Black Panther: Wakanda Forever è il trentesimo film dei Marvel Studios e rappresenta l’ultimo tassello cinematografico della Fase 4. Il sequel scritto da Ryan Coogler ha le caratteristiche giuste per coinvolgere il pubblico in un viaggio emotivo che vi lascerà senza parole. Ve ne parlo meglio in questa recensione senza spoiler e nel video in fondo.
L’ACCETTAZIONE DEL LUTTO
Dopo la scomparsa di Chadwick Boseman mi sono chiesto più volte come avrebbero impostato il sequel di Black Panther. Non riuscivo a non pensare al fatto che ci sarebbe stato un film su Black Panther senza il suo vero protagonista, ma inaspettatamente ho vissuto un’esperienza emotivamente devastante. Lo confermo dopo che ho avuto la possibilità di vedere il film per una seconda volta e dopo che in entrambe le occasioni sono stato travolto dalle emozioni che tutto il cast è riuscito a trasmettere. Non deve essere stato facile lavorare a questo film, come non è facile non lasciarsi condizionare da quanto accaduto a Chadwick.
Il rischio di fare un film che fosse solo un semplice omaggio a Boseman era altissimo, ma Ryan Coogler non si è limitato a questo. Il regista statunitense ha costruito una storia matura come difficilmente abbiamo visto in precedenza nel MCU. Molto gira attorno all’accettazione del lutto e alle reazioni diverse che le persone hanno dopo la scomparsa di una persona amata. Rabbia, delusione, rassegnazione e tante altre emozioni, in alcuni casi anche positive, che si avvicinano molto a quelle che si vivono nella vita reale.
Il fatto che la morte di T’Challa sia presentata in modo realistico e non supereroistico l’ho trovato un punto di forza. La “normalità ” della scomparsa di Black Panther mi ha coinvolto molto per il trasporto emotivo che affronta la sua famiglia e il suo popolo. Una scelta difficile che alla fine si è rivelata vincente e che, grazie ad una costruzione dei personaggi e della trama, rende Wakanda Forever uno dei migliori prodotti dei Marvel Studios.
IL CUORE FORTE DI UNA REGINA ENORME
Il Wakanda ha perso il suo re e qualcuno nel mondo è convinto che ora sia fragile, ma si tratta di una convinzione destinata a cadere subito grazie alla regina madre Ramonda. Angela Basset domina la scena con un intepretazione memorabile. Ho avuto l’opportunità di vedere il film sia in versione originale, sia in versione doppiata e sono contento che il doppiaggio di Antonella Giannini riesca a trasmettere le stesse emozioni dell’originale, cosa che purtroppo non avviene per il personaggio di M’Baku, ma nel complesso abbiamo un’altra ottima prova dei nostri doppiatori.
Tornando invece ad Angela Basset e alla sua interpretazione, vi invito a concentrarvi sul suo percorso in questo film per vivere al meglio il suo essere madre e regina di un popolo che ha perso la sua guida principale ma che ha trovato una regina enorme e con un cuore forte. Il dolore che la fortifica non nasconde le sue paure e la sua voglia di vedere Shuri superare la perdita del fratello. Essere madre diventa più complicato dell’essere sovrana della nazione più potente del mondo, e questo la Basset lo evidenzia bene anche solo con le sue espressioni.
Il ruolo di Ramonda in Wakanda Forever è il più importante per diversi fattori che scoprirete durante la visione. Ogni sua decisione incide su tutti i protagonisti principali del film, anche quelli più inaspettati.
UN NAMOR SORPRENDENTE E UNA COLONNA SONORA TRAVOLGENTE
Namor era una delle incognite più grandi. La scelta di Tenoch Huerta per il ruolo ha infiammato il web per la grande differenza rispetto alla controparte cartacea. Una differenza netta che farà sicuramente storcere i lettori più accaniti dei fumetti, ma che nel contesto di questo film è quasi perrfetta.
Le origini e le motivazioni che spingono Namor a sfidare il Wakanda vengono costruite molto bene e fanno in modo che la caratterizzazione del personaggio sia credibile. L’impatto di Namor nel film è sorprendente, così come la storia del popolo di Talocan. Vedendo Namor nei trailer ammetto che ero veramente preoccupato per la resa del suo personaggio sul grande schermo, ma la prima occasione in cui lui e i suoi guerrieri entrano in scena mi ha stregato.
A rendere ancor più imponente la storia degli abitanti di Talocan è la scelta dei suoni e dei brani che li accompagnano. Le musiche di Ludwig Göransson sono travolgenti e si fondono benissimo in ogni circostanza. Ogni singola scena è accompagnata da sonorità che si sposano perfettamente con quanto sta accadendo, fino a quei titoli di coda impreziositi dalla toccante Lift Me Up di Rihanna.
SHURI E LE SUE LOTTE INTERIORI
Veniamo ora a Shuri, personaggio interpretato da Letitia Wright e protagonista principale di questo film. Il suo viaggio è il più complicato e vive di lotte interiori dovute alla perdita di suo fratello. Tutti soffrono la morte di T’Challa, ma Shuri è quella che fa più fatica ad accettarla e ad andare avanti. La principessa vive il lutto con rabbia e ha bisogno mano a mano dell’appoggio di tutti, nessuno escluso.
La sua ascesa è commovente e vive di alti e bassi che mostrano il meglio e il peggio del suo personaggio. L’intesa che si crea con Riri Williams è ottima, tanto che spero di vedere un cameo di Shuri in Ironheart. La Wright ha il merito di scacciare via i brutti pensieri che si erano creati su di lei grazie ad un interpretazione emotiva che non può passare inosservata.
CONSIDERAZIONI FINALI
Più di due ore e mezza di film dove la carica emotiva e umana è al centro di tutto. Wakanda Forever è ricco d’azione, ma è la parte più sentimentale a prendersi la scena. Tutto è perfettamente bilanciato e le classiche battute che vediamo nei prodotti Marvel sono ridotte all’osso. Gli omaggi a Chadwick Boseman mi hanno fatto piangere e tremare lo stomaco, soprattutto durante la classica sigla dei Marvel Studios ad inziio film, e durante la scena finale. Due momenti che si legano in un assordante silenzio da pelle d’oca.
Se siete arrivati fin qui vi sarete accorti che non ho praticamente detto nulla di negativo sulla pellicola. Il motivo è perchè credo di negativo ci sia ben poco, ed che il poco che c’è sia offuscato da un prodotto che si è avvicinato alla perfezione. Sono due le cose su cui si possono segnare delle note sul diario.
La prima riguarda la CGI, anche se i difetti sono meno tangibili rispetto agli ultimi prodotti. La seconda cosa che mi ha fatto leggermente storcere il naso e la risoluzione finale. Non per il senso, quello è perfetto, ma per il modo in cui è stata messa in scena. Sarebbe bastato “anticipare” una visione o di osare di più per rendere al meglio il tutto, ma è comunque una briciolina che non rovina la bellezza del film. Sono certo che a molti verrà in mente una scena di Batman v Superman, con la speranza che questa volta il pubblico capisca il messaggio senza bisogno di spiegazioni post film.
In molti penseranno che le emozioni per la morte di Boseman condizioneranno il giudizio finale sul film, ma sarebbe ingiusto nei confronti del lavoro di un cast e di una crew che sono riusciti a creare uno dei migliori prodotti del 2022 e dell’intero Marvel Cinematic Universe.
La videorecensione di Black Panther: Wakanda Forever
Grazie al nostro amico Alessandro di @comics_nerdc
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