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NerdPool incontra Melania Muscas

Melania Muscas fa il suo debutto in libreria a Maggio 2024 con il romanzo fantasy La Profezia dello Straniero. Ne abbiamo parlato a fine luglio in questa recensione e oggi vi proponiamo l’intervista all’autrice.

Ciao Melania e benvenuta su NerdPool!

Qual è stata l’ispirazione principale dietro la creazione dell’isola di Sherden e della sua mitologia?

Sono sempre stata un’amante del genere fantasy e fin da bambina ho tentato di scrivere storie, senza mai trovare quella giusta. La storia del popolo nuragico invece l’ho conosciuta da adulta, e scoprire che la terra in cui ero nata e cresciuta aveva ospitato in tempi remoti un popolo di guerrieri e navigatori, a contatto con le più importanti civiltà del Mediterraneo e legato ai miti più famosi che avevo studiato a
scuola, mi ha folgorata. Improvvisamente avevo una storia da raccontare, una storia che per me era bellissima.

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Come hai integrato elementi del folklore sardo, come le janas e le cogas, nella narrazione del romanzo?

Le janas e le cogas sono creature che quando ero bambina hanno avuto uno spazio importante nel mio immaginario, popolando le storie che mi venivano raccontate. In questo libro avevo bisogno di un sistema magico, e loro sono state le creature perfette per crearlo. Mi sono divertita moltissimo a legare queste due figure l’una con l’altra, a dar loro una storia comune, e allo stesso tempo ho lavorato molto per essere sicura di creare un sistema magico solido e che avesse senso. Viste le caratteristiche delle janas nel folklore sardo e l’ambientazione arcaica del romanzo, non potevo non scegliere una magia che fosse strettamente collegata alla natura e alle divinità.

Ci puoi raccontare il processo di ricerca che hai intrapreso per sviluppare l’ambientazione storica e mitologica di Sherden?

Ho scoperto una passione per la storia della civiltà nuragica e mi sono ammalata di “nuragite”. Ho esplorato quasi duecento siti archeologici, intervistando sempre le guide del luogo e prendendo appunti, e ho lasciato che l’immaginazione mescolasse storia a fantasia, lasciandomi guidare da ciò che leggevo su miti e credenze, le storie che avevo sentito da bambina e ciò che avevo studiato al liceo classico. Per quella
che è “la storia dietro la storia” del popolo shardana, sono stati importantissimi gli studi del professor Giovanni Ugas.

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La profezia di Arvara ha un ruolo centrale nel romanzo. Da dove nasce l’idea di una profezia catastrofica che guida le vicende?

Dalla vera storia del popolo nuragico, in particolare dal fatto che dopo un periodo di grande splendore nell’Età del Bronzo questa civiltà sia in parte “caduta” per motivi ancora da chiarire, andando pian piano a scomparire, senza lasciare fonti scritte.

In che modo i tuoi studi in neuroscienze hanno influenzato il modo in cui costruisci i tuoi personaggi, soprattutto dal punto di vista psicologico?

Non saprei, in realtà. I miei studi sono sempre stati molto focalizzati sulle neuroscienze molecolari e cellulari, meno su quelle cognitive. Credo che nella costruzione dei personaggi mi abbia guidato di più la mia personale sensibilità, mentre gli studi in ambito scientifico, soprattutto il dottorato, mi sono stati d’aiuto nello svolgimento delle ricerche per l’ambientazione.

Hai descritto la Sardegna come fonte di grande ispirazione. Quanto è importante per te raccontare la cultura e la storia della tua terra attraverso il genere fantasy?

È per me un’esperienza bellissima. Raccontare una storia di fantasia, libera dai limiti che mi avrebbe imposto un altro genere, e immergerla in un’ambientazione che riprende le credenze con cui sono cresciuta e mostra i luoghi che ho sempre esplorato. Volevo portare la civiltà nuragica in una storia fantasy, usare veri siti archeologici come teatro delle vicende narrate per farli conoscere ai lettori, e non meno importante parlare di temi molto attuali che mi stanno a cuore.

Puoi anticiparci qualcosa sui prossimi volumi della trilogia? Come evolverà la storia dopo gli eventi di La profezia dello straniero?

Non so bene cosa posso dire e cosa no, ma ci sarà molto movimento e la magia avrà più spazio. Il secondo libro arriverà presto e mi sto divertendo un mondo a scriverlo.

I tuoi personaggi affrontano alleanze, tradimenti e battaglie. C’è un personaggio a cui ti senti particolarmente legata?

Mi sento molto legata a tutti, principali e secondari. Passare mesi, o anni per alcuni, a pensare alla loro storia, a costruire nella mia mente il loro passato e il loro futuro, mi ha inevitabilmente portato a sentirli molto vicini, a renderli quasi persone reali.

Il tuo stile di scrittura mescola mitologia, storia e narrativa epica. Ci sono autori o opere che hanno influenzato il tuo modo di raccontare storie?

Credo che tutto mi abbia influenzata, la passione per la mitologia greca fin da bambina, le letture fantasy fatte da ragazza e lo studio della letteratura classica al liceo, poi le letture fantasy fatte da adulta e l’esplorazione di tutti gli altri generi. Se devo indicare un autore fantasy del cuore, sicuramente è Patrick Rothfuss, ma un’influenza importante è stata anche quella di George R. R. Martin, dei suoi intrecci e semine nell’architettura di una storia. Autrici che invece mi hanno mostrato che il folklore nel fantasy era un elemento che poteva interessare diversi lettori e non solo me stessa sono Sabaa Tahir e Tomi Adeyemi.

Quali sfide hai incontrato come autrice esordiente nel panorama editoriale italiano, e quali consigli daresti a chi vuole intraprendere la strada della scrittura fantasy?

È stato difficile arrivare alla pubblicazione, ho atteso due anni prima di avere delle risposte positive e ho revisionato il romanzo infinite volte nella speranza di migliorarlo e migliorarmi, poi finalmente è arrivata l’occasione e si è realizzato un sogno che avevo fin da piccola. Ma è un percorso credo comune a tantissimi autori, è normale che ci voglia molto tempo e soprattutto tantissima pazienza e impegno. Ovviamente anche fortuna, bisogna capitare davanti alla porta giusta al momento giusto. Per anni il fantasy in Italia non ha forse goduto di un periodo d’oro, e per gli autori del genere era difficile trovare una casa editrice con cui pubblicare, negli ultimi tempi però il panorama ha iniziato a cambiare, c’è un interesse crescente e diverse case editrici, sia grandi sia piccole (anche nascenti), stanno puntando al fantastico e facendo un bellissimo lavoro.

Ringraziamo Melania Muscas per la disponibilità e vi invitiamo a recuperare il suo romanzo La Profezia dello Straniero! Ci risentiamo presto su questi canali per altre interviste dal mondo dei libri!


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