Leo Ortolani non ha bisogno di presentazioni. Con il suo genio e il suo estro, incarnati dal suo personaggio più iconico Rat-Man, l’autore Pisano ha saputo rivoluzionare il mondo del fumetto italiano ben oltre l’ambito del fumetto umoristico, scrivendone una pagina indelebile. Con Matana, dopo la fine della sua ventennale avventura sul personaggio, torna a scrivere un’opera “apocrifa”, ma dallo stile inconfondibile. Originariamente pubblicato in bianco e nero, Matana torna in volume cartonato a colori. Ecco dunque la nostra recensione senza spoilers!
Una breve sinossi
La Frontiera. Un luogo leggendario. E tra tutti coloro che cavalcano senza sapere dove andare, c’è un uomo che cavalca giorno e notte, grazie all’unguento del dottor Ragadini. Un uomo il cui nome veniva pronunciato con rispetto e paura: Matana! L’instant classic di Leo Ortolani, il creatore dell’immortale Rat-Man, per la prima volta a colori (spettacolari) e raccolto in volume. Una “pseudo parodia” di livello stellare, grazie a uno “pseudo RatMan” irriverente e irresistibile quanto l’originale.
Le nostre impressioni
Allora sciogliamo subito gli indugi, siamo ai livelli di Rat-Man? No, ma in fondo Matana è, ma allo stesso tempo non è Rat-Man. Dunque ogni paragone lascia il tempo che trova, perché effettivamente non parliamo propriamente dello stesso personaggio.
Fatta questa dovuta premessa possiamo dire che questo Matana vede un Ortolani abbastanza in forma. La storia fila senza particolari tempi morti. La narrazione è scorrevole e si lascia apprezzare pur nella sua semplicità. I colpi di scena sono abbastanza ben gestiti e mai banali. Le quasi 200 pagine scivolano tra le mani dolcemente, senza mai stancare il lettore. Non si scade nell’eccessivo citazionismo, mantenendo il ritmo della narrazione alto dalla prima a l’ultima pagina.
Per quanto riguarda la comicità, questa parte fortissima, strappando più di un sorriso, ma forse si smarrisce un po’ verso il finale perdendo mordente.
Come ci si poteva aspettare ci si prende gioco dei film western: dalla trilogia del dollaro a Sartana passando per Django di Tarantino, ma si cerca allo stesso tempo di sviluppare una trama abbastanza originale.
Non manca la critica sociale, con l’attenzione rivolta principalmente alla questione della schiavitù e del razzismo negli Stati Uniti. Insomma con la consueta satira tagliente Ortolani sottolinea con leggerezza le contraddizioni della società americana passata e presente.
La fruibilità è garantita da una comicità che oltre ad essere ben scritta è abbastanza stratificata prestandosi a vari livelli di complessità e di interpretazione.
Tirando le somme Matana è scorretto quanto basta da divertire anche il lettore più navigato ma lascia al contempo il giusto pelo sullo stomaco indispensabile per far riflettere.
I disegni
Lo stile inconfondibile di Ortolani viene esaltato da questa edizione a colori che ne mette in risalto il tratto. Le tavole si riempiono di vita, grazie a delle chine ben realizzate e rispettose dei disegni. Il confronto con l’edizione in bianco e nero è impietoso, anche grazie all’edizione di pregio con carta lucida. Ogni tavola è un vero piacere per gli occhi. Inutile dunque dire che, anche chi avesse preso la prima edizione spillata, questo volume cartonato non può essere lasciato sullo scaffale.
Conclusioni
Un volume imperdibile sia per i fan di lunga data di Ortolani, per chi lo ha scoperto dopo e per chi magari, partendo da questo volume, vorrà approfondirlo. Rat-Man è morto, viva Rat-Man! Protagonista irrinunciabile del fumetto italiano contemporaneo che continua a vivere in nuove forme. In attesa ovviamente che Ortolani sforni altre di queste piccole perle noi vi salutiamo e vi rimandiamo alla prossima recensione!
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