailer di Macchine Mortali ci viene presentata la città di Londra identificata dall’iconica Cattedrale di San Paul leggermente rivisitata. La Cattedrale del film, che nella realtà troneggia sulla city con la sua cupola seconda solo alla Basilica di San Pietro, ha al suo interno un museo di antiche tecnologie (televisori e tastiere di rudimentali pc). Questa Londra mobile, che fonde il classico col moderno, rappresenta la Città Mobile più feroce, dedita da tempo alla ricerca e conquista di altre città più piccole e degli spazi rimasti liberi.
Una voce maschile, quella del villain Valentine, Storico di terza Classe, ci dice che gli uomini ci ha messo 60 minuti per distruggersi (la guerra dei 60 minuti appunto), ma ora l’umanità si è riorganizzata (attraverso città meccanizzate) mantenendo però quell’innato divario fra grandi e piccoli, predatori e prede: chi è più veloce sopravvive.
Prime impressioni
In questo universo distopico e post apocalittico dai toni steampunk, nulla sembra cambiato. Tutto rimane invariato, buoni e cattivi, forti contro deboli, un giovane eroe, Tom, chiamato alla lotta lascerà la sua fascia sociale inferiore per ergersi in aiuto di una giovane eroina, Hester, che ripercorre le lontane gesta della madre che aveva scoperto l’arma che il cattivo Valentine vuole possedere per “ucciderli tutti”. La chiamata dell’eroe avviene di getto, in un attimo, sfruttando il moto di primordiale istinto di sopravvivenza: Hester prova a pugnalare a morte Valentine per vendicare la morte della madre.
Buoni e cattivi si ritrovano proiettati su una moderna e Vittoriana scacchiera fatta di “Città Erranti” (come non sorridere nel ripensare al Castello Errante di Howl), di combattimenti, sabbia degli scenari desertici (tra Star Wars, Mad Max e Avengers Infinity War si ha l’imbarazzo della scelta!) e di cieli tersi dove si staglia un biplano rosso (Porco Rosso docet).
Le regole sono sempre le stesse, le motivazioni anche (il potere ed il dominio), ma ciò che rende il film e la quadrilogia è sicuramente l’ambientazione unica e visionaria. Riunire stili tecnologici e classici che mantengano il sapore di entrambe le provenienze è quasi unico. Una narrazione sciolta e lineare rendono la storia godibile seppur con un concept non nuovo.
Per tutti gli amanti della fantascienza rielaborata in salsa distopica, per tutti coloro che amano landscape da urlo ed effetti visivi sempre nuovi, un film che merita sicuramente più di una visione.
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