Lo street Festival romano sul Giappone
Ogni mese a Roma si tiene un Mercatino giapponese, in Via Biordo Michelotti 3, zona Prenestino. Street Festival presente già da qualche anno che sembrerebbe migliorare ogni volta di più, ma alcune imperfezioni ci stanno, vediamo quali.
Una volta all’anno, con ingresso a libera donazione, si può partecipare al mercatino giapponese e visitare gli oltre 60 espositori esclusivi. Espositori che vanno a donarvi una panoramica sulla cultura giapponese e le sue molteplici sfumature, almeno così è dichiarato sul volantino. Naturalmente erano presenti quelle bancarelle tipiche di ogni mercatino: videogiochi usati, collezioni di Dylan Dog o oggetti del mondo Marvel.
Per questo Festival sono state allestite tre aree separate, così è l’organizzazione: Un capannone, un giardino ed una palazzina. Tutti vicini l’uno con l’altro, nello stesso luogo.
Capannone
Prima parte coperta di questo Street Festival. Maggiore attrazione di questa parte è di sicuro il palco, che può tenere svariati eventi, quali gare di cosplay, concerti, presentazioni o seminari a libero accesso. Quando ci siamo stati noi abbiamo potuto vedere, per quasi un’ora, una presentazione sull’ Ikebana e poi una sulla cura dei Bonsai (purtroppo perdendoci ciò che c’è stato prima delle 15). A fine articolo parleremo in modo più approfondito di queste due arti.
Devo anticipare che la parte meno noiosa è stato il capannone, che mi ha tenuto, per almeno due ore, impegnato. Seminari davvero interessanti e curati: L’ Ikebana tenuta dalla maestra Yuri Maruyama e la cura del Bonsai da Riccardo Spadaro. Al contrario, invece, della cura del palco in sè e dell’organizzazione. Luci orribili, proiettate direttamente sopra a chi teneva il seminario, hanno reso impossibile la ripresa di video e la possibilità di scattare qualche foto decente, per immortalare soprattutto le opere della maestra Maruyama. Considerate, inoltre, che c’era solo una fila di poltrone, per tipo 6/8 persone. Avevano paura che non ci fosse nessuno?
Ed invece qualcuno c’era, lasciando tre quarti degli spettatori in piedi. Forse saranno stati proprio quest’ultimi a godere di una visuale migliore, in quanto il palco per l’esibizioni era sopra rialzato e le dimostrazioni sono state fatte sopra ad un tavolo. Quindi se volevate sedervi e scattare qualche foto avevate capito male. Così ci siamo dovuti arrangiare, nella prima parte siamo rimasti in piedi a fotografare la dimostrazione di Ikebana e nella seconda, presi i posti a sedere, abbiamo semplicemente ascoltato, rinunciando a fare fotografie da qualsivoglia angolazione.
All’interno del capannone non mancavano alcuni Stand, a partire dallo shodo, la via della scrittura, naturalmente giapponese, alla vendita di kimoni, obi, vestiti con stampe, gioielli fatti con origami e altro ancora. Alla fine è risultata comunque un’esperienza soddisfacente da fare in un Mercatino giapponese.
Giardino
Il giardino ha ospitato diverse bancarelle di vario genere. Si spaziava dalla vendita di Action Figure, fumetti e manga, alla vendita di piccoli bonsai, di kokedama e ad altri oggetti fatti a mano e sul momento. Non mancavano le bancarelle con le Kokeshi e per chiudere il cerchio una piccola zona bar, per la vendita principalmente di bevande. Al centro di questo giardino era presente una piccola zona relax con divanetti e una piscina, per il Kingyo Sukui: un tipico gioco giapponese di pesca fatta apposta per i bambini. Da dire che questa parte si girava, si e no, in qualche minuto. I posti a sedere non erano molti ma considerando la dimensione del giardino, erano il giusto, ben disposti al centro creando un corridoio circolare tra gli Stand. Se la mia mente non mi inganna era presente pure una giovane ragazza per la pittura, su pelle, per i bambini.
Palazzina
Nella palazzina abbiamo visto la presenza di Dorayaki Bar e di un Sushi Bar. In questo luogo si tenevano i vari Workshops: Corso di Origami, di Calligrafia Giapponese, d’ Ikebana e Haiku. Tutte a pagamento e su prenotazione. Unica pecca di quest’angolo è stato quello di accavallare alcuni workshops con le dimostrazioni tenute nel Capannone. Ciò ha costretto l’una ad escludere l’altra. Un vero peccato.
Un piccolo angolo era riservato al benessere personale della persona. Se volevate avere dei trattamenti di Shiatsu questo era il posto giusto.
Corso di Ikebana
Ikebana, letteralmente, vuol dire “fiori viventi”. Parlando superficialmente, non è altro che l’arte di disporre materiale vegetale (rigorosamente organico), quali fiori, ramoscelli o foglie. In verità è molto di più. Un altro nome che si usa poco di questa arte è kadō, la via dei fiori. Come Aikidō, shodō o il kendō, il kadō è un’arte che serve ad innalzare l’esecutore ad uno stadio superiore, cercando il continuo miglioramento. Sarebbe difficile analizzare cosa possa essere “la via” o il dō, in questo contesto, però non lasciatevi ingannare: non è una semplice disposizione floreale.
Durante la presentazione la maestra Yuri Maruyama ci ha mostrato diverse scuole di pensiero riferite all’ Ikebana. Mostrando i principi della scuola Ohara e della scuola Sogetsu.
Corso di Bonsai
Molto interessante è stata anche la seconda parte delle dimostrazioni, quella dedicata alla cura del Bonsai. Per più di una mezz’oretta abbiamo potuto osservare il maestro Riccardo Spadaro potare un piccolo bonsai di Olmo lasciato crescere in modo selvaggio. Naturalmente il seminario non è stato soltanto questo, con interventi da parte del pubblico si è potuto parlare di svariate cose: tra cui la cura della pianta, come farla crescere, come e quando proteggerla. Siamo poi passati a parlare in maniera più tecnica del mondo del bonsai, anche qui, come nell’ Ikebana, si ricercava la figura geometrica e più precisamente quella del triangolo, simbolo che rappresenta l’unione tra cielo, uomo e terra.
Resoconto
Diciamo che questo piccolo viaggio è stato conoscitivo. Bancarelle e stand non sono altro che una cornice in questa esposizione dell’oriente, dove ci vengono rappresentati, tramite workshops e seminari, diverse sfaccettature del Giappone. Adatto ai più piccoli, grazie all’angolo bambini, ma anche ai più adulti, il mercatino giapponese può tenerti occupato un’intera giornata.
Una migliore cura del palco o organizzazione sulle presentazioni sarebbe stata gradita. Durante l’esibizione dell’Ikebana, la speaker più volte si ripeteva o si bloccava, non riuscendo a creare un discorso fluido, lungo i quasi quaranta minuti di seminario, mentre durante la cura del Bonsai, la scelta di lasciare parlare solo il pubblico è stata un’arma a doppio taglio, che ha creato momenti di silenzio dove, una vasta platea di persone osservava incantata una persona potare una pianta. Può essere una cosa divertente da raccontare ma riempire questi silenzi con qualche consiglio randomico sui bonsai, o qualche frase del tipo “sapevate che… “, non sarebbe stato male.
Non vedo l’ora di ritornarci il mese prossimo. Che ne pensate voi di questa avventura?
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