Toccante. Graffiante. Sempre attuale. Questo mondo non mi renderĂ cattivo, nuova serie di Zerocalcare prodotta da Netflix colpisce nuovamente nel segno. Il disegnatore torna a raccontare l’attualitĂ alla sua maniera, nei primi 4 episodi della serie che arriverĂ presto sulla piattaforma streaming.
Questa volta si affronta un discorso che tocca molto la situazione politica italiana attuale, tirando stilettate e strizzatine d’occhio solo come Zerocalcare sa fare, ovvero quello dell’immigrazione. Infatti nel quartiere dov’è ambientata la serie viene aperto un centro di accoglienza per immigrati, e molti insorgono andando contro questa scelta.
Questo mondo non mi renderà cattiva, la serie è la naturale evoluzione del primo Zerocalcare
Una vita alla ricerca del suo posto nel mondo, nel cercare l’approvazione degli altri o nel cercare di capire cosa o chi si sta diventando mentre si percorre la proprio strada. Questo mondo non mi renderĂ cattivo, è il sinonimo della lotta contro se stessi, lottando sempre per capire quale delle cose che si fanno è giusta o quale sbagliata, se si sta seguendo la giusta via, anche a discapito delle persone piĂ¹ care.
Secco sembra sempre quel personaggio leggermente fuori dal mondo, al quale non interessa niente e nessuno, ma che alla fine riesce a dare quel consiglio che ci porta fuori dal tunnel, facendoci ritrovare la luce. In questa seconda stagione, Sarah rema leggermente contro corrente, cambiando un po’ quelli che sono i suoi ideali, cercando anche lei di trovare la giusta strada per riuscire finalmente ad andare avanti. Un personaggio in particolare è al centro delle vicende di questa seconda serie, un amico di Zero che torna dopo parecchio tempo lontano da casa e che dovrĂ trovare la sua dimensione.
Trovare il proprio posto nel mondo, seguendo la strada per crescere: Zerocalcare non sbaglia un colpo
Dopo Strappare lungo i bordi, Zerocalcare colpisce ancora. Questa volta al centro di tutto troviamo un amico di Zero che torna nel quartiere dopo una lunga assenza, cercando di capire e di trovare la sua strada. Nella prima stagione si è affrontata la perdita di una persona cara, di un’amica di Zero, Secco e gli altri. In questa seconda stagione i 3 dovranno cercare di capire qual è il loro posto nel mondo e quale strada dovranno seguire.
Nel suo modo unico ed autoironico, Zerocalcare riesce a raccontarci storie di vita vere, intense e reali, che affondano un coltello nella nostra parte piĂ¹ profonda dell’anima, restando tatuate, indelebili ed incancellabili. Sicuramente molti avranno da ridire sullo stile romanesco molto da provincia romana di Zerocalcare, forse è proprio questo il motivo per cui amo questo autore, ritrovando in ogni disegno, tratto di matita e dialogo, un po’ di me stesso, di pezzi di vita quotidiana e pensieri che molti di noi hanno durante il percorso che affrontiamo tutti i giorni.
Questi primi 4 episodi (ne mancano 2 al termine della stagione), sono l’esempio di come un grande successo possa ripetersi, e molto probabilmente ci regaleranno un grande finale. Questo mondo non mi renderĂ cattivo, è la rappresentazione di come si cerchi sempre di capire chi abbiamo intorno, facendoci inevitabilmente condizionare nella vita quotidiana, nelle scelte che facciamo e se effettivamente quello che abbiamo realizzato fino a questo momento abbia avuto un senso, o se stiamo buttando il tempo che si potrebbe dedicare ad altro.
Come sempre Zero e L’Armadillo, ci aprono una porticina nella nostra coscienza, facendoci riflettere sulle nostre scelte quotidiane e sulla reale fattibilitĂ dei nostri progetti.
Questo mondo non mi renderĂ cattivo: ironico e tagliente
Messaggi sottili e taglienti, sia alla politica che alla gestione di quello che viviamo tutti i giorni. Dalle realtà grandi, ai piccoli centro comunali, Zerocalcare ci sbatte in faccia scene di vita vera, che almeno una volta abbiamo vissuto in prima persona e che ci fanno male, rendendoci amara la realtà nella quale viviamo. La grande capacità del disegnatore è proprio questa: ci racconta le cose come stanno, come le viviamo, senza indorare la pillola, senza merletti e fiocchetti.
Il tutto incorniciato dalla sua grande autoironia che abbiamo imparato ad amare ed ad apprezzare. Non sono mancati momenti commoventi, scene che ti colpiscono duro come un pugno allo stomaco e che ti fanno aprire gli occhi ancora di piĂ¹. Queste prime 4 puntate sono state veramente sopra le mie aspettative, e dopo la grande commozione della prima serie, mai mi sarei aspettato che potesse ripetersi, così in grande stile, facendomi innamorare ancora di piĂ¹ di Zerocalcare.
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