Kabi Nagata torna a raccontare i suoi dolori fisici e mentali in La mia fuga alcolica Scappando dalla realtà , un nuovo volume di questa amata mangaka edito sempre da J-POP Manga. Qui l’autrice parla del suo problema con l’alcool e di una malattia che le cambierà la vita. Scoprirete con noi questo volume autobiografico potente e toccante.
Un’autrice sul baratro
Un forte dolore alla pancia costringe Kabi Nagata ad andare in ospedale. Li scoprirà di avere una pancreatite acuta da curare immediatamente con un ricovero. Questa malattia è stata provocata dall’eccessivo consumo di alcolici da parte della nostra mangaka. E qui come nelle sue altre opere biografiche si svela e rivela al lettore partendo dal suo problema con l’alcolismo già citato in Lettere a me stessa. Un modo per esorcizzare il suo senso di colpa a seguito della pubblicazione dei suoi manga, al dolore provocato alla sua famiglia e alla sensazione che bere le provoca, di rilassarsi e dimenticare finché non è sobria i suoi problemi.
Ma l’eccessivo consumo di alcol la porta a quel momento, con una malattia che mette a rischio la sua vita. Ed è costretta ad un ricovero di una ventina di giorni, ad una terapia con flebo, medicinali e una dieta che dovrà seguire anche in futuro, una volta uscita dall’ospedale. Questioni difficili da affrontare perché non è facile pensare ad una rinuncia definitiva di alcool o di determinati cibi. E la paura di una ricaduta, del rischio della vita per un goccio in più… Riflessioni che paiono esagerate dall’altra comprensibili da chi ha una malattia ed è costretto ad una cura costante e a delle regole anche non rigide. E Kabi Nagata affronta tutto anche con una vena ironica e non solo tragica che cerca di stemperare
Ma a partire da questi problemi di salute, La mia fuga alcolica affronta anche un altro tema che noi colleghiamo a Kabi Nagata e alle sue opere. Il fatto che metta a nudo nei manga la sua vita e i suoi problemi. Problemi comuni a noi tutti, che troviamo anche noi difficoltà ad ammettere, affrontare e condividere con altre persone. E lei lo fa pur con tutte le conseguenze. Intanto quelle legate ai suoi problemi psicologici che cerca di esorcizzare anche con il mezzo dei manga che crea. Dall’altra il giudizio e le sofferenze che ha provocato con la sua famiglia nel svelare questioni private e problematiche.
Ciò l’ha portata a rinunciare a opere di tipo biografico e personali a favore della fiction. Ma questo problema di alcolismo che deve affrontare mentre si cimenta in questo tipo di opere e trova difficile da farle. Sente come il bisogno di parlare della sua esperienza in ospedale e quello che le è successo dopo. Riflessioni su se stessa e il suo lavoro, quello di condividere esperienze con chi la legge e la bellezza di questo tipo di opere.
La mia fuga alcolica e la potenza del raccontarsi di Kabi Nagata
La mia fuga alcolica è bello per questa parte che pare inizialmente non collegarsi al tema dell’alcolismo ma lo diventa pian piano arrivando ad una conclusione non definitiva. Sul finale infatti vediamo l’autrice proporre i temi che saranno al centro della sua successiva opera, l’amore e la solitudine. (J-POP Manga ha già annunciato questa nuova opera prevista nei prossimi mesi.) Perché Kabi Nagata ha questa forza nel raccontare temi a noi vicini come la dipendenza da qualcosa che può essere diverso dall’alcol, rendendoci conto della sua pericolosità troppo tardi.
Poi il suo disegno semplice ma efficace nel raccontare la sua esperienza, anche con simpatia, creando un bellissimo contrasto tra il bianco e il nero e colori tenui e positivi. Prima avevamo il rosa, ma in questo volume c’è un arancione quasi fluo molto bello e che amplifica certe tavole con questo colore così particolare.
Perché volenti o nolenti, pronti o meno perché conosciamo Kabi Nagata, le sue opere e il suo stile, rimaniamo sempre colpite da esse. Colpiscono qualcosa nel nostro intimo, ci ritroviamo nelle situazione che racconta e ne traiamo conforto. Non ci sentiamo soli perché troviamo qualcuno che parla di cose che abbiamo provato e forse ci tormentano allo stesso modo.
E un po’ come l’autrice tenta di esorcizzare le sue paure e timori nel disegnare manga, noi lettori ci ritroviamo a pensare a noi stessi, a confrontarci con quei pensieri che non diciamo ad alta voce ma leggiamo sulla carta. E la potenza di riflessioni e disegno non smettono mai di colpire nel profondo ed emozionare perché così comuni, così umane in pregi e difetti. Kabi Nagata si svela nella sua umanità spingendoci a fare altrettanto: non avere paura di chiedere aiuto e affrontare le difficoltà ma sopratutto noi stessi.
Ringraziamo la casa editrice J-Pop Manga per averci fornito una copia del volume per poterlo recensire. Vi ricordiamo le nostre recensioni degli altri volumi di Kabi Nagata usciti in Italia: La mia prima volta My Lesbian Experience with Loneliness e Lettere a me stessa Dopo la mia prima volta. Voi avete letto anche La mia fuga alcolica e cosa ne pensate? E quale è il volume di questa mangaka che più vi ha colpito? Fatecelo sapere nei commenti e continuate a seguire Nerd Pool per essere sempre aggiornati sui vostri manga e anime preferiti!
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