NerdPool.it Transformers: Il risveglio, la recensione

Transformers: Il risveglio, la recensione

Un discreto film di intrattenimento

Grazie a gli amici di Eagle Pictures, abbiamo avuto modo di vedere Transformers: il risveglio, in anteprima. Eccoci dunque qui di nuovo per presentarvi la nosta recensione, dettagliata ma con gli spoiler ridotti al minimo. Prima di cominciare vi ricordo che sul nostro sito trovate anche l’articolo sulla scena post credits, qui il link in caso ve lo foste perso. Bene, ora la recensione!

Un block buster senza particolari guizi

Transformers: il risveglio è senz’altro un grande block buster, che gode di un discreto budget di circa 200 milioni di dollari. Ma è soprattutto un film senza troppe pretese se non quelle di fare un film commerciale. Possiamo fargliene una colpa ? No, ma si poteva fare senz’altro di meglio. Va detto che nelle scene di combattimento tra robot ci si diverte anche, ma è difficile segnalare qualcosa che non si fosse già visto nelle precedenti film della saga. Una solo cosa fa eccezione, ma evitiamo di raccontarvi per non rovinarvi la sorpresa. In generale però, niente di nuovo sul fronte occidentale. Anche la comicità risulta stantia, opaca, senza particolari guizzi e a tratti ripetitiva e pedante.

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Parte tecnica

Questo Transformers gode senza dubbio di una regia discreta, ma che sbarella un po’ nelle scene di combattimento più frenetiche. Le musiche sono tamarre al punto giusto, ma non si nota una particolare ricercatezza, e non vi è nessun brano memorabile. In un film simile ovviamente la cgi è centrale, in questo Transformers è discreta seppur non sempre all’altezza. La cosa semmai più grave, e che più di una volta si nota il green screen. Il montaggio anche non funziona, con una parte iniziale e una centrale molto lente e di conseguenza anticlimatiche.

Prove attoriali

Qui giungiamo ad uno dei punti più dolenti, ovvero i protagonisti umani. Stereotipati nella caratterizzazione fino all’estremo, sono vittime di tutti i cliché dell’ispanico e della donna nera proletaria, triti e ritriti. Si vorrebbe dare spessore a dei personaggi, che però hanno una caratterizzazione fin troppo banale e tediosa. Soprattutto il rapporto tra il protagonista e il fratello più piccolo, bisognoso di protezione è quanto mai stucchevole, a lungo andare. Inoltre soprattutto Noah, ha una tripla metamorfosi valoriale, che nell’arco di un film, risulta poco credibile. Anche il back ground di ex soldato del personaggio, è scarsamente sfruttato ai fini della trama. Un po’ meglio va con Elena, che quantomeno sfrutta le sue doti di archeologa. Ma in generale i protagonisti, in questo Transformers sembrano muoversi un po’ alla cieca, a voler essere gentili. Sono vittime inerti dei fatti che subiscono passivamente.

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Soft Reboot

Inutile dire che i fan storici saranno in grado di riconoscere talune dinamiche e riferimenti, ma non tutto torna, anzi. Non si capisce se è un soft reboot, un restart o un remake. Sicuramente è stata cambiata la psicologia di Shartimus Prime, meno leader e più tormentato dal senso di colpa di aver vincolato la sua specie, sulla terra condannandola ad un esilio in terra straniera. Ma molte sono le incongruenze con gli altri film, piccole e grandi. Averlo ambientato negli anni ’90 apre un’orizzonte di possibilità narrative, ma si respira poco l’atmosfera di quei magici anni, percepibili solo con grande sforzo sullo sfondo.

Villain e Maximals

Allora, detto che Unicron è un villain storico, introdotto già nel film animato dei Transformers del ’86, questa sua versione è totalmente inconsistente. In primis non si vede, ma soprattutto non emoziona. Tutto il film ruota intorno ai suoi lacché, davvero poco caratterizzati e trascurabili. Sembra di assistere ad un Galactus di serie z unito all’ordine nero di Thanos. Non fa paura, non ispira potenza o maestosità. I maximals invece hanno un design molto accattivante, e sono probabilmente la cosa più interessante del film. Ma il loro legame con le popolazioni amerinde, per proteggere la chiave transdimensionale è un’idea un po’ buttata lì. Il film poi non fa abbastanza in generale per valorizzarli.

Conclusioni

Transformers: il risveglio, è dunque un discreto film di intrattenimento, ma con evidenti difetti. Il maggiore è che non ha grandi picchi emotivi, è piatto e a tratti telefonato. Il messaggio più importante che vorrebbe veicolare, ovvero l’alleanza tra umani e transformers per sconfiggere un nemico più grande, non emoziona come avrebbe potuto e/o dovuto, e il riscatto dei protagonisti sul finale è privo di mordente. Insomma tanto, troppo da rivedere in un film, a nostro avviso deludente che rappresenta un occasione sprecata. Più che l’amore per i personaggi, si avverte il desiderio irrefrenabile, di spremere fino all’ultimo un brand esausto e a corto di idee. Ma come sempre se siete curiosi, l’invito è quello di andare al cinema e farvi una vostra idea. Noi invece ci sentiamo alla prossima recensione!


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